giovedì 30 settembre 2010

Una sola poesia
per il mio test da inlingua.
Un solo bacio potrà
farmi risollevare da tante pretese.

Devo andare
anche se sono vecchia
devo andare al test d'inglese
per certificare un'appartenenza
geografica e multiculturale.
Il potere è degli anglosassoni
che lo gestiscono
con nonchalance
e parsimonia.
Chissà che livello farò.
Intanto la casa di U.
cade a pezzi,
entra acqua a fiumi
- dice dall'altra stanza -
e intanto io arrivo
ancora una volta
in ritardo.

poesia #3

Vorrei averti grazia
per una sonata di piano
col maestro biondo
che centellina il tempo
e intanto questo scorre
e van colui le torme delle cure,
e io sto bene
come una fanciulla alla sua prima uscita,
e sono stanco della stanchezza degli altri.

concerto per tromba di Haydn

Sto ascoltando il concerto per tromba di Haydn, di una maestosa bellezza.
Non so di chi sia la tromba ma è eseguito molto bene. Ora sto scendendo. Vado a Pezzingoli da Serenella. Per una bella scorpaciata di loti.
Ho preso un giorno di malattia dal lavoro, troppo stressato.
In casa c'è Jesus, un filippino che viene a farci le pulizie. Grazie Fernanda di aver lasciato almeno un commento a un mio post. Mi sto acorgendo che le persone sono avare di commenti. Mi dò due spiegazioni. O sono "no comment" oppure i post sono così belli che non v'è nulla da commentare.
Domenica il papa sarà a Palermo, nella spianata del foro italico e a Piazza Politeama.

mercoledì 29 settembre 2010

L'infanta di Spagna, per una giornata ch'ha tutta da venire. Farò la lezione di contemporaneo e poi lo jodatraining. Intanto ascolto Elisa alla radio che è di una noja allucinante.
Però lo show di Caponetto non è male. Ho il naso che mi cola sempre, mi son preso un brutto raffreddore. Intanto scrivo dal lavoro dove c'è un momento morto.
In any case, je vous salue.
Silvano
alzato prestissimo, alle cinque e mezzo. Mi si sta rompendo anche la sedia. Vi saluto che scappo al lavoro.
Bye Bye Silvano

martedì 28 settembre 2010

ode

Voglio dirvi come s'èm fatta bella Ursula,
la vedo da questa finestra,
impallidire col suo mondo in rivolta,
in tempesta, da scorpione innamorato,
come un'effigie sacra sul tuo volto,
oggi, bendato,
mi sei sembrato il limitare dell'assurdo,
in ogni senso, t'ho traslato.
ma ora voglio continuare a parlare
di Ursulina bella, e com'è berlinese.


2
Ho rivisto l'Autunno,
da H&M, coi commessi biondissimi
e spelacchiati e le cose
belle e a poco prezzo, finalmente
una politica per i diseredati dell'euro.

3
T'invoco, materna mia terra,
luna d'oltremare,
proteggimi dagli abbandoni.

bambini

Le movenze, la parlata del figlio di Ulla, tre anni, mi riportano indietro con la memoria. Mi fanno andare indietro come un matto. Ai miei tempi. Anch'io vedevo il mondo dal di sopra di un divano. Anch'io mi stupivo dei grandi e volevo imitare le loro movenze.
Ora sono da Ursulina, con Dante che mi fa una tenerezza terribile. Sta lallando, cioè dicendo delle cose senza senso. Anche Massi certe volte diceva, e scriveva, delle cose senza senso. Io, una volta, m'inventai persino una scrittura, una silvanoimide, senza senso. Erano parole inventate che fuoriuscivano dall'inconscio, forse per sopperire alla sovrabbondanza di stimoli che allora ci arrivavano. Era il momento del boom della televisione. Ancora l'avvento dei computer non s'era realizzato.
Ora osservo le lettere come da un'angolazione. Sono illuminate dal riflesso della luce del computer sui tasti. E' come se ci volessero dire, noi vi amiamo, vi condurremo al secolo successivo, senza tanti complimenti. Forse ho capito proprio ora perché abbia fatto lettere. Per quest'allucinazione della lettera in sé.
Chissà come sarà il secolo successivo. Se pieno d'arte o vuoto d'arte. noi non ci saremo e non potremo sapere.
In any case, je vous salue, anzi je vous donnerai une poeme dans quelques istant.
Silvain
Ascolto sempre Radio tre
come un mitomane,
come il cieco che ha telefonato poco fa.
Com'era contento!

poesia

Mi incanto
nei pensieri da ballerino. Ora un gatto
accarezza la mia anima di passeggiero.
Mi volto all'impossibile,
uno spechio che mi rimanda
le sbornie della notte,
uno scandaglio gentile che passa dagli altri,
un non detto miracoloso,
una porta chiusa,
un odore di tanfo in cantina.

Ahi come le cose si rassemblano tra loro
e si compenetrano. Il bello
è brutto e il brutto è bello.

resoconto

Vedo una casettina tutta linda e pulita da vent'anni, qui, dal mio balcone.
Ha i colora rosa confetto dei tetti di Palermo. E le finestre con le ringhiere marroni che sembrano di cartapesta. Dinanzi a me c'è un ibiscus centenario. Una magnolia ricevuta in eredità e due poltrone.
Questa casetta linda e pulita per me era un trauma da picolo. La vedevo con noia, con rassegnazione, con uniformità bassa, per così dire. Ora invece la vedo foriera di tanti avvenimenti e cose belle. Come cambiamo! L'ho detto ieri a una mia amica, cambiamo sempre e le cose che certe volte appaiono normali, certe giornate sono investite da una luce tutta particolare.
Siamo destinati al cambiamento, alla rivoluzione. Fisica e mentale. Certe sere vorrei non pensarci! Eppure per adesso la vita mi va bene. Ho un lavoro e niente di cui lamentarmi. Tre amiche fidate e un amico un po' matto che dà sempre di testa. Un padre totalmente assente e una sorella pure. In any case, ho detto già troppo di me. Vi saluto
Silvano

lunedì 27 settembre 2010

Fatto la lezione di pianoforte, sono felicissimo. E' andata bene per la parte tecnica, un po' meno per la parte meramente strumentale. (Bach e Mozart).
Ora c'è qui Cettina, con la quale ho finalmente ritrovato il dialogo (muto) e sono felice per questo.
Devo andare a comperarmi un metronomo digitale da 15 euro.
Per il resto, tra un po' ho la lezione di danza.
Giorni pesanti, con Lollo in ospedale.
guardare in alto
per non impazzire di noia
sollevarsi come per un jeté
e un plié
andare a scuola
a scuola di danza
a scuola di pianoforte.

domenica 26 settembre 2010

manifesto del futurismo

1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.

2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

3. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.

