sabato 31 luglio 2010

meriggio

Meriggio ai candelai, senza l'ombra di un soldo.
Le signorinelle altoborghesi c'erano. Tutti attorno a un tavolo che guardavano con fare austero e minaccioso.
Poi i bagnini, i camerieri e il solito frocio che spuntò alla fine.
Giornata piacevole, accettabile per così dire, passata a bighellonare per uno sgroppino al caffè, oppure ritornare subito a Pantelleria.
E' un pensiero che assale ogni estate. Andare o no a Pantelleria? E dire che io ci sono stato sei anni fa.
Questo post ha il sapore di un torrido pomeriggio che non passa mai dell'ultimo di Luglio.
Girato e rigirato in macchina contando i semafori. I semafori sono le nostre mete per ritrovare la strada di casa, inconsciamente. Ci seguono ma non ce ne accorgiamo. Come la dipendenza da qualsiasi cosa. Comunque questo post ha il sapore di una finita bella e buona, perché sto chiudendo. Au revoir. S.

candelai

Tour favoloso a fotografare la città.
Ho stampato tre composizioni musicali, due per pianoforte e una per trio di fiati.
Le ho ascoltate con ammirazione, contento del lavoro svolto.
Ora stiamo andando alle terrazze dei Candelai, per sorbirci un espresso a due euro.

Alla televisione danno Muti con un'orchestra giovanile, è bello vedere che nella civiltà dell'immagine, ci sia ancora qualcosa di interessante, fa piacere, diciamo noialtri.

meriggio

Disfattismo sarà la parola per il prossimo millennio.
Ahi che sono negativo oggi, come uno che maturato un morbo.
Oggi voglio stendermi al sole dei candelai e ivi restarci per almeno due ore con la mia amatissima Cetty.

mete

Restare o andarmene, era il dilemma dei miei vent'anni, passati a scorazzare a Palermo.
Eppure qualche viaggio l'ho fatto. Sono andato per dieci volte e Londra e per otto volte ad Amsterdam. Poi alle Canarie, a Bruxelles, a Parigi, a Praga, a Budapest, a Vienna, a Salisburgo.
Ora vorrei andare a Mosca e San Pietroburgo.
Per quanto riguarda l'America, vorrei visitare Los Angeles e San Francisco e poi il Brasile.
Sono già stato a New Jork e a Boston.
Vi andavo con Paola e Jerry, bellissime, senza un velo di trucco e dormivo in un divano letto al Greenwich Village.
In ordine vorrei andare: San Pietroburgo, Mosca, San Francisco, Los Angeles, Brasile.
Per il resto potrei anche fermarmi e ripetere i viaggi fatti oppure andare in India, in Cina, in Giappone.
I miei viaggi li vorrei fare con Cetty, non più solo perché mi angoscio.

politica

Ultimo giorno di un Luglio accettabile, passato con Cetty e Ursy a dircene di tutti i colori.
Oggi sono di un umore stanco, come se avessi maturato la quartana.
Sono andato a casa di Cetty e da Totò, che mi ha fatto salire.

Poi con Cetty.
Ora son qua a scrivere.
Vorrei raccontare il bel paese che è sull'orlo (come novità) di una crisi istituzionale.
I finiani stanno costruendo un nuovo partito - futuro e libertà - mentre i berlusconiani si arroccano sempre più sulle loro posizioni.
Entrambi non vogliono che il governo cada.
Dall'altra parte, Bersani e i suoi già parlano di elezioni democratiche per Ottobre.
Che gran casino.

venerdì 30 luglio 2010

sensazioni

Sensazioni di pace, avvolgetemi sempre.
La cinque è l'ora che mi piace di più della giornata, perché prelude alla sera, quando il caldo torrido passa.
Era tornato per mettere assieme l'archibugio olandese col computer nuovo di zecca, ricordandosi anche dell'andamento delle cantate di Carlo Magno e della sua retorica post litteram, così familiarmente nota a tutti noi.
La Chansons de Roland è il modello di tutte le prose, così come il famoso sao ko kelle terre per kelle fini ke ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benediciti.
Comunque il verso sublime dell'epica latina e virgiliana dove lo mettiamo?
Non dovrebbe essere al primo posto insieme all'Iliade e all'Odissea.
Ectora d'asperkes efepokus akilleus, avevano detto nel xxii dell'Iliade i combattenti e ora Jean ordinava queste cose, li metteva in riga, per così dire, faceva lor fare una passeggiata.

