martedì 31 agosto 2010

sorbetti

Molte volte l'ho fatto, entrare in comunanza con le idiosincrasie dell'altro. Ascolto Dj Akon featuring David Guetta e mi rilasso. Il tempo passa e non s'arresta un'ora, e cede il posto alle cose presunte e reali.
La pantera pare parta. E' un mio destino immondo quello di veder partire tutti i miei amici.
Non ce la faccio più. Con questo non voglio dire che non abbia altri amici, ma la partenza... comunque. Facciamo finta di niente. Sta subentrando nella play list Opijum di non so chi. Sarà un'esperienza esaltante.
Ieri sera ho preso dei quadernetti, delle medie, che tengo sempre con me, chiusi nell'armadio e lì vi ho sentito le parole più belle, quelle dette alla ghigliottina.
Bataille alla mano, potremo rifarci all'introduzione a Sade, ma non perdiamo altro tempo.
Da Ursy ci sono anche degli Oscar Wilde e dei Voltaires eccezionali.
Sole alla Guadagna
ricordarsi di Ninny e di com'era bello sgambettare sul motore per Palermo e dintorni l'estate scorsa.
Ho un sonno mortale.

mezza poesia di Pirandello

Oh, chi a Palermo incontrasse per caso
quell’altro me, che della vita mia
la stagione piú bella tuttavia
colà si gode, sgombro e ancor non raso
il mento, alato il cor di poesia,
deh, l’induca a venire a me per poco:
or son qui solo; e, nella fredda, oscura
notte, la solitudine paura
quasi mi fa. Seduto accanto al foco,
nella prigion di queste quattro mura,
io gli altri me chiamo a convegno. Solo,
fors’egli solo non verrà, che troppo
son io diverso ora da lui: vo zoppo
pe ‘l cammin che intraprese egli di volo,
e la trama ch’ ei finse or io rattoppo.

poesia

Rinvango
varie incomprensioni
in quest'orario morto
seduto su un binario morto
acceso dalle luci della città santa:
La Zisa
troneggia di là da un torrente
di donne e rifiuti.
Parlano tutti in siciliano,
non è il caso di pensarci poi così tanto.
Il excellait les heures
survolant les toits
J'ai deux oiseaux chasse
faire avec leur austère
pensé qu'ils voulaient dire
suivez-moi, voler haut
sur les hauteurs de bâtiments
trouvé un amour
perdus, sacrifiés, conflictuel
Lollo tout en jouant avec un chien
dans la chambre 46 a de la caserne.

bestiario

Molte volte abbiamo a che fare coi bestiari. Bestiari durante l'infanzia, come dice Durand, bestiari durante l'età adulta.
La balena la adoro. Rappresenta le maestosità marine, il cetaceo più grande del mondo è sempre solitario, si ciba dei pesciolini più piccoli e non vuole essere disturbato.
La caccia alle balene la trovo una cosa disgustosa.
Poi c'è il cane. Il cane è fedele come un bidello.
Il gatto è dolce come un amico persiano.
Il topo è schifoso come un pacco di sigarette vecchie.
La rana è bella, la vedevo al Verdura, durante gli anni del mio apprendistato lavorativo nel 1990. Ascoltavo l'operetta allora.
La mosca è fastidiosa come un compito che attendo.
Svegliato alle sei. Finalmente è l'ultimo d'agosto, pare che l'estate sia passata senza tanti lutti.
Sono con Lorenzo, ha dormito da me e stiamo ascoltando una musica di Bach. Lui ha un colloquio di lavoro, io sto andando al mio lavoro.
Mamma sta bene e sono felice. Mi piace questa giornata. E' il compleanno di una mia cara amica che non sento da secoli: Marinella.

Luigi Pirandello, depressione

DEPRESSIONE
Atomo umano, enorme è la natura.
L ’esser t ’investe e ti trascina. Invano
contenerlo vorresti: ei non ti cura,
ei va per le sue vie, atomo umano.

Io piú sitir non vo ’ la sorte oscura
de l ’avvenire: come un uragano
nel passato ei rovesciasi e s ’oscura,
tutto vorando l ’esser nostro vano.

Spengonsi a lento ormai nei polsi bassi,
e nel cervel, cui fanno assedio i dubî,
le fantastiche febri del desio.

Atomo umano, guarda in ciel le nubi:
estraneo a tutto sei, estraneo passi.
Scenda pei sogni miei, scenda l ’oblio.

Lorenzo Ambrosetti, devo lasciarti

Devo lasciarti, lo sai
E mi dispiace
E’finito il tempo delle nostre stagioni
Si avvicina l’inverno e la pioggia
Laverò le mie lacrime sulla strada bagnata
Ti dirò le ultime parole d’amore
E poi me ne andrò per sempre via
Era bello innamorarsi della vita
Mantenere costante il ritmo dei giorni
Contare le stelle con le dita
Ma quando me ne sarò andato
Ti scriverò una lettera
In cui non mentirò su ciò che è stato
Un amore dura sempre
Perché è più forte della morte
E vince il tempo e gli anni
Allora lasciamoci le mani
E corriamo verso l’azzurro del cielo
Forse ci rivedremo già vecchi
Forse non ci rivedremo più
Per me conterà sempre ciò che eri
E che ora non sei più

lunedì 30 agosto 2010

tre tarocchi raccontati da me

IL MATTO

Con la sua bisaccia va per il mondo. E’ completamente pazzo, sembra l’Orlando dell’Ariosto.
Se esce dritta significa entusiasmo, stravaganza, delirio, frenesia, incertezza, disinvoltura, passione.
Se esce torta scelta errata, apatia e sbaglio.

Il matto è lui che mi sta a osservare, è il mare in tempesta quel pomeriggio ai Candelai. Quello sguardo storto mentre ti invitavo a cena. Il delirio sui froci.
Il matto è coerenza spinta all’estremo, droga, supervisione alta della realtà.

Tiene in mano un bastone e una bisaccia. Un cane gli afferra il polpaccio. Cioè le sventure gli stanno sempre al lato. E’ vestito come arlecchino.


IL MAGO

Coi suoi strumenti misura la precisione. Ha sul tavolo due coltellini e tiene in mano un binocolo. E’ uno che guarda oltre, che dà in pasto agli allievi il de divinatione di Cicerone.
E’ un mostro di bravura. Rappresenta la volontà personale.
Dritto destrezza, astuzia, originalità, creatività, confidenza in se stessi, forza di volontà. Storto, mancanza di volontà, insicurezza, indecisione.

Ci dobbiamo ficcare in testa che è certosino. Ed esce certe notti e va a Mondello a prendersi dei cioccolattini e a farsi le foto.


LA PAPESSA

Maestra d’impazienza, saggia, col buon senso, si potrebbe dire di una signora che vada a fare la spesa. E invece, è tutto vero, l’ho vista a Mondello, sgambettare con la corona d’alloro in testa. Circondata da rovine, o castelli della memoria. Celibato, ovvero mancanza di desiderio sessuale, serenità, oggettività, previsione, percezione dell’occulto e del reale, impassibilità nel fare qualsiasi scelta, se non quella di prendere un volo per Parigi. Al contrario, ignoranza, incomprensione, egoismo, leggerezza. Insomma la papessa al contrario è leggerezza!