5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.

6, Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.

7. Non v'è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.

8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.

9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.

10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.

11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori o polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

sabato 25 settembre 2010

secoli

Nostro Novecento, così bistrattato, urlato, distrutto. Eppure c'ha dato Pirandello e l'ultimissimo Pascoli, c'ha dato Ungaretti e Tondelli, Arbasino e Saba. Secolo buio, introspettivo, secolo di Freud e Einstein. E ora questo nostro duemila, così aspettato, così atteso, eppure ancora così vuoto, così annoiato.

venerdì 24 settembre 2010

E' andato via or ora Ninuzzo. Mi ha fatto piacerissimo la sua visita. Era rasato, con gli occhi amorevoli, di chi ti ha pensato.
Voglio coltivare maggiormente la sua amicizia, mi piace. Siamo simili. Tutt'e due un po' sballati.
Ritorno dall'aver suonato un pezzo di Bach fantastico. Il preludio n 1 del clavicembalo ben temperato. Lunedì ho la lezione di piano e non voglio farmi trovare impreparato. Intanto penso di non iscrivermi più all'università. Troppi cavilli burocratici cui non so più sopperire.
Per intanto devo massacrarmi con la danza.
Scambi di pittura
per una città
con parecchie scuole di danza
scambi di senso
oltre il confine
ci sei solo tu,
una bella donna
impegnata
che mi rispetta.

giovedì 23 settembre 2010

Aggaddato con Lollo. E' ai minimi termini. Non ha soldi e comincia a dar di testa.
Intanto io vado da Ursulina cui ho pagato la computer assistance.
Non so più che scrivere. Vi saluto
Silvano
Nuovo post per un giorno positivo. Oggi prendo lo stipendio! In any case, aspetto le otto per scendere ed andare al lavoro. Sono ancora le 7.32.
Ieri mi sono coricato prestissimo. Non avevo più nulla da chiedere o pretendere dalla giornata. Era finita alle 7.00. Mi sentivo stanco, depresso e scocciato. E sono andato a letto. Dopo questo sonno ristoratore ora continuo a parlarvi dal mio blog.
Non mi ricordo neanche un sogno.

mercoledì 22 settembre 2010

Duke Ellington

la musica di Duke è sofisticata, come sofisticato era lui. Nasce non so dove, muore non so dove e non so quando. Ma non voglio parlarvi della sua biografia, voglio parlarvi della sua musica. Così attenta alle sfumature, ai fraseggi ironici, agli assoli melanconici.
La musica di Duke è un toccasana. Ti tiene compagnia mentre scrivi, mentre leggi, mentre ti fai la barba.
Con Duke puoi stare sicuro che la banalità è bandita. L'originalità viene ricercata ogni momento e il suo jazz è veramente geniale.
Occhi da cerbiatto
occhi di gatto
occhi come un fiume in piena
Chet Baker dall'altra stanza
suona un assolo di tromba,
il maschile trionfa.
Sono annichilito
da tanta bellezza di suoni.

letto

Letto disfatto
letto che aspetti
letto che accogli
uomini stanchi dalla fatica
del vivere e del lavorare
occhi appannati
signore in vetrina
occhi stanchi
capelli radi
letto che alletti
letto che accogli
i sogni sfilacciati
di un quarantenne alla deriva.

martedì 21 settembre 2010

danza contemporanea

Sto per scendere per la lezione di danza contemporanea. Sarà bello. Magari ci sarà anche della buona musica. Aspetto le due per scendere. Poi la lezione sarà dalle 14.30 alle 16.00.
Oggi sono stato bene al lavoro, senza tante fatiche e senza tante depressioni.
La preside non c'era, è impelagata col concorso. Spero che rimanga lei che è una persona a modo, gentile , cordiale e comprensiva.
vi saluto s.
Eccovi la foto del mio amatissimo marcel Proust, di cui quest'estate ho letto delle pagine meravigliose della sua recherche a Mondello in spiaggia.
C'era un caldo. ora sto al lavoro e s'è fatta ora di uscire.
adieu

una citazione dal Pascoli

Qua ad Uno Mattina, parlano di agevolazioni fiscali, che palle!
Sono rinato, completamente sobrio, vado al lavoro con una esaltazione nuova.
C'è qualcosa di nuovo sotto il sole, anzi d'antico, che bella questa frase pacoliana, sintetizza tuta la condizione umana. Che è legata al presente così cone al passato e al futuro.

lunedì 20 settembre 2010

politichè

Così, andando, rimestandomi nelle mie preoccupazioni, ritrovo la luce in questo mattino del 20 Settembre. Faccio il mio lavoro con diligenza ma mi faccio dare un permesso breve, per uscire due ore prima. Ho il raffreddore e non mi sento bene.
Ritrovo la luce però, una luce diafana, che prelude all'Assoluto. Rosa Balistreri dice che non si mangia bene senza mosche. Che vorrà dire. Che c'è sempre qualcosa che ti disturba. Oggi a disturbarmi è il mare di facoltà che un uomo dispone. La assoluta libertà propugnata da questo governo mi sta stretta. Nel senso che vorrei che si propugnassero progetti, cose da fare e non la libertà in sé e per sé che dovrebbe essere un valore scontato visto che è stata proclamata trecento anni fa con la Rivoluzione Francese. Questo governo per ora fa solo parlare di sé per le beghe e beguccie interne. Finiani, Futuro e Libertà ecc. Non ci si preoccupa del bene comune, della Res Publica, del lavoro che manca. In questo sono d'accordo con chi proclama che questo governo se ne deve andare a casa.
Così andando
in quest'aura di vetro
conterò le gocce di memoria
che mi separano dal male,
un pensiero infranto
sull'altrui facoltà.

domenica 19 settembre 2010

calligramma #1

che danno
questo diciannove
settembre
stiamo come le foglie
ap-
pe-
se-
a
un
al-
be-
ro.
Mi ricordo, un giorno vinsi un premio di teatro. Era molto bello. Si intitolava a Xavier Fabregas, che fu un uomo di teatro di Barcellona. Ora sto scendendo per andare a vedere il film di Sofia Coppola, di cui farò una critica qui sul blog.
In questo momento Ursula sta parlando di Riccardo e del loro rapporto travagliato. Ora ci vado.
Ciao Silvano