via Gemellaro

Andati a vedere casa veramente molto bella a Corso Gemellaro.
Cetty era antipaticissima. La padrona di casa una nana pazza. Ma la luce dell'androne non la scorderò mai più.
Quel profumo di sole che vi si respirava, quell'incanto lunare che promanava dai vetri del soffitto, e poi la casa.
Un corridoio immenso e deserto, quasi da fine del mondo, e noi tre, aggrappati alle nostre parole che scrutiamo il mondo dal basso di una palude.
Sono in vena di battute al vetriolo oggi, non so perché.

stanze

Alla ricerca di una stanza, molte volte l'ho fatto, anche a Roma ed ero impauritissimo.
Oggi è la routine, poerché Cetty deve affittare una stanza.
Ne stiamo vedendo un casino e sono tutte splendide, se non fossi povero me ne affitterei una per scrivere in santa pace.

piante

Mi appassiono sempre di più alla fotografia. E' un'arte giovane e vergine. Mi piace. Poi queste macchine fanno tutto da sole e la cosa mi attrae ancor di più.
Tener pressato il bottone e la luce si regola da sola, basta solo scegliere i soggetti.
Oggi ho fotografato le piante del mio balcone. Una è venuta benissimo.
Le fotografie cristallizzano lo spazio, lo rendono più familiare.
E vanno a braccetto anche col tempo che diventa più umano.

Cetty è tornata. Era uscita un attimo e sta pippando.
Mi piacciono le sue mise blu cobalto a fiori, sgargianti ma non troppo, come è lei d'altronde.
Basta per oggi qualche minuto in più sul blog per dirvi che mi sembra una giornata ottima. C'è pure la festa di mio nipote Ottavio, fa due anni.

diary

Ho fatto i conti con un risveglio difficile, mi sono alzato alle sei.
Forse perché ieri sono andato a letto presto, fatto sta che oggi alle sei ero il primo della classe di tutti i matti di Palermo.
Accesi e spensi la televisione una decina di volte, i programmi di canale 5 accolgono i mattinieri, e io ero tra questi.
Poi sono sceso e sono andato da Cetty dove ho atteso per più di un'ora che lei si vestisse e si lavasse.
Ora siamo insieme e il peggio sembra essere passato.

giovedì 29 luglio 2010

scrivania

Sentimento digitale del senso.
M20 a palla
hanno cambiato il presentatore
m'incazzo
Leandro da Silva era di mattina presto
Succo all'arancia
taccuino di appunti
lampadario postmoderno
stampante spenta
telefono in stand-by
silenzio
ritmo come benessere
come piacere del ventunesimo secolo
Droghe, macchina fotografica,
foto di Cettina.

reflex

Intimità come valore, forza come determinazione, conoscenza come fine, vizio come realtà.
Sembrerebbero le credenziali di un sessantottino, di un postborghese postmoderno.
E invece sono solo parole, retorica pura, forzata da non so che inconscio accostamento.

tempo

Ah questo tempo esausto, che non passa mai, imprigionato tra un fare e un dover fare, un essere e un dover essere, e anche un poter essere.

Le negazioni sono assolte.

Ascolto una canzone inglese, dei Black Eyed Peas, sono da Cettina, stiamo fumando delle sigarette e bevendo del buon vino.

Ora mi tocca sorbirmi Palermo col motore, scorazzare col computer a bordo che non è una cosa tanto bella.
Ritornare, a casa, ritorno , vostos, vi ha scritto un libro anche Michele Perriera, ritorno come apostatizzazione del bene.

corso tuker

Molte volte sono stato in corso Tukory, per un acquisto, una passeggiata, una volta, N*** mi disse che vi era nato.
Ora c'è casa di Cetty, illuminata da una musica bellissima che promana dalla mia playlist.
Le giornate di Mondello sono state veramente esilaranti. Io col paparino a giocare come ai vecchi tempi.