Essa ha un manto giallo dietro il collo. Tiene in mano un libro ed è vestita di blu, verde e rosso.

duo

Sto con Lollo, che mangia. Questo post ha il sapore mieloso di un diario. In effetti tutto il blog un po' lo è. Sto leggendo Le Grazie di Foscolo e una critica sul Petrarca, continuo col mio Petrarca, in questa serata fresca di fine estate.
Continuo le mie meditazioni sull'immortalità, sul caduco senso del tempo (di umbertina memoria) - però ai poeti del nulla la Mansueto opponeva un sano cristianesimo - sul vano e sull'ovvio.
Vorrei accingermi a scrivere un romanzo ma non si possono fare due cose contemporaneamente. Questo è assodato.

Foscolo, Le Grazie

Ma dove, o caste Dee, ditemi dove
La prima ara vi piacque, onde se invano
Or la chieggio alla terra, almen l'antica
Religïone del bel loco io senta.
Tutte velate, procedendo all'alta
Dorio che di lontan gli Arcadi vede,
Le Dive mie vennero a Trio: l'Alfeo
Arretrò l'onda, e die’ a’ lor passi il guado
Che anc'oggi il pellegrin varca ed adora.
Fe' manifesta quel portento a' Greci
La Deità; sentirono da lunge
Odorosa spirar l'aura celeste.
Eccelse l'ore
volano sui tetti
due piccioni mi hanno rincorso
col loro fare austero
pareva volessero dire
seguimi, voleremo in alto
sulle alture dei palazzi
rinvenendo un amore
perduto, sacrificato, conflittuale
mentre Lollo gioca col cane,
nella stanza 46 bis, del casermone.

Il senso della fine di Lorenzo Ambrosetti

Il senso della fine m’accompagna.
Ci sono giorni e poi giorni che s’incrociano.
Come la tela intessuta dal ragno il mio progetto si dipana.
Senso dà senso alle parole.
L’unica cosa che mi resta in questa moltitudine di voci.

Modigliani

La pittura di Modigliani è leggermnete sinistra. Sinistra nel senso che porta dietro sé un incubo. Le sue donne gialle, le sue forme sghembe altro non sono che l'inconscio disperato del pittore che pare fuoriuscire dal quadro.
La breve vita di Modi, tutta dedita a droghe e alcol, inizia nel 1884 a Livorno e termina nel 1920 a Parigi. La sua meta preferita fu Parigi dove raccolse giovani pittori nei suoi studi di Montmarte e Montparnasse. Lo scrittore morì di tubercolosi lasciando una donna incinta che il giorno dopo della sua morte si buttò dalla finestra.
Le opere di Modigliani scandagliano l'anima. Egli è - al pari di Schiele - un maledetto, nel senso che l'arte domina la sua breve esistenza al punto da subentrarne.
I still want to see
between the purple vine
Flower blessed
an angel protected

a garland of love
violet dawn
that reflected the sky
the day is reborn
De dood zal komen en zal je ogen
deze dood die ons vergezelt
van 's morgens tot' s avonds, slapeloos,
doof, als een oude wroeging
of een absurde andersom. Uw ogen
zal een leeg woord,
een stille schreeuw, een stilte.
Dus zie je ze elke ochtend
Wanneer u leunen op jou alleen
in de spiegel. O jee, hoop,
Die dag zullen ook wij weten
dat je leven en je bent niets.
Voor iedere dood heeft een uitstraling.
De dood zal komen en zal je ogen.
Het zal zijn zoals het opgeven van een ondeugd,
hoe te zien in de spiegel
hervatten dode gezicht,
als luisteren naar gesloten lippen.
Daal af in de draaikolk dom.

giornata

Giornata bella, piena di passione. Senza Cetty però, che fa la stronza.
Non mi chiama, non si fa sentire e dice che devo cambiare qualche atteggiamento.
Non so perché mi prendo tanta pena per lei, forse mi sto innamorando.
All'innamorato vanno perdonate certe cose, come il compiangersi e il riempire di tristezza le giornate.
Sto leggendo Petrarca e Foscolo nei classicitaliani.it, le rime del Petrarca mi fanno pensare a Cetty, la prosa del Foscolo a me stesso.
Ma, speriamo che tutto vada a buon fine.
Ciao Silvano

poesia

Accedo
alla posta non desiderata
e guardo nei tuoi occhi da ballerina
da negromante, da pantera
e vedo il vuoto più nero, uno zaino
che scorre da una casa all'altra
una circospezione di affetti
e un'educazione meravigliosa

Cesare Pavese - Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

questa morte che ci accompagna

dal mattino alla sera, insonne,

sorda, come un vecchio rimorso

o un vizio assurdo. I tuoi occhi

saranno una vana parola,

un grido taciuto, un silenzio.

Cosí li vedi ogni mattina

quando su te sola ti pieghi

nello specchio. O cara speranza,

quel giorno sapremo anche noi

che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Sarà come smettere un vizio,

come vedere nello specchio

riemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso.

Scenderemo nel gorgo muti.
Mi fai disiare
della tua presenza, dici che mi devo rilassare
invece io ho desio di stare solo con te
nelle alture delle mie case

Mi fai disvisare
la tua indolenza mi annienta
non so perché
forse dovrei farmi i cazzi miei

Mi fai disvisare
con le tue complicità femminili
ch'hanno un sapore troppo antico
per un modernista come me.

poesia

Il tuo passo degno
è un acciotolato in disuso
scrostato dal sangue delle vittime del racket
o dei commercianti appesi
delusi dalle poche vendite

Il tuo passo è grazioso
come di un cancro appeso al suo ariete
te che ti fai desiderare
e io mi struggo nel mio tormento
di quarantenne.

Il tuo passo non si accorda con me
e io penso che sia tutto dificile
in questa vita: quando si aggiusta una cosa
se ne sfascia un'altra.

domenica 29 agosto 2010

via Dante

Acciotolati neri di teatro,
coni gelato
alla Clinica Noto
per un ennesimo saluto
oltremare
un virgulto di serenità e sirene
che danno l'estremo saluto al partoriente
seduto giammai sulla chiglia
della nave in tempeste.
In vita fui marinaio
ora sono cocchiere sulla tratta
Trapani-Favignana
n°336.

Petrarca

Sto leggendo il canzoniere di Petrarca. In vita e in morte di Laura. Le poesie sono splendide. V'è un pensiero sotterraneo che le lega, un filo sottile, come se la seconda parte fosse la critica della prima. La critica al proprio io che in Petrarca così come in tutti i trecentisti è Dio. La bella Laura invece è l'altro, con tutte le sue idiosincrasie, le sue virtù, i suoi vizi, i suoi balzelli.
L'unione con Dio e con l'Altro, con l'io del poeta e con Laura, tutto questo è il Canzoniere, ovvero rerum vulgarium fragmenta targato 1300.

domenica fottuta

Domenica fottuta di solitudine. Cetty non telefona, il mio amico neppure. Allora conto le ore e i giorni e penso a Petrarca e al suo amore e a quanto sia bello rimembrare il tempo passato come Leopardi. Le esperienze fatte acquistano più vigore.
Giro e rigiro il pulsante del mio ascensore in attesa di qualche novità. Accendo e spengo la radio più volte, sono sull'orlo di una crisi di panico. Chiamo Ursula ma mi dice che è impegnata. Allora è li che viene la felicità. Godersi per un po' la solitudine, godersela per un po', senza persone che ti stanno vicino, tu col tuo mondo senza tanti stratagemmi.

Canzoniere, LXXXV

Io amai sempre, et amo forte ancòra

e son per amar più di giorno in giorno

quel dolce loco, ove piangendo torno

spesse fiate, quando Amor m’accora.