Valery

Sono a casa con lorenzo, finalmente ho trovato delle cose su paul VAlery, i suoi Charmes, e li sto leggendo su internet. E' incredibile quante cose belle si trovano su questo strumento che sta diventando sempre più indispensabile.
Valery me lo ha sollecitato Ungaretti, nei suoi scritti di letteratura. Apre il mondo, insieme con Proust al contemporaneo. La sua poesia è fatta di object trouvees, oggetti che riaffiorano alla memoria e sono trattati dal poeta come materia vibrante per le sue poesie. Ora vi lascio e vi prometto che posterò qualcosa di questo poeta a me ora caro.
Silvano
Lucchetti, come per suggellare un amore, se ne vedono a Mondello e a Ponte Milvio a Roma. Sono cose da ragazzini, che però hanno capito com'è difficile trovare un amore e fanno di tutto per tenerselo stretto.
Lucchetto come garanzia d'amore per l'eternità. Io , i miei amori, li ho vissuti un po' superficialmente. Ero innamorato Di B***, di G***, di F***, e ci ho creduto assai. Altro che leggerezza. Ero innamorato anche di N***, che poi è scappato via a Berlino.
Io voglio scappare a Parigi, almeno due week end all'anno. La scelgo come mia città d'adozione. Dopo esser stato a Londra e ad Amsterdam, ora voglio conoscere dal fondo Parigi.
Les attaques de la mer me ralentir
comme un jeu de miroirs, et je me vois
séance
prés des plages,
et mon bien-aimé, en grondant de sa naissance
et je verrai
juste à temps
pas fou
absence
Rivedo in sordina i miei amici di sempre. Sono qui che mi fanno compagnia, insieme ai rimbrotti per l'esecuzione dei doveri di cui siamo pieni. Le regole ci accompagnano col loro farsi e il loro disfarsi. Regole dall'alto, regole dal basso. Basta un tono certe volte a farti percepire una regola. E intanto il verso si dee fare bello, con le parole giuste al posto giusto come diceva Ungaretti, se no che senso ha.
I miei amici, sono al sole di Palermo seduti che leggono il loro destino e io invece mi struggo dall'assenza di te.
Laura è cento volte presente e cento volte assente. L'assenza però dura un tempo che è più lungo rispetto alla presenza.
Bisogna dunque abituarsi alle assenze.
Il mare lento mi assale
come un gioco di specchi, e mi rivedo
seduto
sui prati delle spiaggie,
e la mia amata, ringhia col suo nato
e la rivedrò
giusto in tempo
per non impazzire
di assenza.

Paul Valery

Che puro gioco di lampi sottili
consuma ogni diamante
d'impalpabile schiuma,
e quanta pace che sia nata sembra;
quando sopra l'abisso un sole posa,
opere schiette d'una causa eterna,
scintilla il tempo e il sogno è conoscenza
Mondello... vi andavo coi miei per fare scorpacciate di panini da Renato e poi andavo ai giochini, che erano i giochi elettronici dietro l'angolo, in una sala giochi buia e affollata. Coi coins che si mettevano nelle macchine per farle funzionare. Ungaretti dice che siamo sovrastati dalla materia, ovvero dalle macchine e dall'elettronica. Io la reputo una visione un po' pessimistico autoreferenziale del mondo. Per me la tecnica aiuta il mondo a risollevarsi e lo fa mettere in sesto rispetto ai tanti misteri che lo circondano. In questo sono un positivista, uno che il progresso lo ammira.
Silvano
L'altra sera m'è uscita la torre capovolta , nei tarocchi, che significa cambiamento, rivoluzione.

sabato 18 settembre 2010

anchora Ser Petracco

Quanto più m’avicino al giorno estremo
che l’umana miseria suol far breve,
più veggio il tempo andar veloce e leve,
e ‘l mio di lui sperar fallace e scemo.
I' dico a' miei pensier: - Non molto andremo
d’amor parlando omai, ché ‘l duro e greve
terreno incarco come fresca neve
si va struggendo; onde noi pace avremo:
perché co llui cadrà quella speranza
che ne fe' vaneggiar sì lungamente,
e ‘l riso e il pianto, e la paura e l’ira.
Sì vedrem chiaro poi come sovente
per le cose dubbiose altri s’avanza,
e come spesso indarno si sospira.

Petrarca, in vita

Quando fra l’altre donne ad ora ad ora
Amor vien nel bel viso di costei,
quanto ciascuna è men bella di lei
tanto cresce ’l desio che m’innamora.
I’ benedico il loco e ’l tempo e l’ora
che sì alto miraron gli occhi mei,
e dico: - Anima, assai ringraziar dêi,
che fosti a tanto onor degnata allora:
da lei ti vèn l’amoroso pensero,
che, mentre ’l segui, al sommo ben t’invia,
poco prezando quel ch’ogni uom desia;
da lei vien l’animosa leggiadria
ch’al ciel ti scorge per destro sentero;
sì ch’i’ vo già de la speranza altèro. -
Mi farò dare delle lezioni di pianoforte, finalmente. Nonna Mara lo voleva e ora, dopo dieci anni, ascolto il suo prezioso consiglio. Pianoforte con antonio, lunedì alle 16.00 per una lezione da sballo. Il prezzo è anche modico. Venticique a lezione. Verrebbe cento euro al mese, per un ciclo di quattro lezioni.
Il piano lo adoro. E' come se si facesse uno spettacolo teatrale da soli, si entra in un'altra dimensione, una dimensione onirica, dove vive solo la musica e la partitura, il genio di chi l'ha scritta e l'esecutore. Ci vuole anche molta concentrazione. Il maestro l'ho beccato per caso su subito.it, dove puoi trovare delle occasioni di lavoro (do - offro) in un tempo immediato.

Tempo che scorre
metronomi impazziti
nelle stanze gialle
del Conservatorio.
Andare dai fagottisti,
poi dai violinisti,
poi dai pianisti,
e ritornare dai fluatisti
per una bacchettata sulle mani
dal mio Maestro
con la gazzetta dello Sport
tra le mani.
Quanto m'ha insegnato poco Buetto,
che di musica però ne capiva
come un pescatore di pesci.
La sirenetta, con le sue ali brulle, i piedi affusolati accoglie i visitatori nella piazza di Mondello.
Autunno di cardite
sentimenti a iosa
malditesta passati
pillole a fiotti
e mi ricordo dell'altare
di zio Mario,
a via Pignatelli
alla mia età, prendeva
anche lui molte pillole.
Io trovo una cosa normale
prendere le pillole
c'è chi invece grida al linciaggio
farmaceutico,
li odio.

mondello

Di ritorno da Mondello.
Mattinata piacevole con Lollo a passegiare in lungo e in largo nella piazza.
Ci siamo bevuti un caffè all'impiedi e poi siamo tornati a casa.
Ma si può scrivere all'Impiedi? Dubbio. Forse si scrive staccato.

Certe sere
ho voglia di abbracciarti
di toccarti, e vedere il tuo vestito grigio
come una reliquia.
Certe sere
mi capita di vedere il mare
sono stanco di vivere
e allora trovo insulso
ogni tuo gesto,
quando invece stiamo bene
tutto torna a meraviglia
e passeggiamo
mano nella mano
come due innamorati.
Ahi, l'aria del Sabato mattina
com'è fresca e riposante,
vi si potrebbe gettar fiumi d'inchiostro
ha un sapore tutto particolare
di chi s'inoltra al riposo
e vede l'ultimo giorno della settimana
come ristoro alle passate cure.