Abbiamo mangiato una pasta con un sacco di aglio, peperoncino e pomodorini.
Delle fettuccine esilaranti.
Voglio rispecchiarmi nella vecchia borghesia palermitana, e lo faccio con facebook. Questi post, questo blog è solo un diario personale delle mie sensazioni, stati d'animo, insufflamenti dell'io.
Molte volte son stato a leggere un rigo con mia madre, mi beccheggiava sempre, specialmente con una peosia di Gatti.
Mi sembra il diario intimo di Sally Mara, questo blog!

attesa

Attendo di andare a mangiare da Cettina.
Leopardi diceva che l'attesa ha un sapore magico più forte che l'evento in sé.
Ci credo.
Mangeremo pasta alla trapanese in quel di Corso Tukory, dove io porterò il computer per sentire un po' di musica.

Oggi le mani sono ballerine sui tasti, comprendono sempre più a fondo questo computer e la sua tastiera tutta nera.

Oggi mi sento bene. Il malumore dei giorni passati è andato via. E' rimasta una decente voglia di vivere e divertirmi.

Ho insegnato il divertimento come stimolo alla felicità. Ma non sempre è così.
Tondelli diceva che la scrittura fotte la solitudine di stare al mondo, ci credo.

Questo post è finito, grazie per la cortese attenzione. A voi tuti un sereno giovedì.
Finalmente ho finito col mio librone di contabilità di segreteria. Oggi siamo agli ultimi giorni di Luglio e Jean aveva preso a incazzarsi sul serio con la vita, che era stata si prodiga nel passato ma che stava diventando vieppiù amara col passare del tempo.

Mi ritrovo a fingere un romanzo per non morire di noia.

Le otto del mattino sono l'ora più delicata della giornata, quella in cui si stabiliscono i destini di essa.

mercoledì 28 luglio 2010

sestina

Facebook fa i capricci
mi volto nella notte insonne coi ricci
di madame stella
grandiosa mela
di rime alterne e siciliane
cioè sconquassate e melenzane

sonetto#2

Il senso dei tuo vagare immenso
mi rimeto al consenso
di tutto questo consesso
di arditi e teutonici sessi.

Rimerò alla ciciliana
come uno che abbia maturato la quartana
Rivedrò il mio bel moro
tra le nuvole di un coro.

per cui men vado solo soletto
senza il minimo pudore
aspettando il mezzodì

per scendere alla vucciria col becco
di un riserbatissimo onore
sembrando sempre lunedì.
Nuovo post per un lettore ideale che ancora non si fa riconoscere o non c'è proprio.
La prosa è stato l'amore dei miei vent'anni.
Leggevo Proust, Tondelli, Bufalino, Consolo, Leopardi, Manzoni, tanti saggi sulla psicologia e sull'arte del teatro.
Adesso voglio iscrivermi a Scienze della formazione, ove penso vi andrò venerdì mattina, perché on line le cose sono molto complicate.
Il computer mi piace, e battere su questi tasti come un matto mi piace anche, perché non ne conosco ancora tute le scaturigini, che sono infinite come infinito è il Logos, ovvero Dio.
Il verbo può assumere connotazioni universali ma è ingabbiato in una tradizione che è rigidissima, il cosidetto canone degli editorialisti.
Riguardo alle gabbie di Dio non vi saprei dire.

Guardiamo la televisione, Cetty e io e siamo in preda a una crisi di panico che ci distruggerà per sempre.
Il canale della televisione è Rete 4, ovvero la tv dei frichettoni, della gente di destra, tra l'altro suo figlio è pure fascista.
Mia madre batte le sue perizie che ci fanno mangiare.

martedì 27 luglio 2010

aria

Aria d'autunno, ritmata su vie infelici, dove solo il soldo può stare senza alcun compromesso.
Aria d'opera, aria di mare che mi cosparge di suoni e sangue. Aria di violetta, che mi risolleva dal mio malumore.

viole

aria di viole
burraco in tre
karma sfavorevole
facebook incazzato

motore a pezzi
gli stessi cantanti
riscatto a fini pensionistici
mamma che ritarda
Nuovo post al ghiacciolo alla menta per lettori viziati che cercano un po' di ristoro, tra facce stanche e visi smunti.
Fotografare Palermo mi appassiona, come mi appassiona anche la Vucciria.
Aspetto la mamma per mangiare.