E son fermo d’amare il tempo e l’ora

ch’ogni vil cura mi levâr d’intorno;

e più colei, lo cui bel viso adorno

di ben far co’ suoi essempli m’innamora.

Ma chi pensò veder mai tutti insieme

per assalirmi il core, or quindi or quinci,

questi dolci nemici, ch’i’tant’amo?

Amor, con quanto sforzo oggi mi vinci!

E se non ch’al desio cresce la speme,

i’ cadrei morto, ove più viver bramo.

Petrarca, Canzoniere LXXV

I begli occhi ond’i’ fui percosso in guisa

ch’ e’ medesmi porian saldar la piaga,

e non già vertù d’erbe, o d’arte maga,

o di pietra dal mar nostro divisa,

m’hanno la via sì d’altro amor precisa,

ch’un sol dolce penser l’anima appaga;

e se la lingua di seguirlo è vaga,

la scorta po' , non ella esser derisa.

Questi son que’ begli occhi che l’imprese

del mio signor vittoriose fanno

in ogni parte, e più sovra ‘l mio fianco;

questi son que’ begli occhi che mi stanno

sempre nel cor colle faville accese;

perch’io di lor parlando non mi stanco.

Il balcone

Molte volte ho pensato a un balcone e molte volte ho voluto farlo teatralmente, almeno nella scrittura. Così è nato Vucciria, che ha letto solo un mio amico, che è un rifacimento del balcone di Jean Genet.
Balcone come abbanniata, come anima siciliana al parossismo, come vita di fuori, come affezione.
Balcone come liberazione, come scossa adamantina alle tre del pomeriggio, come velocità di esecuzione. Dal balcone le nostre donne urlano i nomi dei loro mariti e dei loro figli, mettendovi una noia e una foga indescrivibili.
Di solito, metti che uno si chiama Salvo, la dizione è Saaaaaalvoooo.
Balcone come cultura settecentesca, illuminismo dei pensieri.

girusalemme , 3 e 4 ottava

Sai ca cure u munnu unne cchiu biersi
ri su rucizzi u Parnaso ruffiano,
e cu viru, cunnito ammogghiu ntra li versi
i chiu schivi allittannu ha persuasu.
Accussì au picciriddu malatu remu aspersi
ri suavi liquora l'urlu ru vaso:
amaru succu, ingannatu, iddu vivi
e r'ungannu suo a vita ricivi.

Tu, compare Alfonso, ca ritogli
au furor ri furtuna e guidi nnu portu
mia peregrino erranti, e fra i scugghiuna
e tra l'unni agitato e assorto
chissi mie carte nna lieta frunti accuogghi,
cha quasi in vutu io benedette ti porto.
Fursi un ghiornu sarà ca a pinna presaga
usi scrivere ri tia chiddu ch'ora accenna.
Dice Il Povero (presentandosi alla casa del Ricco):

Per mercè vôi che vedete

La dolente carne nuda,

Se podere alcuno avete,

A una necessità sì cruda

Sovenite, che mia vita

Non faccia sì dura partita.



Il Ricco, dice al Povero:

Assai pietà de voi ce prende

Che sì pover te vedemo;

Ma tale scusa ce defende,

Ch'aitare non te podemo.

Vanne a colui ch'à dell'avere,

Che de bien fare à 'l buon podere.



Il Povero:

Tu se' ricco, per Dio,

Fanne alcuna caritade,

Chè bien sano non so' io

Colla molta povertade,

Per l'amore de chi l'à dato,

Acciò te sia raccomandato.



Il Ricco:

Chi è colui che i' m'à donato

Che per suo amor io te ne dia?

Io sì 'l m'aggio aguadagnato

Procurando nocte e dia,

E parte fo del pate mio,

Però te dico: va con Dio.

vangelo

Leggo sempre il vangelo che è d'una bellezza esaltante. Oggi si parla dell'invito a nozze e di non mettersi mai in prima fila, ma sempre all'ultima così al massimo si può esser venire introdotti in prima. E' una parabola eccezionale.
Se avessi dei figli leggerei loro il vangelo, oggi se ne sente tanto il bisogno che una parabola vale molto più di un intero giornale.
Il vangelo ha sempre qualcosa da dire, di giusto, di illuminante, di segreto, di occulto che è sempre bene accetto.
Io lo lego tutti i santi giorni e vi consiglio di farlo
Addio
Silvano
Finalmente ho chiamato Ursula e mi ha risposto. Ora ci vado. Prima passo a prendere un po' di dolcini e poi ci vado. Finalmente questa domenica che non voleva decollare, ora lo ha fatto in maniera egregia. Alle sette Ursy aveva il telefono spento, magari dormiva d'un sonno d'acciaio.
Ora scendo, je vous salue...

Rihanna

La voce di Rihanna è veramente sublime. Calda e pastosa, non cede mai alla volgarità.
Così perfetta, tanto che ho scaricato il suo album sui Bearshare.
Certe volte duetta, certe altre è sole. Ed è questa la mia situazione, certe volte duetto, certe altre sono solo ma con maman che è una presenza deliziosa.
Il sound è hip hop, ovvero un'evoluzione soft della tekno, che è di così gran moda.
La sua canzone Umbrella è stata ripresa anche dagli Scissor Sister.

teatro Biondo

Il teatro Biondo, l'amore dei miei vent'anni e dei miei trenta. Vi ho recitato nei panni di una signora vecchia in mouseptrap di Clara Gebbia. Poi vi feci un corso di teatro e poi i pavoni di Michele Perriera. L'aria si respirava attraverso un finestrone sopra gli spalti.
Il liberty delle decorazioni dei palchi era splendido, comunicava sensazioni di benessere immenso. Il primo anno prima dell'infarto del maestro andavo dalla Vigneri e anche dopo credo. L'ultima prova la feci con un febbrone da cavallo.
Furono gli ultimi anni della gestione Orlando, così divertente, così piena di avvenimenti che ora viene quasi da piangere con la gestione Cammarata.
In any case. je vous salue.
Silvano

sabato 28 agosto 2010

sonetto

Così t'en vai sentendoti lodare
benignamente angusta
la tua tenzone ti fa allumare
la vergogna della locusta

Tieni in mano l'innocente
verso del progresso
che dice che siamo nati per l'ente
che non vuole il regresso.

Ma pieni di Freud
come faremo a non svelare l'inconscio
che si svela sotto il conscio

Scatteremo con la polaroid
all'interno di un bosco
che ancora non conosco.

canzone

Io non volea mirarti
nella beltà del tuo splendore
che a volte lente scendon l'ore
al tuo destin coinvolte

Spari sopra il verso accentuato
non hai altro da fare che studiare
e poi cammini sull'acciottolato
prendendoti arie da laureato.

O chiave aprimi le porte della vita

scenderemo insieme alla fine
del mondo in bare rilucenti
e dai colori ardenti

per ora incantati di tua esistenza
e progredisci la semenza
col dolce suono della lira.

dieci

Conteremo sempre dieci. Dieci scale, dieci minuti, dieci millesimi di secondo per riacquisire il mondo nella sua interezza.
Dieci piani di morbidezza, dieci rotoli di convenienza.
Dieci come il numero della ruota della fortuna.
Dieci pezzi di pane, dieci righe di un romanzo, dieci righe di una poesia, dieci note, dieci righi di uno spartito.
dieci!

scale

Le scale danno un piacere tutto particolare alle dita. Te le fanno sentire più elastiche. Se studi le scale per pianoforte ti senti meglio. E' un dato di fatto. Si chiama arteterapia.
Per far teatro basta un pianoforte. La bellezza della crezaione musicale fotte la solitudine, me ne sono accorto l'altro ieri mentre ero solo.
La zia Amèlie
andava riscoprendo la sua scrivania di vetro
mentre lo zio Paul, fumava la sua pipa,
e nell'altra stanza la signorina Auster contava gli spartiti
e Federico componeva lungo gli organi della stanza grande
e Daniele e il barbuto Collisani ripetevano le litanie medievali
da iscrivere in rotoli bucherellati
col sole a poppa,
in quel di via Emerico Amari n 46,
mentre la casa della prof era a XX Settembre
rosa come un confetto
sbiadito.

poesia

Vola una rosa
sulle alture dei pozzi
le lamentele delle mogli
dei detenuti. E te che stai muta
come una sostanza eccelsa chiamata
ragione.