Prokoviev sonata per flauto

La sonata di prokoviev per flauto è d'una bellezza singolare. Riporta alle atmosfere russe ma con un tocco di modernismo europeista.
Lo slancio degli accordi, tipico del compositore russo, qui s'abbina bene col suono squillante del flauto per dar vita a una sonata degna delle migliori sonate per flauto.
La feci al Conservatorio come sagio finale e uscì fuori una cosa molto bella. Ad assistermi v'erano la mamma e lo zio Michele.
Il terzo tempo, l'adagietto, è d'una tenerezza malinconica molto forte, il quarto tempo invece, allegro , è tutto uno scintillare di accordi squillanti.
Consiglio a tutti di vedere la sonata su you tube e lasciare un commento.
Silvano

finale de "le ricordanze" di Giacomo Leopardi

O Nerina! e di te forse non odo
Questi luoghi parlar? caduta forse
Dal mio pensier sei tu? Dove sei gita,
Che qui sola di te la ricordanza
Trovo, dolcezza mia? Più non ti vede
Questa Terra natal: quella finestra,
Ond'eri usata favellarmi, ed onde
Mesto riluce delle stelle il raggio,
E' deserta. Ove sei, che più non odo
La tua voce sonar, siccome un giorno,
Quando soleva ogni lontano accento
Del labbro tuo, ch'a me giungesse, il volto
Scolorarmi? Altro tempo. I giorni tuoi
Furo, mio dolce amor. Passasti. Ad altri
Il passar per la terra oggi è sortito,
E l'abitar questi odorati colli.
Ma rapida passasti; e come un sogno
Fu la tua vita. Ivi danzando; in fronte
La gioia ti splendea, splendea negli occhi
Quel confidente immaginar, quel lume
Di gioventù, quando spegneali il fato,
E giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna
L'antico amor. Se a feste anco talvolta,
Se a radunanze io movo, infra me stesso
Dico: o Nerina, a radunanze, a feste
Tu non ti acconci più, tu più non movi.
Se torna maggio, e ramoscelli e suoni
Van gli amanti recando alle fanciulle,
Dico: Nerina mia, per te non torna
Primavera giammai, non torna amore.
Ogni giorno sereno, ogni fiorita
Piaggia ch'io miro, ogni goder ch'io sento,
Dico: Nerina or più non gode; i campi,
L'aria non mira. Ahi tu passasti, eterno
Sospiro mio: passasti: e fia compagna
D'ogni mio vago immaginar, di tutti
I miei teneri sensi, i tristi e cari
Moti del cor, la rimembranza acerba.

tempo

Questa che vedete qua sotto (post precedente) è la madonnina che s'incontra andando alle terrazze dei candelai. Immagine bellissima dopo che avete camminato sotto il sole per cinque minuti. E' blu come l'acqua del mare che si vede nel percorso.
Una volta mi fermai lì e dissi una preghiera, che la giornata mi andasse bene e positiva. Quel giorno mi andò bene e in maniera positiva, scorrevano le varie ore della giornate.
Se volete una musica sulle ore digitate su youtibe "Philip Glass, the hours" un assolo di piano bellissimo e benedetto per chi ha problemi con il passare del tempo. Oppure comperatevi "Essere e tempo " di Martin Heiddeger. Un libello che ancora non ho letto sul tempo.
Il tempo è un problema si. Possiamo essere sopraffatti da esso o possiamo governarlo come nella migliore delle ipotesi. Possiamo perdere tempo, inseguirlo, essere inseguiti e tante altre ipotesi. A tal proposito anche Ungaretti ha delle pagine meravigliose sul concetto.
Je vous salue

fatevi vivi

Finalmente ho attivato la flat, quindi non devo pagare somme spropositate di telefono.
Il mio blog continua. Fatevi vivi. Chi mi segue entri come follower e lo premierò con un post tutto particolare e dedicato a lui/lei.
Ora sto scendendo per un caffè. Lollo sta meglio. Ursy e Cetty pure.

venerdì 17 settembre 2010

La giornata volge al termine. E' stata una giornata piacevole, accetabile, per così dire, senza tanti malanni, con una soglia di sopportazione dell'esistenza alta.
Ho avuto solo un picco di stanchezza prima di uscire dal lavoro. Poi mi sono ripreso.
ORa vi dico che sto vedendo la nuova trasmissione "la vita in diretta". La Venier sovrasta Sposini.

giovedì 16 settembre 2010

Mi manca il mare, il blu del mare. Tant'è che ho postato due post, su facebook e su blogger col mare.
Quest'estate l'ho vissuto abbastanza. Eccovi ora un brano dal Gargantua e Pantagruele di Rabelais.

L'indomani, dopo bere si sottintende, Gargantua, il suo precettore Ponocrate, il seguito e con essi il paggio Eudemone, si misero in viaggio. E poiché il tempo era sereno e mite, suo padre gli aveva fatto fare degli stivali gialli; Babin li chiama borzacchini.
Viaggiarono allegramente, sempre in gozzoviglia, fin sopra Orlèans. Là era un'estesa foresta, trentacinque leghe lunga e larga diciassette, o all'incirca, orribilmente fertile e infestata di mosche bovine e calabroni: un vero brigantaggio per le povere giumente, gli asini e i cavalli. Ma la giumenta di Gargantua vendicò bravamente tutti gli oltraggi colà perpetrati sulle bestie della sua specie, con
un tiro che nessuno s'aspettava. Infatti, appena entrarono nella foresta, i calabroni volarono all'assalto, ma essa sguainò la sua coda e avventandola intorno, non solo li disperse, ma abbattè tutto il bosco. Come un falciatore fa cader l'erba così essa abbatteva gli alberi a torto e a traverso, di qua, di là, di su, di giù, in lungo e in largo, sopra e sotto di guisa che sparirono e bosco e calabroni: tutto il territorio fu rasa campagna.
Mi sto riempendo di corsi. Va bene così. Danza contemporanea il ventun settembre, inglese dal 4 ottobre e tedesco dal 19 ottobre. La mia anima ne uscirà esaltata. Per questa congerie di corsi e happenings che dò alla mia vita. Senza di essi il pomeriggio mi parrebbe interminabile.
Ora sto per uscire nuovamente... je vous salue bye bye

Le sette, l'ora che prelude alla notte, che bella, la vorrei tutta per me. come un bel paio di fichi.