lunedì 26 luglio 2010

Vago incantandomi nei miei pensieri di esule, di ballerino,
ricordo dei vecchi corsi che facevo su Tondelli col teatro Iaia, da me anche criticato.
Questa è la mia storia, un teatrante dedito ora alla segreteria di un istituto che dovrebbe studiare la contabilità di segreteria ma non studia e che è in attesa di uno stimolo grande che lo faccia riprendere dall'accidia nel quale è caduto otto anni or sono.
Era il 2002 e vedevo Nico, mi innamoro di lui, parte. Io mi travesto a lutto come una sgherra, una negromante di Genet.
Mi rivedo pomposa e austera tra un vernissage e l'altro, poi conosco Max, e muore, che attasso signore.
E adesso mi metto a studiare!
E riscender per cercar di nuovo posto tra un wiskye e una birra. Accorgersi che il tuo amico è sparito e cercar di trovar nella Vucciria qualche degno sostituto. Jean andava matto quel dì per i suoi discorsi. Scimmiottava Adele con fare sornione e ora tutti e due si rimbeccavano per chi dovesse scendere.

Ridiscender nei meandri dell'impudicizia, dell'abbandono, del dolore cieco per un mutismo, una parola non detta, un'incazzatura vagante.
Girare in tondo per cercar di far quadrare il conto con la trasgressione, l'amore, il perdono, la metempsicosi.

Urlare al mondo la propria rovina, ricordandosi delle assemblee sindacali del liceo, di quando tutti si era contenti e meno esauriti.
Ricordandosi anche di Jerry, di come si sarà fatta bella, coi suoi occhioni grandi da speaker.
Riandar con la memoria allo Speaker, versione 2005, completamente rinnovato e quel parlottìo da maschi in vacanza.
Questo pensava Jean e lo voleva comunicare a tutti.
Nuovo post all'acetilene.
Per un lunedì da leoni
varcare la soglia di Cetty con i fiori in mano
non riuscire a caricare le foto su facebook
vi amo
se mi leggete fatevi vivi...
silvy

domenica 25 luglio 2010

domenica

Domenica rilassante con Cetty e Ursy a casa di Ursy.
La tragedia di Duisburg mi ha sconvolto. Come si può!
Per il resto niente di interessante. Sto macinando il lutto per Max.

sabato 24 luglio 2010

incipit

Nuova giornata e nuovi intendimenti. La realtà è quella che è, quella che ci appare ai nostri occhi e non dobbiamo incazzarci troppo per cambiarla.
Oggi mi sono svegliato bene, il solito caffè, la solita sigaretta.
Potrei andare a mare con Cetty.
Certe volte m'incazzo coi miei amici per un nonnulla, mi sento solo, ma sono solo sintomi della c*** e non la realtà.
vi voglio bene
silvyboy

giovedì 22 luglio 2010

Vago ancora senza Massi per trovare una sistemazione pomeridana.
Prima passavamo i pomeriggi da lui bevendo e ascoltando musica, ora che lui non c'è più, penso che mi butterò a capofitto in un lavoro di call center così i pomeriggi passeranno presto.

Rivedo i tuoi capeli
cerulei più del vino
la tua erre moscia che non ne voleva sapere di ordinarsi
la tua sciatteria, la tua bellezza
il tuo essere alain delon dietro al motore
il tuo scagliarti contro gli altri automobilisti.

inferno immatricolazioni

le tribolazioni per chi deve iscriversi o immatricolarsi nuovamente all'università sono tante. Ti chiedono password e dati che hai messo magari un anno fa e non li ricordi più.
Erano belli i tempi in cui si andava a prendere il modulo cartaceo in segreteria, si pagava e ti iscrivevi.
Oggi, on line, le cose funzionano diversamente.
C'è una trafila immane per consegnare moduli e modulini e non ti lasciano il tempo di respirare.
Comunque un dottore telematicamente risponde ai quoi quesiti e a stretto giro di posta afferma di risolverli.
mah, vedremo...

mercoledì 21 luglio 2010

Amsterdam

Mi rivedo ad Amsterdam l'anno passato, camminare e sorridere lungo oudejeis vorbulgwald, tra un coffee shop afro e un hotel gay. L'aria frizzantina carezza la mia pelle.
Dalle vetrine giungono canzoni di Bob Marley, dai ristoranti un odore inconfondibile, nordico, come di salsicce fritte.
Ora sono in quest'inferno di palermo, a quaranta gradi, con le strade tutte polverose e la gente che ti scruta dall'alto in basso come se avessi la lebbra.
Voglio ritornare ad Amsterdam dove tutti sono così per bene e si fanno i cazzi loro.