Violi per te il mondo
a partire da un ferro vecchio
trovato in corso gemellaro 22
sulla tua tuta la zia Dora
ritornò dritta sui suoi anni
manifestando un rancore.
Keats poi dormiva sul desktop
come un ronzio familiare
il ronzio assillante e mieloso del genere umano.

Devo tradurre
le metemorfosi ma è difficile
come infilarsi un paio di scarpe
troppo corte per il piede
o un paio di pantaloni
gelosamente comprati da te
rivedere i patrigni
nell'ora delle abluzioni.

Il ventinove agosto
fu ammazzato Libero Grassi
e siamo stati tutti più soli.
Il ventinove Agosto
questo maledetto questuare
s'era fatto sangue
e mi ricordo la vedova Bonsignore
che piangeva anche suo marito.
Arises a chorus
the colors of an impressionist painting
or expressions
then the ice
soaked in cherry
the sun faded a tarot
squint always have been
rimmed with green nipples
and polyphony
shame.

poesia#14 in portoghese

Surge um coro
as cores de uma pintura impressionista
ou expressões
então o gelo
embebido em cerejeira
o sol desapareceu um tarot
vesgo sempre foram
rimmed com mamilos verde
e polifonia
vergonha.

poesia#14

Insorge un coro
ha i colori di un quadro impressionista
o espressionista
poi il ghiacciolo
imbevuto d'amarena
al sole d'un tarocco sbiadito
strabico lo sono sempre stato
coi capezzoli cerchiati di verde
e la polifonia
della vergogna.

poesia#13

Vorrei andare in via XX Settembre
e vedere te che stiri le tue piume di cristallo
vorrei andare in via Leopardi
e trovare un altro lavoro
vorrei andare in Via Giusti
e rivivere Franchina
vorrei andare in Piazza delle 5 giornate
e vedere la statua verde
in via de calzaioli
e prendermi un gelato all'arancia
in via Giotto
e piantare una palma
in corso Tukory
e incendiare un portone
in Piazza Lolli
e vedermi un film con mamma
in via pignatelli aragona
e contare i libri
che contavo quando c'eri.
Erano biografie
di uomini impazziti
pel potere.
Li leggevi sempre.

alda merini

Il tuo amore mi ha riempito di rughe
e mi sento come un albero
nato perfetto e indomito
invecchiato in un'ora.
Le mie quattro radici
quattro figli perfetti
tengono in vita un tronco
che sta per morire.

mitologia

La mitologia è importantissima nel comporre poetico. Essa offre spunti meravigliosi. In genere qualsiasi euristica può divcentare una forma di ispirazione. Parlare di Apollo e le Muse non è meno importante di parlare della torre capovolta o del matto o dell'appeso. Ogni forma di euristica porta in sé una filosofia come ben ha spiegato Plebe.
Se ne stava tutto solo a Villa Igea o certe volte col suo Emauele.
Miti della facoltà di lettere e filosofia.
Adieu.
Nuovo post al ghiacciolo all'arancia, per una giornata ch'ha tutta da venire. Incensurato lo sono. Senza soldi anche. Mi è finito lo stipendio, che vergogna, e siamo ancora al 28. Dovrò chiedre soldi a maman per il resto del mese.
Per il resto sto bene. Non mi posso lamentare. Ascolto il jazz che è uno sballo.
Non mi si caricano più le foto dalla macchina fotografica, non so perché. La voce di mia zia Dora mi rincuora, è qui da me ed è tornata da poco da Favignana.
Sto leggendo la prosa di Pavese, sul mito ed è una lettura spettacolare. Ma perché si è ammazzato. Per il resto ieri mi sono fatto dare un numero di telefono, di Florinda, con la quale potrò scambiare qualche parola anche dal lavoro.
Vi bacio tutti
Silvano
Catty si muove per la cassa con una grazia tutta particolare, si accende le sue sigarette, guarda dal balcone. Che bellina! Si potrebbe scrivere un romanzo su di lei e lei s'inkazza perché è citata nel blog.
Catty è dolce e quieta. Solo poche volte va fuori di testa. In generale è assennata d'altronde è un cancro ascendente ariete, come potrebbe essere altrimenti.
Post va di bocca in bocca e supera i confini del mio studiolo.

Frank Sinatra

Frank Sinatra come liberazione dai sensi negativi, come America allo sbaraglio. Palazzi di vetro e tanto wiskie, inferno di cristallo, voce calda e pastosa come nessun altro.
Sinatra come tranquillità d'animo, sorbirsi il proprio caffè in tutta tranquillità. Acuti da impazzire e tanta bellezza. Ve la auguro a tutti voi che leggete.
Nuovo post al sorbetto d'arancia per un sabato tutto libero e bello.
La gente comincia a pretendere le mie cose, ma io non le darò mai. Ieri una giornata piacevole, oggi un po' di nervosismo.
Ma sta passando. Oggi ho un'energia straordinaria e dovrò impegnarmi in ogni circostanza, dice l'oroscopo di canale 5.
ciao

venerdì 27 agosto 2010

coca cola

Giro faticosamente il tappo della coca cola
e vedo alla tv una discussione di Mike Bongiorno
sulla solitudine umana.
Mi aspetta una congerie di significanti
sulla comunicazione pubblica
e intanto penso a te che te ne sei andato
come un oltraggio alle nostre esistenze
in silenzio
nel vuoto di via Castrofilippo
ove mille volte ci vedemmo esausti per tanto di vivere.
Tu col tuo pennello ingrato
io con la mia penna instabile.

passpartout

La via che mi porta al mondo di cuccagna è piena di buche. Essa passa per via Serradifalco, poi attraversa Piazza Principe di Camporeale per poi addentrarsi in via Cipressi. E' l'eldorado del mondo, il cannibalismo cieco fatto carne, il sogno ad occhi aperti, il benessere acquistato. Ma mi aiuta certe volte, a non restare impantanato. Nella normalità. Detesto la normalità e chi la propugna. Mi piace la diversità, l'eccesso, il grido.
Rivedo Pinocchio, ma anche l'ottovolante con Federico e la televisione alle otto di sera.

Chopin di Marcel Proust

mer de soupirs, de larmes, de sanglots
Qu'n vol de papillons sans se poser traverse
Jouant sur la tristesse ou dansant sur les flots.
Rêve, aime, souffre, crie, apaise, charme ou berce,
Toujours tu fais courir entre chaque douleur
L'oubli vertigineux et doux de ton caprice
Comme les papillons volent de fleur en fleur;
De ton chagrin alors ta joie est la complice:
L'ardeur du tourbillon accroît la soif des pleurs.
De la lune et des eaux pâle et doux camarade,
Prince du désespoir ou grand seigneur trahi,
Tu t'exalte encore, plus beau d'être pâli,
Du soleil inondant la chambre de malade
Qui pleure à lui sourire et souffre de le voir...
Sourire du regret et larmes de l'Espoir!