San Vito

Mi ricordo delle vacanze mitiche a San Vito Lo capo coi miei e i miei zii e mio cugino. Davamo subito di testa. La casa era un villone in riva al mare. Io e mio cugino ci muovevamo coi motorini, appasionati del guidare che era una bellezza. Là ho cominciato a fumare le mie prime sigarette nelle sale giochi buie e fumose del paese. La sera, dopo aver cenato, andavamo tutti per un caldo freddo al bar del paese e mio cugino giocava alla roulette.
La notte passava placidamente a dormire quando non si veniva coinvolti in balli di gruppo e serate in discoteca, lo Sturdust, come dimenticarlo!
Il mare la mattina, in riva al mare fino all'una, poi lo spuntino, e poi il riposino per Giuly e le parole crociate per mamma.
Ritrovare l'alato senso delle parole dopo aver sofferto un po'. E' prerogativa dei romantici, lo so, ma se non soffriamo un po' che poeti saremmo. Sto uscendo per andare da Ursula, finalmente dopo l'arraggio.
Ora sto un po' meglio e vi saluto.

Giu,
non mi credere,
non sono noioso né scansafatiche
ero un po'
addormentato oggi,
il mio pensiero andava nei
mendri del sogno, del sonno, dell'immaginazione.
Quel lavoro mi stava stretto
come un paio di calze vecchie,
mi stava stretto.
Come una cesoia impazzita
cercavo di ritagliare, incollare
sminuzzare, scrivere
ma non mi garbava,
volevo soltanto stare
tra le braccia d'una Musa
a farmi coccolare.
O vecchia Palermo
come sei bella e saggia,
in te mi perdo ogni pomeriggio
e mi ritrovo ogni mattina.
Passeggiare per le tue vie
è un incanto
sobbalzare ai tuoi polveroni
un po' meno.
Vedere le tue vetrine luccicanti è bello anche
ascoltare l'idioma pazzo
dei tuoi abitanti
un po' meno.
Sono uscito da scuola come un sonnambulo. Non ho dormito bene ieri sera e ho lavorato meccanicamente. Ora sono a casa, rilassatissimo.
Ho sentito Sere e Ursy. Sere era dal suo fidanzato, Ursy stava uscendo per la spesa.
Ora comincia il lungo pomeriggio. Lo paserò rilassandomi o a casa o da ursy che è sempre piacevole.
Je vous salue
Silvano

ps. Al lavoro ho avuto il tempo di postare una giraffa nel mio blog. Non so perché l'abbia fatto. In quel momento era l'unica immagine che desideravo, quella di una grande giraffa che si aggirasse per la savana.
Il blog è iniziato con una pantera, la pantera di palermo e ora riceve una bellissima giraffa.

Apollinaire

Questo che vedete qui sotto è Apollinaire. L'uomo che ha rivoluzionato il pensiero linguistico. Coi suoi calligrammi ha liberato la parola dalla ragione, dal senso proprio e ne ha fatto arte. La parola si libera dal suo significato ed entra completamente nel significante. Materia per Eco e Barthes.
Sto al lavoro e sono in un momento di pausa. salvo e Mary non ci sono e il lavoro sarà saltellante.
Sono carico abbastanza. Mi dispiace per Lollo che ha perso il lavoro. Ho sentito Serenella la quale mi ha detto che le dispiace pure.

mercoledì 15 settembre 2010

Sto scrivendo con la nuova tastiera da casa di Ursula. Sono veramente contento di questa tastiera a un euro.
Ora vado a casa, nella mia splendida casa a riposarmi.
Ieri e stamattina ho fatto test, sono stressato! Mi hanno testato ogni cosa. Inglese, storia, italiano e sociologia! Mi sa che prenderò degli ofa. Gli ofa sono dei debiti formativi che passi poi attraverso un corso di recupero organizzato dall'università. Sul quando dovrò andarci visto che lavoro, è cosa ardua conoscere.
Per adesso vi saluto e vi auguro un buon pomeriggio.
Sono chiuso
come un rospo
ora mi scarico
Gloria Gaynor
e faccio vedere a tutti
di quando inviterò gli amici
per una cena, e sfodererò la mia play list,
degna del maggior computerofilo d'Italia e del mondo.

due terzine in ricordo di Don Pino Puglisi

Rimesto - odoroso - nella mia carriera
di insonne. Rivedo il cerbiatto
che scalpita forsennato come un matto.

Ritorno alla svelta sulla corriera
riversando il sangue fatto
crosta a quel misfatto.

poesia realistica

Manico odoroso
sedia stanca
ghirlande in fiore
maomettani in divisa
voglio andare a Parigi.
Ma senza l'autobomba
che mi farebbe saltare in aria
voglio andarmene
respirare il profumo di altre strade,
di altri cortili, vorrei gustare
altri sapori.
E' tutta l'estate che sto qua.
Fatto il test all'Università. Domande difficili. Ma Saragat da che parte stava?

poltrone

Poltrone per la seduta junghiana, freudiana o di qualche altro, poltrone come ricettacolo di insetti, di ammorbidimento mistico, poltrone per far riposare, alleviare la stanchezza, soprattutto dopo un test universitario, poltrone che mi ricordano i miei anni di apprendistato giovanile, ero all'Università nei primissimi anni '990.
Poltrone come antidoto alla stanchezza del vivere che certe volte prende quando si ripetono troppo spesso le stesse cose, e si è in pena per quello he si deve fare e non si ha il tempo di fare.
Voglio comperarmi assolutamente, col prossimo stipendio, "essere e tempo" di Martin Heidegger.
Ora che voglio andare a Parigi si è diffusa la paura attentati per la legge che vieta ai parigini di indossare il burqua. Tant'è. Io vi andrò in Ottobre e spero che questi timori siano passati.
Vi saluto
Silvano.
Ritento, non senza qualche perplessità, l'avventura universitaria. Andrò lì per un test attitudinale come ora si fa, alla maniera anglosassone.
Università ha significato molto per me. Anni di divertimento puro, anni di spensieratezza, anni di apprendistato. Ora, a quarant'anni, la affronto con più consapevolezza, con meno timore, ma on uno spirito positivo.
Lo spirito dei miei quarant'anni, ancora assetato di cultura.