martedì 20 luglio 2010

sonetto di shakespeare

SONETTI
Di
William Shakespeare
Tradotti da Silvano Baldi



1
Dalle più belle donne noi desideriamo incremento
Affinché da lì la rosa della bellezza non possa mai perire
Ma vicina al soglio deve col tempo morire
Il suo tenero erede deve seppellire la sua memoria:

Ma tu attaccato ai tuoi stessi occhi lucenti,
alimenti la fiamma della tua luce con lo stesso sostanziale rifornimento
facendo una penuria laddove abbondanza giaceva,
nemico a te medesimo, al tuo stesso dolce io troppo crudele:

Tu sei ora fresco ornamento del mondo
E solo ambasciatore della gaudiosa primavera,
senza il tuo piccolo pezzo di terra sì contento
e tenero ornamento fatto nella parsimonia:
abbi pietà del mondo, altrimenti sarai così ingordo
da mangiare il dovuto del mondo, sotto la bara anche tu.

catania

5
Oh, what a beautiful idea to go to Catania!
To see the Verga house, and the Bellini house,
so cosy, so cool, so big! Full of dreams,
and mysteries, and papers falling down from
the chandelier, and sleep around
up and down properties.

And the bed of Verga was so stocky!

The cleanness of your teeth overturn
My fancy when you were smiling
Photographing the fountain…

Those statues of via Dusmet
So fine, so sweet
"Excuse me, I would find the head!"
A man said overshooting messages of death.

sonetto caudato

Primo post mattutino
che ha il sapore di un ghiaciolo alla menta
sorbito lungo i viali della Libertà
da Di Martino.

Voglio concedermi un po' di pausa dallo studio matto e disperatissimo
della contabilità di segreteria.
Scenderò non più per Massi ma per Cetty
e parleremo al balcone di corso Tukory

arroventato di macchine e motori
vedremo il da farsi della coscienza
che non si muove se non per necessità urgenti.

lunedì 19 luglio 2010

rivedo

Rivedo una matta in vespone che scorazzava in via Notarbartolo,
con un occhio alla sigaretta e l'altro alla spesa.
Rivedo una matta che non si contentava
di nessuno sguardo le potesse piacere.
Rivedo Gargantua e Pantagruele
e le loro cene mitiche
rivedo te che sei sparito
Rivedo Ursula in pompa magna
rivedo gatto e topo e giggi.

sonetto #1

Bevendo l'arte si matura
e passa ogne verzura
del male asletto
e anhe un po' negletto

Ora voglio ire in Paradiso
dove è gioco e riso
e sentire lo sordido Lorenzo
per avventurarmici giso

ora vo' con tutti quanti
a far lo corso di olandese
che voglio parlar

come infante alla maggese.
O stupido sonetto che t'en vai
di bocca in bocca passerai.

facce

Don Girgenti s'era preso il suo giorno di ferie e girava in qua e in là senza far niente quando a un tratto incontrò una ragazza dal nome Giuseppina, e con lei vagò i mille mari e i monti. Don Girgenti era portiere in uno stabile mal pagato... (continua)

omofobia

L'omofobia di questa terra è ancora grande, così scrivevo nel duemiladue e o ggi lo confermo.
Passando per strada, mi hanno gridato, maledetto frocio, e io ho lasciato sbattere. Sarei potuto scendere dalla macchina ma la mia proposizione per il giorno era quella di lasciar stare, di lasciar perdere con la violenza, di essere tutto dedito alla pace. Così ho lasciato correre, e si vedeva che questo era un vecchio malandato che cercava di far passare un lunedì da leoni, a Palermo, dove tutto sembra così sopito e lento e invece è incandescente.

CITTA'

Palermo dai mille occhi
massimo che non ritorna
io che mi specchio nell'ombra di me stesso
allettato dal niente

io che mi scontento
di ogni traduazione o sbaglio
io che mi pento
di ogni sbaraglio.

così mi cheto un po'
col computer e l'aria condizionata
pensando a Saba

e mi vedo infisso
sui libelli delle morose
della mia città.
19 Luglio, data importante, è morto Paolo Borsellino. Mi ricordo, anni addietro, venne a vedere un mio spettacolo teatrale dove recitava Fiammetta, e ne rimase stupito.Me lo ricordo con il suo abito grigio, sempre impeccabile con un sorriso befardo e una gentilezza fuori dal comune.

domenica 18 luglio 2010

poesia #1

Estremo andirivieni della coscienza
mi riporta sul mio lettone
a quaranta gradi
a pensare alla morte
come bagaglio di presunzioni presunte
e di festuche rosso corallo
ma quando arriveremo alla fine
con gli occhi tondi dal benessere
ci ricorderemo dei nostri passati giorni.

sabato 17 luglio 2010

ricettacolo

Siamo un ricettacolo di idee e chiamiamo Ursula per sentire come sta.
La radio manda in onda frequenze stonate di martirio.