Torre del lago

Mi ricordo della mia vacanza a Torre del Lago(Lucca). Com'è stata bella! Ho afittato subito una biciletta per scorazzare meglio in paese.
Torre del Lago è un paesino della Toscana, non molto antico in verità, è stato più volte rifatto. Mi piaceva andare alla spiaggia gay, vedermi la televisione nel Bed and Breakfast di Libano il quale mi ha anche prestato dei soldi. Il bancomat non mi funzionava! E poi le feste al MAma mia e la cena finale con la comitiva di genovesi con cui avevo stretto amicizia. Le fumate guardando il telegiornale dalla camnera Donizzetti, piano tera, interno 8.
Ci tornerei domani.

cosa facevamo per venti euro

Con Massi, che ora non c'è più, ne facevamo di tutti i colori per avere venti euro.
La prima domanda era: tabaccaio (un tabaccaio che mi presta dei soldi), poi, se il tentativo riusciva fallito era: parruchiere (a lui un parrucchiere prestava dfei soldi), se anche questo tentativo andava a male, giravamo in motore in città e chiedevamo a qualsiasi persona potessimo conoscere entrambi.
Era divertente, era un essere accattoni, mendicanti, e tutto questo ci faceva passare il tempo in allegria, come due matti.

felicità

La felicità non si misura in palmi, è uno stato umorale che discende dall'amore per la vita, per le cose che hai, per il tuo presente e per il tuo passato.
La felicità è una madre che ti vuole bene, un padre che ti vuole bene, un mazzo di tarocchi, una giornata di lavoro ben riuscita, una partita a nomi cose città animali.
La felicità è uno stato umorale. E' quando tutte le cose si incastrano bene, quando non hai conflitti con gli altri, quando sei in una parola, sereno. In pace con te stesso.

Nessuna qualità umana è più intollerabile nella vita ordinaria, né in fatti tollerata meno, che l'intolleranza.

Scherzo di Giacomo Leopardi

Quando fanciullo io venni
A pormi con le Muse in disciplina,
L'una di quelle mi pigliò per mano;
E poi tutto quel giorno
La mi condusse intorno
A veder l'officina.
Mostrommi a parte a parte
Gli strumenti dell'arte,
E i servigi diversi
A che ciascun di loro
S'adopra nel lavoro
Delle prose e de' versi.
Io mirava, e chiedea:
Musa, la lima ov'è? Disse la Dea:
La lima è consumata; or facciam senza.
Ed io, ma di rifarla
Non vi cal, soggiungea, quand'ella è stanca?
Rispose: hassi a rifar, ma il tempo manca.

Voi ch'ascoltate... (francesco petrarca)

Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono



Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond'io nudriva 'l core
in sul mio primo giovenile errore
quand'era in parte altr'uom da quel ch'ì sono,

del vario stile in ch'io piango et ragiono
fra le vane speranze e 'l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me mesdesmo meco mi vergogno;

et del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,
e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno

Giovanni Pascoli, sera festiva

SERA FESTIVA

O mamma, o mammina, hai stirato
la nuova camicia di lino ?
Non c'era laggiù tra il bucato,
sul bossolo o sul biancospino.
Su gli occhi tu tieni le mani. . .
Perchè? non lo sai che domani ... ?
din don dan, din don dan.

Si parlano i bianchi villaggi
cantando in un lume di rosa:
dall'ombra de' monti selvaggi
si sente una romba festosa.

Tu tieni a gli orecchi le mani...
tu piangi; ed è festa domani. .
din don dan, din don dan.

Tu pensi . . . oh! ricordo: la pieve . . .
quanti anni ora sono ? una sera . .
il bimbo era freddo, di neve;
il bimbo era bianco, di cera:
allora sonò la campana
(perchè non pareva lontana ?)
din don dan, din don dan.

Sonavano a festa, come ora,
per l'angiolo; il nuovo angioletto
nel cielo volava a quell'ora;
ma tu lo volevi al tuo petto,
con noi, nella piccola zana:
gridavi; e lassù la campana. . .
din don dan, din don dan.

Alla luna (giacomo leopardi)

O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile,
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!

Orfeo ed Euridice

Orfeo tra gli animali. Voleva vedere la sua Euridice per l'ultima volta e morì. E' un po' il mitema dell'attrazione uomo donna. L'uomo che cerca sempre di guardare la donna, di ri-spectare e viene ucciso dalle forze superiori. Orfeo aveva fatto un patto con gli inferi. Non girarsi per guardare la donna.
Euridice, colei che dice bene, era piu' forte del proponimento di Orfeo. Una bella storia che andrebbe raccontata ai ragazzi e a C***.
ciao ciao
L'arpa e il contrabasso, i miei due strumenti preferiti, li vorrei studiare prima di schiattare. Per ora suono il pianoforte e il flauto, vorrei aggiungere questi altri due strumenti. Il contrabasso lo trovo meravigliosO, sembra una viola da gamba ma ha i suoni bassi di suspiria.
L'arpa la trovo gentile e accattivante come un gelato al limone.
Oggi il tempo non passa mai.
Caty è sempre inkazzata, non so perché. Sarà la sua natura. Vorrei una donna normale, che non s'inkazza ogni piè sospinto e non si piange addosso. Ma tant'è. Dobbiamo accontentarci.
Post vai di bocca in bocca ma non più di tanto perché non vorrei che le mie personali sensazioni andassero troppo pubblicamente in giro.
Per intanto continuo a lavorare adieu.
Finalmente Venerdì. Giorno di chiusura. Giorno che prelude a un we postmoderno, in salsa piccante.
Voglio andare a Caracoli con la mia cara Cetty e poi riposarmi e godermi la mattina a casa.
Mancano due ore alla fatidica uscita e non sto quasi sulla pelle.
Adieu.
Silvano Baldi

post

Ieri sera mangiato con mamma da taco loco, molto piacevole.
Maman è una persona a modo, dalle mille risorse, che non smette mai di prendere la vita con tutta la foga dei suoi sessantacinque anni.
Ieri ho visto anche papà. L'ho trovato bene e c'è una forte sintonia tra di noi. Adesso sono al lavoro dove devo stampare dei certificati di frequenza ai pon.
Catty la vedo distante, tutta presa dal suo mondo. Per fortuna c'è Ursy dove mi posso rifugiare quando Catty se ne sta per il fatti suoi.
Disse e Jean entrò alla porta, una porta di quelle scorrevoli che danno sul salotto e nell'armadio dei profumi. Madaleine stava scrivendo una lettera d'addio ed era tutta presa da quest'occupazione che quasi non s'accorse di Jean. Che fai, domandò, perplessa e lui, sto contando le carte che ci separano dal nostro matrimonio. Ancora di matrimonio vai parlando, disse Madeleine, è cosa fatta. Ieri papà m'ha detto che la solitudine è una cosa brutta perché t'arrovelli nei tuoi pensieri, in effetti è la verità.