martedì 14 settembre 2010

locus amoenus

Mi sento di nuovo solo, di una solitudine immensa. Ora ho il test di inglese e sono impauritissimo. Non so come andrà a finire. Ogni giorno ci sottoponiamo a stress di cui potremo fare a meno. Vedo il locus amenus come una realtà sempre più presente. Lì vi voglio coltivare l'alloro, la rosa, il gelsomino, la gardenia, il ficus, il banano, le magnolie, l'ulivo e le ginestre. Poi un ciliegio e un albicocco, un melo e un pero.
Il lavoro in Russia. Questi quadri qui sotto mi hanno fatto pensare sempre alla russia, essendo di fattura russa. Mi ricordo anche della scuola di Bezlan, non posso fare a meno di ricordare quell'immane strage.
Domani ho il test per l'università e sono contento di farlo. Spero che non sia troppo difficile. Devo presentarmi alle 8.30 al padiglione 19 di Viale delle Scienze. Scienze della comunicazione per i media e le istituzioni. Figo , eh? Ammettete di volerlo fare pure voi. Io sono a favore della formazione continua. Sono cresciuto in una casa dove si studiava sempre, chi a destra, chi a manca. Mio padre con la sua ingegneria navale, mia madre con la sua psicologia sociale.
Io mi sono ritagliato un posto nelle sacre lettere, tant'è che ho fatto lettere classiche. Da cui mi sono laureato nel '995 con una tesi di estetica musicale sull'Edipo re di Sofocle.
Ora vi saluto che vado a leggere un po' del mio adoratissimo Ungaretti.

prosa

Madeleine chiuse la porta di scatto, nervosamente. Jean ascltava dall'altra stanza. Lei era al telefono e diceva - devi scendere, scendere, se no ti prendeanno, ti prenderanno e ti faranno male. Devi fuggire da essi. Jean a quel punto entrò in stanza. Che c'è, perché sei così agitata, chi è? E' Karl, per la questione della roba purissima. E' cretino, urlai, s'è fatto infinocchiare? -No, rispose Madeleine, è solo pedinato da uno squilibrato. - Mi hai fatto spaventare, riprese Jean, come al solito.
Madeleine chiuse la conversazione con entrambi gli uomini e prese a ricamare.
Jean si fece la doccia, ordinò due pizze margherite e, scendendo le scale due alla volta, riuscì anche a far uscire il cane.
Alla fine strmazzò a letto.
Le giornate passavano così e Roma era un tripudio di colori e musica.
Situazioni postmoderne abbandoniche come il we di Tondelli.
Abbandono come recupero di una memoria ancestrale. Distaco come nascita. Durand come padre. Ungaretti come amico. Ma anche Ursy, Lory e Cetty.
Potremmo fare altri libertini. Aspetto d'andare a prendere la macchina e fare il test di inglese. Dopo di che le coltri scenderanno su di me.
Domani ho il test per l'ammissione a scienze della comunicazione per i media e le istituzioni. Diritto Pubblico, amministrativo, informatica, inglese, scrittura creativa, queste alcune materie.
Bene. Non vedo l'ora di cominciare.
Sono stato da ursula, la situazione è disastrosa. Lorenzo vuole andare da Biagio Conte, Ursy vuole solo ....
Per il resto sono privo pressocchè del tutto di ispirazione.
Jean andò alla porta, vide chi fosse. Nessuno. Soltanto il portiere alle sette e tre quarti per ritirare la spazzatura. Neanche Dorian chiama, mi ha abbandonato. Non per sempre, spero.
La mia prosa ha un che di lamentoso, stamane, non so perché. Eppure lo so. Sono uscito dal lavoro due ore prima col permesso perché mi sono sentito tutt'a un tratto soffocare. Volevo un po' di libertà e me la sono presa.

ancora su Ungaretti

Non mi sento molto bene. Sarà per via degli incubi di questa notte. Non so perché. Incubi su incubi. Brutto presagio. Ora cambiamo argomento. Credo di andare da Ursulina per il pomeriggio e poi ho il test del corso di inglese alla ih. Ore 18.30
Sto leggendo la prosa di Ungaretti e la trovo sublime. Parla del decadentismo e di come questo abbia avuto origine nel Settecento con Leopardi.
Pospone Petrarca a Tasso e dice che Tasso sarebbe dovuto nascere duecent'anni prima.
Queste e altre delizie potete trovare su un meridiano Mondadori intitolato "vita d'un uomo - scriti letterari".

sciopero dei benzinai

Lo sciopero dei benzinai turba la quiete pubblica. ORa ci saranno le code per accaparrarsi un po' di fuel per far partire le macchine.
Qualcosa deve sempre interrompere il normale andazzo delle cose, in quest'Italia scontenta e oziosa, neghittosa e clericale.

Pirandello, l'uomo dal fiore in bocca, finale

Immagini i cittadini di Avezzano, i cittadini di Messina, spogliarsi placidi placidi per mettersi a letto, ripiegare gli abiti, mettere le scarpe fuori dell'uscio, e cacciandosi sotto le coperte godere del candor fresco delle lenzuola di bucato, con la coscienza che fra poche ore sarebbero morti. - Le sembra possibile?
L'avventore. Ma forse la sua signora...
L'uomo dal fiore. Mi lasci dire ! Se la morte, signor mio, fosse come uno di quegli insetti strani, schifosi, che qualcuno inopinatamente ci scopre addosso... Lei passa per via; un altro passante, all'improvviso, lo ferma e, cauto, con due dita protese le dice: «Scusi, permette? lei, egregio signore, ci ha la morte addosso ». E con quelle due dita protese, la piglia e butta via... Sarebbe magnifica! Ma la morte non è come uno di questi insetti schifosi. Tanti che passeggiano disinvolti e alieni, forse ce l'hanno addosso; nessuno la vede; ed essi pensano quieti e tranquilli a ciò che faranno domani e doman l'altro. Ora io,
Si alzerà.

caro signore, ecco... venga qua...
Lo farà alzare e lo condurrò sotto il lampione acceso.

qua sotto questo lampione... venga... le faccio vedere una cosa... Guardi, qua, sotto questo baffo... qua, vede che bel tubero violaceo? Sa come si chiama questo? Ah, un nome dolcissimo... più dolce d'una caramella: - Epitelioma, si chiama. Pronunzii, sentirà che dolcezza: epitelioma... La morte, capisce? è passata. M'ha ficcato questo fiore in bocca, e m'ha detto: - «Tientelo, caro: ripasserò fra otto o dieci mesi!»
Pausa

Ora mi dica lei, se con questo fiore in bocca, io me ne posso stare a casa tranquillo e quieto, come quella disgraziata vorrebbe.
Pausa

Le grido: - Ah sì, e vuoi che ti baci? - «Sì, baciami» - Ma sa che ha fatto? Con uno spillo, l'altra settimana, s'è fatto uno sgraffio qua, sul labbro, e poi m'ha preso la testa e mi voleva baciare... baciare in bocca... Perché dice che vuol morire con me.
Pausa

È pazza...
Poi con ira:

A casa io non ci sto. Ho bisogno di starmene dietro le vetrine delle botteghe, io, ad ammirare la bravura dei giovani di negozio. Perché, lei capisce, se mi si fa un momento di vuoto dentro... lei lo capisce, posso anche ammazzare come niente tutta la vita in uno che non conosco... cavare la rivoltella e ammazzare uno che come lei, per disgrazia, abbia perduto il treno...
Riderà.