ALBY A PALERMO

ALBY A PALERMO
Un sogno fatto in Sicilia

I
PROLOGO
Albertino era sceso da poco dalla macchina, apriva lo sportello, un po’ stralunato, scendeva sul marciapiede di Largo Cavalieri di Malta.
Aveva un’espressione del viso nuova, contenta, come se si fosse purificato dal suo passato.
S’era incontrato di soppiatto con Luca e Annamaria e non s’erano detti nemmeno una parola.
La città era avvolta dalle nebbie di Maggio, sottili, cangianti.
Grandi fasci di nubi solcavano il cielo.
La radio statale mandava in onda frequenze stranissime, come se si trattasse di marziani.
Le voci storpiate, le musiche ossessive, batterie e colpi di tamburo in ogni dove.
La più gettonata era la radio nazionale con i conduttori con le facce deformate e tutto il resto che era veramente un programma con le musiche più strane che non si capiva niente.


PIAZZA CAVALIERI DI MALTA


Albertino aveva trovato il Largo più radioso che mai.
Anche le facce degli amici erano cambiate.
Rosaura più luminosa, con la solita smorfia malandrina sulle labbra, Valentina con la ruga d’ironia sotto la bocca, Giovanni più bambino.
Passeggiava in lungo e in largo nella piazza, e s’impomatava con tutti e faceva versi e facce strane ai suoi amici e andava a bere,
e poi tornava senza dire una parola, perché non ne aveva da dire più di tanto, con quella fiacca che da qualche tempo si ritrovava.
Ora si concentrava su un particolare insulso, ora su un altro ancora, poi pensava a una connessione strana, per esempio a un fatto storico e un’emozione, un verso d’un poeta e una situazione reale, ora disegnava col pensiero l’andatura di un giovanotto prestante, ora vedeva negli occhi di uno la malinconia di una sera di primavera, nell’altro vi leggeva l’estate incipiente, e alla fine contava i suoi passi.
Molte volte l’aveva fatto, e Luc e Annamaria lo guardavano sempre strano, come chi non sa che cosa dire, o che pesci pigliare.
Uno strazio.
Un sentimento di intimità più prossimo alla parentela che al sesso. Da quel largo non si mossero. Stettero tutti zitti e muti e impalliditi dal dolore e dall’accidia.
Un mese prima, o forse più, un anno, era stato lì che avevano saputo che xxx s’era sfracellato con la macchina ed era morto sul colpo come un fissa, e da lì a quel punto avevano fatto passare tutto in maniera costipante, sinuosa, in modo superficialissimo, che ancora ne avrebbero dovuto pagare per chissà quanto.
Tornarono a casa salendo per via Roma e tutti scomparvero coi loro motori per i viali di Palermo, intossicanti sì, ma con dei ciuffi di verde a ogni metro che sembrava di stare in un giardino.
La radio intanto mandava in onda frequenze stranissime, coi cantautori in voga e dei più declassati sempre, ad ogni passo.






.

intanto

E intanto vagare per radio time alla ricerca di qualche stimolo, per poi concentrarsi su un pensiero peregrino e voltare.
Zoccoletta party è andato bene, con le signorine che davano le Marlboro e i damerini un po' gay che ti offrivano il cuoricino luminoso.

poesia

basse teutoniche membra
volgete uno sguardo alla luna
dal fondo di un bosco ove giammai sentii calore
e le belle membra riposo
al lavoro
in uno stipo di via messina marine attaccato a un computer.

diary

Sono andato a trovare Cettina, nella casa nuova. La casa era tutta linda e lei era indaffarata nel mettere a posto tutti i ninnoli che ha. Si perché Cetty è attentissima ai particolari sebbene non navighi nell'oro. La pinzetta, l'asciugacapelli, il basilico per le zanzare, il posacenerino d'argento regalo dalla nonna. Cetty è splendida. Non fa una cosa sbagliata. E' precisissima. Sembra che si sia letta futto Gargantua e Pantaruel e tutto Pirandello. Compresa l'Esclusa e i Vecchi e i giovani. Anche Gramsci forse. Ha una cultura millenaria.