giovedì 26 agosto 2010

Cammina, va

Cammina, va
poseremo la nostra ombra su altrui sconfitte
cammina, va
scambieremo il nostro urlare
per qualcosa di pacifico
cammina, va
dì a tutti che mi piace la via con tutti i suoi colori
e i sapori del tempo perduto
cammina, va
solo soletto nei campi abbandonati
dall'aratro.
Cammina va
e porta a tutti la buona novella
il re è salvo e anche la regina
gemono soltanto l'imperatore e l'imperatrice
e poi il matto che dà sempre di testa.
Cammina, va
e vai di bocca in bocca
per riserbar l'onore perduto
o le stanche membra
su cui t'appoggi
sconfitta per un'ultima fatica.
Cammina va,
e solcheremo insieme il giorno del giudizio.
Cammina, va
saremo d'accordo su tutto il resto
in una città afosa e impolverata.
Cammina, va
e porta questa canzone all'amata.

poesia#12

vedo solo te che leggi
il tuo florilegio d'amore
impazzito per un nonnulla
estasiato dagli occhi verdi di tua moglie
seduto
sulla scrivania come un matto
scrivi sulle disperate carte
il tuo sigillo d'oro.

specchio

Specchio, specchio delle mie brame, dimmi chi è il più bello del reame.
Ma sono io di certo.
Molte volte ho a che fare con lo specchio, specchio in ascensore, specchio in bagno, specchio in salotto, mi rimanda certe volte immagini catastrofiche, certe altre belle e incoraggianti.
Chi vivrà vedrà.
Specchio come conferenza, come doppio eterno che ci riscalda le giornate non fenomeniche, quelle più dure per così dire, e che accorciano le distanze.
Mi pare di star parlando come Heiddeger, col suo pessimismo.
Specchio come avventura, unione, trasporto, autismo, menzogna, verità rivelata, jazz, colore viola, il viola è il colore dello specchio.

Zisa

Vorrei essere alla Zisa, nel duecento, circondato da eunuchi e flautiste coi piedi ammollo.
E' il pensiero di questa giornata, così ricca di avventure e di lavoro.
Magari con uno schiavetto (negro) che mi fa fresco con una pampina d'ulivo.
La mia amica Fernanda con la quale abbiamo spattato del tutto mi diceva delle meraviglie della Zisa del duecento e mi descriveva tutto il sistema di acque e ventilazione all'interno del castello. Ecco vorrei essere là.

candy

Candy, l'amore dei miei dieci anni, tutta bionda e ossigenata pronta a fare l'infermiera.
Ce lo vedevamo a casa Scavuzzo tutti seduti sulle poltrone di pelle anni 60.
Una cosa carinissima. Eravamo Vale, VAle, Gabri, Ooselita ed io.
LA trasmissione cominciava verso le 5 e durava per 45 minuti.
La storia era bellissima, ogni volta v'era un problema da risolvere per Candy e usava ogni astuziua per farlo. Gli altri personaggi erano Albert, Antony, e tanti altri di cui adesso non ricordo il nome.

humanitas

L'humanitas, come diceva Papa Ratzinger, è una cosa importante.
Quando ti fissi troppo sulle cose è allucinante.
Bisogna calcolare molto le persone, anche se queste sono reticenti o antipatiche.
Il femminile anzitutto è molto più pauroso del maschile, e questo è da tenersi in conto. Poi la reticenza è segno di complicità, di strada insieme, di cammino appaiato.
Il brusio è una dimenzione umana che mi piace da matti. Siamo degli animali parlanti non c'è che dire, diciamo tutti le nostre cose e ci uniformiamo gli uni agli altri senza tanto darlo a vedere.
Intanto si sta facendo l'una e mi sto svegliando adesso. Dopo la terza sbornia di caffe bollente.
Ho scritto molto su facebook e questo mi ha fatto molto piacere. Mi sento una segretaria alle prime armi.

gioco alle categorie

Gioco alle categorie, per ora, nomi cose, frutta, città animali e ci divertiamo un sacco con la Cetty a scovare le categorie più strane, mestieri, marche, idee, cose di casa. Con lei è divertente.
Le categorie sono un gioco molto bello, aristotelico, e ce n'è per tutti. Si fa contare l'alfabeto a una persona, poi si stoppa e l'altra dice la lettera. Dopo si scrivono tutti i nomi che vengono con la lettera prescelta.
Un gioco estivo, invece di stare ad ascoltare m20 sempre e comunque o Ella dal computer.
La cosa che più mi manca al lavoro è la musica. Mi sento come dimezzato senza la musica. Mi tiene un sacco di compagnia.
Oggi mi sono appanicato verso le dieci perché il tempo non passava mai. Ma l'esserci è già una cosa, come diceva Heidegger Mi hanno dato un sacco di lavori.

damigiana

Una damigiana per non impazzire, una damigiana che mi ricorda l'infanzia al camping trinacria quando si tirava fino a tardi per guardare la luna, o le vendite sul muretto dei braccialetti di zinco.
Damigiana come simbolo della Sicilia, assetata, senz'acqua ma con molto vino.
Damigiana.

diffidenza

La diffidenza è tipica del palermitano. E anche il fatto di lamentarsi sempre.
Non c'è persona che non si lamenti, per il caldo, per qualcosa di metafisico e per qualcosa di patafisico.
Finalmente Franci mi ha chiamato ed è stato piacevole sentirmi lodare per il blog , da lui che è professore di filologia romanza.
Sono stipato nella stanza dei bottoni col signor Civiletti, che è muto come un pesce.
Mi sono alzato totalemte insonnacchiato, forse perché ier sera ho voluto fare la bravata di uscire alle undici alla ricerca di un po' di libertà. Cetty è uscita, è andata dal dottore. Si lamenta perché è citata nel blog, ma non capisce che non succede niente di strano.
Je vous salue.

mercoledì 25 agosto 2010

Ho appensa suonato tre pezzi per flauto: Berbiguer, Piazzolla e Petrassi.
Mica male. All'inizio il suono era sporco, poi , col passare del tempo si è aggiustato. Catty è rimasta sorpresa.

scuola

Tra la bandita e Acqua dei corsari c'è una scuola bellissima. Si chiama Istituto comprensivo Renato Guttuso e consta di tre plessi.
Al primo piano c'è una segreteria dove mi trovate ogni mattina dalle nove alle due.
Se volete potete venire a trovarmi.
Il lavoro è la base della nostra società. Senza lavoro non c'è sviluppo né futuro.
Qui lo dico e qui lo affermo.

winter 2001 2002

Non xiquo,
su per valle, o florilegio che tiene
per quest’amabilissimi abbandoni
in terra di Trinacria, ahi, non ne abbiamo più
le storie son finite: urge un’esperienza.
Carne
Tremula, addosso, auguri per il tuo trentesimo
Ricordi
Quando lo festeggiammo – il mio, dicevo – al loft?


Soli, ipogeo d’Inghilterra.

2
Allungare un winter in salamoia
Per questa folle notte di Amsterdam
Occupare il tempo tutto rappreso
Alle mille follie di tutto un secolo!

E poi accorgermi di te, sonetto alessandrino
Che sorseggi il tuo beato lime
Sulle capanne di Mondello, ti assicuro
Che bellezza la tua vita,
saprà di gioie e di cristalli
Di maripose e spasmi e di amanti.

Forse sono un po' lunatico
Ma è normale, il freddo siderale
Non può competere colle nostre serenate
E neanche quel vociare del compagno
Che dall'altrui stanza non fa altro che
Dinoccolare.


3
Oh canzone siderale del sette.
Fammi beato della settimana santa
E fammi ricordare
Di tutta l'usanza che s'annida
in questo secolo di matti
E fa che io possa ricordare
come si scrive
Se da manca a destra
O da destra a manca.




4
Folle pioggia d'estate
Che illumini le strade
Ridda di passi immemori
Scendono le scale.
Fa del tuo seno immemore
Follie di altre serate
E riedi
Secco andando
Per le candide mareggiate.