No no, non tema, caro signore: io scherzo!
Pausa

Me ne vado.
Pausa

Ammazzerei me, se mai...
Pausa

Ma ci sono, di questi giorni, certe buone albicocche... Come le mangia lei? con tutta la buccia, è vero? Si spaccano a metà; si premono con due dita, per lungo... come due labbra succhiose... Ah, che delizia!
Riderà. - Pausa

Mi ossequi la sua egregia signora e anche le sue figliuole in villeggiatura.
Pausa

Me le immagino vestite di bianco e celeste, in un bel prato verde in ombra...
Pausa

E mi faccia un piacere, domattina, quando arriverà. Mi figuro che il paesello disterà un poco dalla stazione. - All'alba, lei può fare la strada a piedi. - I1 primo cespuglietto d'erba su la proda. Ne conti i fili per me. Quanti fili saranno, tanti giorni ancora io vivrò.
Pausa

Ma lo scelga bello grosso, mi raccomando.
Riderà. Poi:

Buona notte, caro signore.
E s'avvierà, canticchiando a bocca chiusa il motivetto del mandolino lontano, verso il cantone di destra; ma a un, certo punto, pensando che la moglie sta li ad aspettarlo, volterà e scantonerà dall'altra parte, seguito con gli occhi dal pacifico avventore quasi basito.

indovinello veronese

Sveglia con maman incazzata. Amen.
Boves se pareba
alba pratalia araba
et albo versorio teneba
et negro semen seminaba.

lunedì 13 settembre 2010

Sono uscito ora da scuola. Giornata molto impegnativa ma piacevole. Ora sto per organizzarmi il pomeriggio. Credo che andrò da Ursulina. Vorrei comperarmi una casa in campagna con un mutuo. Una domus aurea, un dorato refugium dove coltivare le piante e gli alberi. E avere anche tre cani. Il sito l'ho già scelto. Sarà dalle parti di San Martino.

barcellona

Un po' di letteratura
un po' di occultismo e la mattina è fatta. Scorazzare tra le machine e sbrigarsi per il lavoro. Ieri ho visto un servizio che parlava dei giovani palermitani di Barcellona. Vi andai nel lontano '91 con Fernanda e mi piacque moltissimo.
Barcellona e le sue Ramblas, il suo Colòn e tante altre cose. Il Montjuif, il museo Dalì e le case di Mies Van De Rohe.

domenica 12 settembre 2010

Giornata che volge al termine. Sono stato a Mondello e da Ursula. Abbiamo colloquiato con Lore e Ursy per due ore. Dante dormiva.

Bob Dylan

Il jazz colto di Dylan mi ha sempre afascinato ma l'ho tenuto debitamente distante come per un ossequio silenzioso ai grandi. Credevo di esser piccolo per capire Bob Dylan, ora mi accorgo che la sua voce è di una bellezza estasiante.
Le sue canzoni, scaricate da Bearshare, mi travolgono con potenza.
Crisalidi
vermi fatti farfalle
guidatemi all'Assoluto
che possa scostare
come una tendina, per vedere
il senso remoto delle cose:
un corpo perfetto ai bagni,
un padre con la sua figliola,
una madre col suo figliolo,
una coppia insofferente,
una paletta, un secchiello gialli,
un flauto che mi guidi
all'avvenire.
Negozio di baccalà chiuso per lutto. Siamo alla Vucciria dove si respira un'aria sempre allegra anche quando siamo sommersi dalle notizie di morte. Per chiunque volesse fare un giro di allegria, passi pure dalla Vucciria; là una voce, un silenzio, uno scorcio possono riaggiustarti la giornata. Scrivo con degli occhiali e zompetto sulle lettere quasi come un cieco.
Sto scendendo per andare da Ursula, adieu

jazz africano

Il jazz africano ti entra in testa come la canzone di stromae alors on dance. Quest'ultima è ripetitiva quanto basta, ha un sotofondo con un sassofono splendido. Il video è di quelli che resteranno per molto. Si vede un impiegato parigino che, appena uscito dal lavoro va a ballare stanco e depresso.
E' la hit del momento, e se lo merita.
Ma il jazz africano... quel francese ritmato quanto basta, le maracas di sottofondo, queste voci che paiono provenire da capanne di paglia, tutti coi piedi nudi a danzare sulle note sincopate del ritmo.
Inneggiano sempre alla madre terra, che ne sustenta et governa et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.
Voglio dare delle lezioni di flauto e latino e greco. Voglio arrotondare, come si dice. Mi sono messo in testa questa cosa e la voglio portare sino in fondo. Voglio riprendere a insegnare qualcosa ai palermitani che spero mi chiameranno numerosi.
Per adesso non so se scendere per andare a Mondello, ho un'apatia...
Domenica... leggo solo il corriere che non riporta la notizia di Michele. Ne sono addolorato. Era un grande, uno scritore meraviglioso. Mi mancheranno i suoi libri che uscivano con cadenza biennale per Sellerio.
Mamma sta ancora male e tossisce con una foga degna di nota. Ha il cataroo, poveretta. Tant'è. Tutto passa.

il mio quadro

Il mio quadro per un natale a casa di marina fecarotta, mia zia. Atmosfera molto piacevole. Io ero con barbara, Valentina col fantino, Valeria con Roby e Gabri con Nadia. Molto piacevole. Mangiato benissimo e sopratutto poi fatto il quadro a casa con le facce senza occhi perché mi sentivo particolarmente solo quel giorno della composizione.
Ieri venuta Marisa, molto simpatica e dolce, sempre premurosa e razionale.

Ora sto scendendo che vado a fare colazione a Mondello con Ursulina.

Michele

E' morto il mio maestro Michele Perriera, classe 1937. Ho perduto un uomo su cui potevi fare sempre riferimento. Una volta gli portai delle cose da leggere e mi disse di insistere sulla scrittura. Ho fatto cose strepitose con lui, Morte per vanto, i Pavoni, Him e tanti altri laboratori teatrali indimenticabili.
Addio Michele!

sabato 11 settembre 2010

Settembre

Settembre ha un che di soave
e va per il mondo col suo fare lento
che rimanda all'aere
che doloroso rimesto

Ha una piega di sale
rintrona col cesto
dell'uva e riposa le cicale
insieme al senso

che ritrovo in un viso
quando guardo in giro
per la città, diviso

e immemore dell'esser vivo
mi piego all'aere contriso
di pietade e suddiviso.