poesia di francesco carapezza

le mani del mio amore sono sciolte
sul cosmo incomprensibile del ventre,
quando verrà, le sue parole si
costituiranno in natura propria.

ho deciso di partire domani
perché così il sistema può restare
integro e le mani del mio amore
cadere dove devono cadere.

le stelle, oggi, si faranno male
a tessere le loro ragnatele
blu, biancastre: rimango una fra

le molte altre mentre è nel mare
solo nel mare il segreto di
tutte le ore passate nel mentre.
POESIE SICILIANE

A Gabriele D’Annunzio con amore










GABRY
O questo tuo sorrisetto di Maggio
Che già discolora
Nella tenzone del mattino
Vive romito come un pino
Ch’acerbe ha le braccia
E il tronco di lino che par
Che discolori ogni qual volta ne la sera
Tenevam le nostre ascose cure
Dietro il platano e il piangente salice
E davanti al grano e alla brumosa felce.

La gente non dice quel che ti sia inante
Se non la sera inante la bufera
Perciò ti sian fresche queste mie parole
ne la sera…

Sento i sospiri della mia amica gente
Che mente sempre alla mente.
Siciliani unitevi nel solleone del mattino
Ch’ha da venire un vorticoso giro
Di feste e balli e canzonette
Che si leveràn stanche ne la sera
Berlinese co’ le festuche e le ragadi
In testa, o mia dolce menomata terra.



.













SONETTO

Ritrovo nelle boschive sorgenti
che mi riportano al cimitero di Sant’Orsola
Dei sogni audaci di ballerino
Finito da un Po e da un rivo sconosciuto

Immensamente grato
Per il sonetto augurante
Che se lo metti a lato
La prosa uscirà inante

E poi veder nella terzina
La fine d’ogni vita, d’ogni Cristo
Beddazza benedettissima terzina

Che sei meno odiosa de la sestina
Ma più intrigante per lo schema visto
E per l’appararsi de la rima.



















MERIGGIO SICILIANO

Poetare per lo mezzo del meriggio siciliano
Pensare a un Quasimodo e a uno Sciascia
Sotto il focolare. De la terra gialla
Di epistème e di pidocchi

Punita terra di Trinacria.


Sono come il maestro egiziano che stirava
L’ore fustigando fanciulli con la scopetta mr. B.









SETTEMBRE

O turbine soave di settembre
Ch’alligni i pini con severa dedizione
La tua sera mi s’addice
Come la calma di Giugno s’addice all’aratore
Ch’avrà da raccogliere la fatica del suo lavoro.

Ricordi i gravi compleanni di Rosalba
Ebbra di terrore per la morte
Di sua sorella Prone
E Filomela tesseva al limite de la tela
Con la sua barba inerme e il verso
Soave di Settembre ch’ardea nella rugosa foce
De l’ardore panniciano.

E il lauro dispariva a la venuta
E ‘l mirto piangea la dipartita
Di quel sapore amico di mirtillo ch’anneriva la sua
Terrazzina di Cicilia
Ebbra di noti e amplessi eterei d’amori
Lontani prosciugati in autostrade
Sparati alla foce dei pubs
Costipati dentro gabbie dorate
Catalogate nelle fauci azzurre
Di Verdina.






SOGNO
O dolce sogno siciliano
Che cospargi ne la sera
Le tue mete dannunziane
E freudiane,
accompagnatemi alla meta
una volta tanto, che possa reperire l’astruso
sillogismo d’una sera lulliana.

O dolce sera lulliana,
di quando scopavi con la Barbara
e la terra era mite di gramigna
e la festuca non compariva
e la rana era sigillata sotto la verzura
alla luce de le lettere
d’un amor ricordo qui perdura.


O dolce prolusione di jazzisti
Accompagnatemi alla fine
Di questa lieve poesia
Ch’adorni l’Arno e la sua meraviglia.
Ivi voglio andare il quindici di Luglio
Nel bel mezzo dell’estate ciciliana, non
Senza Taormina con annetta, per secreto ossequio
Alla severa cuginanza.










SILVANO
O monti acuti, silvani
Proteggetemi dalla voce di Annetta
Così sinuosa, così marinaresca
Della peggior troia di Borgo Nuovo
Dorata come un fringuello
O come un rospo oceanico.
Oggi sei un ibis rosso
Che non telefona.