5
Poi annovera tra i più
chi più t'aggrada
E numera l'estate
Coi soldi delle paghe.



6
Candido molo d'autunno
Ricompari all'orizzonte
E portami a San Domenico
Piazza bifronte
Ove troneggia la latina scritta:
Veritatis fuit in ore eius.
Or something that
E ricomponi due serate
Trascorse a ricordare
Gli sciarponi d'oltremare.



7
Così ansioso andando
In questo pastrano della memoria
Mi ricompare Gaetano.
Ma perché in quell'albergo lontano
Che neanche ti si può porgere la mano?

Così rissoso andando
In questo pastrano dolciastro della memoria
Mi ricompare Kostia
All'otherside ti porgerò la mano.

Così famoso andando
In questo pastrano incompleto della memoria
Mi ricompare Ernesto
Appeso in una dark accanto al Getto.

Così gioioso andando
In questo pastrano stanco della memoria
Mi ricompare Santo.



8
Lime di mura contorte
Daini d'acciaio feroci di solitudine.
Voglio ritornare in Via Autonomia Siciliana
Numero 8
Per vedervi l'amata mia compagna.
Altro che professor di italiano ad Amsterdam!

9
Il mio acrocoro che stringe
montagne di umiliazioni.
Il mio acrocoro che sporge come un endecasillabo imperfetto. Il mio pene, ritto
Tra le mutande di un pederasta.

10
Fuori muore un triste solstizio
(veramente no). Ma rievoco ancora
lo spazio verde dell'abbandono
di Corradina. E io che restavo
appiccicato umilmente all'impiantito
di cemento dove la notte scorazzano i frosci.
Scrivo un amore interminabile
Al plasma.
Che seduce le mie giornate di esule.
Che s’accende di madreperla

Al volgere delle tue astute giornate
Hai cantato come non mai, o Musa,
hai cantato il nero dell’aria dei palazzi.
I quartieri

Che s’affacciano al mio cospetto
Sono neri di ruggine e d’amianto.
Non vale una canna
A far assopire le mie voglie.

poesie

trasloco

Le nuove ore che solcano i palazzi
Mezzi scatenati dai marosi di capodanno
Strepitano infanti esterrefatti,
la putredine brilla sopra i pozzi

Nei porti sale la maiestade, ahi, il
Bar corallo con l’aranciata orange…
Il tracollo beije di cui abbiam detto
Un soave cerchio e una scacchiera.
Ahi quando telefonavamo a schiera
Ai commercianti della nostra regione
Com’era bello litaniegggiare
D’arabo, alemanno e la Monroe.

***





Solca profonda l’odorosa morte
Di quiete fangosa ne abbiamo a iosa
Il turgido fremito benigno
Posato sul desco irrorato a rosa…




Sonnet 1
Ah che rigurgiti di moralità
Infantilismo e poi solo perdono
Nessun di voi m’insegnò la verità
E pure io ve n’ho fatto dono.

Non mi rischierò a chieder serietà
Ma per tristizia chiedo un condono
Un ardimento alla nostra voluttà
Ch’io son fatto tristo a quel che sono.

Per cui, o amato, voglio rincontrarti
Tu che lucidi le scale a Londinium
E ancora un po’ di te poi ristorarmi.

T’incontrai tra gli scogli verdi e arti
E non pensavo nemmeno a Parisium
E poi ancora e ancora e ancora amarti.




aspettativa
E’ di nuovo estate
La via del Bersagliere è semideserta
Non calca, non porto e nemmeno
maiestate.
Solo
Neanche un diporto
Per oggi, si sa,
Forse, andare a schiera

-Là onde ancora oltraggio si avvera-
e dire che di cose ne ho fatte,
andare a sbighellonare a Roma e in Oriente
con Dante a braccio e la mente mente
per tutto quello che perdona
non me l’aspettavo dalla tua persona.





Il porticciolo di Barcarello.

Rossa avanza la brughiera, è mezzanotte
Spuntano i fichi in giardino e l’aspra magnolia
Cede i suoi frutti al ghiribizzo dei venti. E io
Penso al giallo della strada per Barcarello






LA LETTERATURA


La letteratura

È come lo schizzo, procede da una parte all’altra senza esitazioni, contraccolpi.
Una poesia di Salvo, la
Piscina scuoiata di via Michelagniolo,
fu Leonardo
scorazzante tra i cancelli,
rossi di un’Estate biliardina,
e scabrosa…

E’ tornata ripugno d’affetti, la salamandra…
T’ho visto come la pansée rosa nel giardino dei Di Paola,
che schifo! Lui,
muto come un abbecedario in calore, e una mostra senza fine,
rovente di barba non fatta tre giorni,

lei, un tizzone ardente, bruna, altro che spagnola,
forte e iridiscente, come
un mare in tempesta
la ultima melma di Capodanno.

Forse un di s’io non andrò sempre fuggendo
O materna mia terra…





AUSTRALIA FROM PALERMO

E’ chiuso non si suona più,
lasciamo Guerino risolversela
coi mostri dell’abisso.

In quest’isola iena non canta più
Il gallo del mezzogiorno.
L’australiano è partito,
s’è involato in un mare
di taxi e guai e sigarette, con l’indi
a braccetto son scesi giù per Villa Igea.
Moamed stacca la sua picture,
e poi vola via. Manuela ritorna come dopo
un lungo sorseggiare di coke… la stronza
non mi ha mai chiamato.




I’m an australian bear
I speak very fluent English and
I want to know how much are those corners
Who divided Palermo. Io dico
Che sono le quattro stagioni
E che là è la Primavera
E noi stiamo in un Autunno di guai
E sonno e cardite.
Insonne
il resto del mondo dorme
io mi giro e rigiro
tra coltri bianche di lino
aspettando l'aurora
Blog all'arancia per una mattinata ch'ha da finire tra poco. Si sta facendo l'una. Sono con i colleghi nella stanza dei bottoni.
Ho sentito mamma e papà. I mniei programmi per oggi sono stare con Cettye tradurre la gerusalemme liberata in siciliano. Così potrò apprezzare il dialetto di questa terra che mi sta un po' antipatico. L'anno prossimo vorrei andare in Valle D'aosta.

entusiasmo

Mi hanno dato un impegno, sono felice.
Sono in stanza con Civiletti e Di Giovanni, tutti al lavoro.
Che bellezza. Il lavoro nobilita l'uomo ed è per questo che mi piace.
Per il resto devo stampare un sacco di pon.
Ieri è stata una giornata piacevole, solo oggi è iniziata con un imbarazzo intestinale. Devo passare a prendere Cetty alle 13.30 in Corso Tukory e inizieremo la giornata. Mi ha ribadito il fatto del fumo e sono esterrefatto per tanto di offesa per un filo di fumo, per dirla con Camilleri.
Au revoir

sufficit diei malitia sua

Venticinque agosto. Tempo di bilanci. Incomincia il tempo dei bilanci. Io per intanto, secondo un'amica di ieri, mi sto mangiando le cellule del cervello...
In any case, ieri la cena è stata carinissima. C'erano solo cose mignon e Marisa garbatissima e accogliente sempre con me che è stato un piacere.
Poi una torta che era un immenso baba col rum la panna e la frutta.
Ora sto al lavoro. Ancora latitano la maggior parte delle persone.
E dire che io mi faccio problemi.
Cetty ha il telefono staccato.
Ieri ho detto di leggere il mio blog a Clara e Francy ma non ho avuto nessuna risposta. Che devo pensare?
Sufficit diei malitia sua.

martedì 24 agosto 2010

Gerusalimmi seconda ottava

O Musa, tu ca di sfriati alluri
un ti cummogghi la fronte in Elicona,
ma supra nnu cielu infra i beati cori
hai di stiddi immortali aurea curuna,
spira ntu pettu miu cilisti arduri,
rischiara lu me cantu, e tu pirduna
s'ammogghiu frii u viru, si cummogghiu in parte
avutri dilitti, chi ri tua, li carti.