A UN BEL SATIRO DI SPAGNA

A un bel satiro di Spagna
Si rivolgea la quaglia,
soave nell’ardore di un mattino fore
lontano da tutto e da tutti con un alce obliqua
di luna sopra la testa, che non germoglia proprio,
ma che ci illumina e non dovremo passare il tempo a dedicare or something that
diceva quello
un po’ scorbutico
ma poi si ricordava di come
aveva insanguinato Eliot
nel Duemila e se ne compiaceva
come di uno che ha ancora
una partita da giocare:
Vucciria, I cani, e il documentario intimo sulla mafia.



Il gracidare grasso di Joselia
Ch’inverata s’è nelle lontane sorgenti d’Amazzonia
E lei veste il prato del cielo di Palermo
Dolce come una metafora
E amaro come il miele
Delle case dello Zen, tutte ben ordinate
Per la domenica di Maggio.
SERA
Seguire l’africo lauro
Discolorare agl’indizi d’Autunno
Ricordare invece di com’è soave
La dolcezza gaia di Giugno.

Ricordare dei versi dolenti d’un Aprile ormai fangoso
Nella man sottile
Seguire la vena ispiratrice
Del sommo positivismo
O ricordare di quel bellimbusto
Veduto dalle parti della cala.

viaggi

I bivacchi sulle spiaggie, il resoconto di un'ora di traffico, sono questi gli argomenti del mio blog. Una Palermo invasa dai rifiuti. Mi ricordo di Londra, di Bruxelles, di Amsterdam, viaggi lontani che ora affiorano nella mia memoria e li ripesco come in un sogno.
Oggi c'è un caldo torrido!

venerdì 16 luglio 2010

Vago nei meandri di una moltitudine di pensieri che soffocano il mio cervello. Sono con l'amico Lorenzo e non riesco a non pensare a Massimo. A proposito, trovate tre sue bellissime poesie su www.silvanobaldi.wordpress.com, il mio vecchio blog che ora ho cestinato.
Ora mi aspetta di accompagnare la Lollo in clinica e poi ritornare a casa.

idea

Sei una macchina a reazione,
un motore a due piani
un tergicristallo rotto.
Idea, sei il volano dell'esecuzione,
il logos della ragione
e a te m'affido.
Salvataggio, signor sì signore!
Urlò dal fondo una voce tenebrosa: non mi devi picchiare così forte, io sono di legno. Ma questo è un Collodi ante litteram signori, potete godervi il mio blog senza tanti complimenti. Voi e il vostro taccuino degli appunti, voi e il vostro viaggio alle Bahamas, voi e la vostra grecità assoluta.
Mi manca Max, da morire.
Faccio passare il tempo davanti una macchina da scrivere.

etica

Pomeriggio a sbighellonare tra Ursula e Cettina, indaffaratissime. Colmare il bicchiere per quindici euro. La rabbia è una cosa che esiste e il tradimento la fomenta. La rabbia può raggiungere vette altissime. Per fortuna io certe volte la sfioro, ovvero ci passo accanto senza tanti complimenti.
Il mio è uno stato incosciente, piuttosto, di affrontare la realtà . Oggi che l'affronto con coscienza mi dico: ma l'etica? possibile che regga tuti i comportamenti umani? O almeno dovrebbe?
Oggi giornata peregrina, vagabondando tra il lavoro e casa, come una bussola.
Non so se andare a mare. Il caldo opprimente di questi giorni non favorisce neanche le decisioni. Sono incazzato con l'altro mio blog che non mi fa più postare le notizie.
Per il resto navigo in un mare di tranquillità. I Doors accompagnano il mio navigare con il loro sound elettrico. Sto ascoltando "break on trought to the other side" e la mia mamma rompe...
Rivoli
mille amati rivoli sul mio corpo
di camerieri dall'aria stanca e donnine in livrea
per un ultimo bagno
devo telefonare a Lorenzo.
accecati da mille risorse
non troveremo mai la scusa buona
per andare avanti con una sola poesia
che ci protegga dalle intemperie
della vita: ahi come certe volte
l'aria è ostile ai nostri intendimenti

inizio

Il mio nuovo blog! Il wordpress ha fatto dei capricci.
Inizio oggi 16 Luglio 2010!