Gerusalemmi libbera (cunti 1, vv 1-8)

Cuntu l'armi piatuse e u cumannante
cu granni sepocro libberò di Cristo.
Multu iddu oprò cu sennu e cu a manu,
multu suffrìu 'nnu gluriusu acquisto;
e a matula u 'nferno vi s'uppunìu, e a matula
s'armau 'nn'Asia e 'nna Libia u ppopulo mischiato.
U cielu gli dette favore e sutta i santi
signi commugghò i sua amicuni erranti.
Quadro di Massi, splendido, due solitudini - due alberi - si incontrano e danno vita a un quadro. Senza parole. E' stato credo l'ultimo lavoro.

teatro

Marika fa la Medea a Segesta. Sono contento per lei. Tutto sommato seguo sempre quelli del Teates, i miei compagni di corso con ui ho passato due anni meravigliosi. Per intanto scrivo questo sorbetto al limone post prandiale. Finiti i tempi delle belle scopate post prandiali cosa fare di meglio che scrivere un post. Non mi voglio dare più la zappa sui piedi, mai più. Sono cose del Silvano passato, quello per cui deprimersi e inkazzarsi era anche una moda. Chet Baker lo trovo splendido , interpreta il corcerto per Aranujez in maniera strepitosa.

scampoli

Ultimi scampoli di lavoro prima dell'uscita. Sono le tredici e trenta e sto per uscire alla pazza libertà.
Ho letto un articolo su Repubblica che parlava di blogger definendoli squallidi e mammoni.
Si getta sempre fango sulle iniziative dei giovani, che cercano di industriarsi come possono in un mondo dove il lavoro sembra aver perso la propria forza.
L'invidia di chi commenta queste situazioni è quella tipica dei giornalisti inkazzati che se la prendono con la prima figura professionale che passa.
Io mi sento ai tempi degli Annales romani quando si faceva la storia nei rotoli. Dopo arrivarono Livio e Tacito.
Sto molto bene per ora.
Cetty s'è incazzata perché fumavo in camera e non risponde. Ma sono sicuro che oggi la becco, come beccherò anche Bumbulune, Totò e tutta la cricca della vucciria. Non ho piu' notizie di Ninfa, sarà persa tra una televisione e il cane con le sue canne comperate il primo del mese. Era una persona assurda.
In any case, je vous salue.
Oltremare
nuova sensazione di potenza
rigurgito di filosofia
seduti sul verde di Villa Scalea
ritroveremo l'intrusione
tra oleandri e medicina
mentre l'amica Clara
mi invita alla cena
tutta imbandita
nella tavola grande del parco.

poesia#11

Divina poesia
che vai oltremare
passa di bocca in bocca
mangeremo i nostri scranni
seduti su pale d'acciaio
conteremo i danni
di una consueta alba.
Oggi ho visto il sole rosso
su Palermo
era il falco alto levato, la sonnolenza del meriggio
la clessidra dell'ore.
Grand Guignol
away from it
drum and bass
cats and kittens
milly running
I write a poem
so I relax

Around in circles
not mad
round trip
not to fall
this fragile life
and hard, scorazzerò
in scooter again
the streets of Palermo.
I do not go on vacation for now
only think of work
and dismay.
Fried zucchini
elbow grease
Carmela goodbye
be afraid
for every drop
reality surrounding

lavoro

Ve lo ricordate il bar del bivio, quel bar che si trova in via Messina Marine angolo via Galletti, ebbene là ci sono io. Con le mie paure, le mie idiosincrasie. Mi ha telefonato Claretta, sono contentissimo. Oggi andrò a mangiare da loro e sarà un bel dire.
Ho finito di catalogare i fogli e ora sono del tutto schiffarato.
Scriverò le mie memorie, le mie paure e le mie gioie, in questo lembo di terra attraversato da un fico, degli alberelli nani e un ulivo secolare.
Mi piacerebbe leggere Pirandello in questo momento, ci sono voci di bambini che allietano i minuti, voci innocenti, piccole, di chi ancora ha la vita tutta davanti a sé. Daniela parla, ora domando loro se c'è qualcosa da fare in particolare così mi danno qualcosa da fare.
Far passare le ore con voluttà e benessere. Leggere un libro, scrivere un post, mettere su una carta, fumare una sigaretta. Al lavoro c'ho la montagna incantata di Mann che voglio finire assolutamente. Un libro strepitoso. Copertina verde, del '70, una cosa un po' chic.
Chic, parola anni ottanta, he ora non viene usata più. Oramai siamo tutti tecnologizzati, superatomici, superomistici.

punti di vista

Giardare le cose da un altro punto di vista, così ci insegnarono alla facoltà di lettere e filosofia. Guardare le cose da un'altra angolazione. Come il salotto, per esempio. Se si vedono queste due finestre aggittanti su Palermo e Mondello (soprattutto quella di sinistra) se ne resta abbagliati. Non guardare sempre alle cose negative. Dare uno sguardo a quelle positive che ti circondano la vita.
curso inconsistentes
meu destino como um dançarino
passeio pelo jardim
aberto como um sonho
de intenções.
Elas são doces em um limbo de torrefacção de beleza
austero
peregrina,
Mil vezes viva e mal-humorado
mil vezes amado e criticado
Talvez um feitiço
pode despertar de algum machismo
que eu ainda me sinto grávida
como um novato burguesa
como um veado não sabe o caminho.
Mas eu bater os botões
para a imortalidade.
Anthology of Passion
Archibugi, watches
Precision
mud in Mondello
with you who are dumb
as a black panther
revolutions but without
and go talking of the time
Anthologies of silent intentions
muskets, toys
Precision
mud in Mondello
with you who do not return.
Fiera, avida e sazia, così diceva una mia cugina a me molto cara. Avida e sazia come siamo tutti noi Marino.
Il cognome di mia nonna. Or ora il computer s'è mangiato un post splendido, speriamo che questo non se lo mangi.
Sono contento ogi, come uno che ha maturato la consapevolezza dello stare al mondo in un certo modo. Un modo rispettoso, pulito, senza tanti grilli per la testa.

post consolatorio

Fissare un pensiero per l'immortalità. Questa è la funzione del blog. Fissare l'intelligenza che si fa verbo, fissare la vita.
Questo pensava mentre si sorbiva il suo caffè bollente servito dalle mani della graziosissima Cetty. Aveva quarant'anni, non uno in più né uno in meno.
La vita era a metà. Metà.
Coi suoi afanni, i suoi dolori, le sue aspettative, le sue speranze.
Viveva una vita tutto sommato tranquilla, un posto di lavoro, degli amici, della buona musica.

Gerusalemme

Andare alla Guadagna, poi a Acqua dei Corsari, per poi riversarsi nelle vie del centro, via Roma, via Maqueda, via Bandiera. Scorazzare in motore alla meno peggio, essere schiavi del proprio lavoro, così vivo per ora.
Vorrei tradurre la Gerusalemme in inglese, ma non lo faccio.

lunedì 23 agosto 2010