alla madre

Mi riconosco sovente in quell'incredulità da bambino che mi faceva adorare le cose statiche. Non voglio che mia madre stia male in silenzio. Ha la febbre, poverina. Lei che mi ha dato tanto, oltre che la vita, che mi ha dato il piacere del bello, del sano, del sublime. Lei che mi ha spinto verso i reami dell'arte con una nonchalanche mai vista, che mi ha dato il senso della musica comprandomi un disco di Rossini, che mi ha permesso di suonare il flauto. E' un'ode in vita alla mitica Dott. Ruvolo che ne ha passate tante.
Oggi riconosco
le mie passate stanze
dette per non esser dette
e rinsavisco all'onore
che mi son dato
negli anni da esule
in spiaggia con
Gabriele o nel natante
con Jerry, e mi volto
all'impossibile:
un inverno mal accettato,
dopo un'estate di rinunzie.
Il viaggio riprende lento, in sordina
quasi non ce n'accorgiamo
io, Giuseppe e Tommy
dall'altra stanza muove un gatto
le arcuate del desiderio
egli volge all'assoluto
e mi sospendo,
come un'emulsione
dinanzi il riverbero d'uno spirito
insonne che gira
l'angolo d'una rarefatta realtà.
Tutto bianco, mi son chiesto
chi mai sarà ad accettarmi
per quel che sono, un drogato
uno spostato, un imberbe assoluto
dinanzi la coercizione del dubbio
che prende a sassate il non senso
e il sentimento dei saggi.

poesia

Oggi, svegliandomi,
ho incontrato i miei anni recenti
erano capei d'oro
d'un fare immenso, che non si sopiva
alle tenere lusinghe del giorno.
Oggi, svegliandomi
ho guardato il mare
su cui mi sono riflesso tant'anni
era il gorgoglio d'un mare in tempesta
che segue i suoi danni in contumacia
d'espressioni e sentimenti
Oggi, svegliandomi,
non c'eri e mi sono chiesto:
starà dormendo sotto la bara,
e mi sono spaventato come certi bambini
dinanzi all'ineluttabile.
Oggi, svegliandomi, mi sei venuta incontro
odorosa morte
mi hai scrostato le nari
un poco per farmi svegliare
e riprendere il senso delle cose
e del giorno che passa lento
e vorace come un fanciullo
affamato.
Eccoti ancora muto silenzio
che sospiri i tuoi guai
solitario, pensoso,
immuto silenzio
che ti svegli all'alba
e dormi nella notte
come un solco di vetro.

Oggi, svegliandomi,
mi apparivano gli scolari
e la finestra della scuola,
così piena di terrore
e sgomento e rigoglioso
muto eccitamento
per quello che non era
ancora detto.
Mi sono scosso
come si scuote un albero d'acciaio
impotente alla parola
e schiavo di essa: ascoltando
il Maestro mi sono riflesso sui fiumi:
Isonzo, Nilo, Senna.
Mi ci sono rispecchiato
come ci si rispecchia in un ovile,
accanto alle capre.

Giuseppe Ungaretti: I miei fiumi

E' morto un altro centauro a Castelvetrano. Ma quando finirà mai questa striscia di sangue che attraversa le strade d'Europa? Quando impareremo a guidare più tranquilli e senza tanti grilli per la testa?

Ungaretti

Scrivo un post senza tanti complimenti. C'è Lollo a casa e sto meglio.
Vi vorrei parlare della prosa di Ungaretti che potete trovare nei meridiani Mondadori a poche lire. Essa è splendida. Abbraccia tutto Tondelli e Arbasino. E' esplicativa al punto giusto, melodiosa al punto giusto. Penso che sia la prosa più elegante che abbia mai letto.
Mi sto leggendo i suoi scritti che parlano di letteratura e critica d'arte.
Siamo agli inizi del secolo scorso.

tetto

Sono stato da Ursula, le è caduto il tetto della casa. Non sto scherzando. E' caduto il tetto del corridoio per i forti acquazzoni. Che sfacelo. La casa tutta linda e pultia e poi questo buco nel soffitto.
Lorenzo, che sta là, è molto nervoso di questo. Ora lo ospito un po' a casa mia così si rilassa. Intanto io vado sempre al paese di cuccagna, anche se ancora per poco.

undici settembre

Mi ricordo dell'undici settembre 2001, ero a San Vito coi miei. Sapemmo della notizia dello scoppio delle torri in spiaggia. Noi seduti sui nostri asciugamani, tranquilli. A un tratto delle voci, scendemmo al paese e vedemmo tutto in diretta da una televisione di un bar. Prima il primo aereo, poi il secondo. Uno sfacelo. La gente accorreva di qua e di là. Non si capiva niente. Dopo telefonai a mio padre, come per accertarmi che a Palermo non fosse successo niente, perché tutti parlavano di un attaco globale.
Arrovelli, pieni di passione
solitudini antiche
come di case abitate da quarant'anni,
cercatemi in via x
in passo x, in cortile x,
ivi sarò a contare i miei anni,
da ingegnere navale.

Bob Sinclair

La musica di Bob Sinclair è pregna di cose. Un po' melo, strizza l'occhio alla tekno più scatenata anche se la rende più soft.
Bob come simbolo di questi anni frenetici e ansiosi. Bob come ipostatizzazione dell'io del 2000, impegnato in balli rituali come ai tempi dei primitivi. In effetti un legame con la preistoria c'è.
Il rito, il mito sono tutti chiamati a raccolta, in queste canzoni senza fine, dove il ritmo fa da padrone. Non più melos, dunque, melodia, cantata, ma solo ballata, tempo, ordo naturalis delle cose. poi c'è di mezzo una sovrapposizione di temi noti alla massa, un cinguettio, un fischio, un lamento. Children up the sky, fanciulli nel cielo. Chissa perché.
Chi muore giovane ai cieli è caro, lo diceva Menandro, lo ribadisce Petrarca nel Canzoniere, lo ricordo io.
Adieu.
Quanto adoro questo dipinto, dipinto da me medesimo, all'inizio del decennio precedente, intorno al 2000. Esso rappresenta un acquario, dove si muovono pesci liberi da ogni costrizione, pesci di tutte le foggie, pesiolini rossi, stelle marine e tanti altri.
Intanto ascolto Bob Sinclair prima di scendere per andare da Lorenzo. Faremo una passeggiata a Mondello, come due vechi amici. Ursula è impegnatissima.
Ancora sono le 9.00 e io ho tempo per scrivere.
Scrivere, dipanare il proprio pensiero in un foglio di carta o sullo schermo di un computer. Scrivere, per fottere l'inconsapevole solitudine di stare al mondo come diceva Tondelli. Ancora non ho chiamato al mio amore C***, tuta impegnata in affari che la riguardano.

Petrarca, concorso a cattedre 2000

Di pensier in pensier, di monte in monte
mi guida Amor; ch’ogni segnato calle
provo contrario a la tranquilla vita.
Se ‘n solitaria piaggia, rivo, o fonte,
se ‘n fra duo poggi siede ombrosa valle,
ivi s’acqueta l’alma sbigottita;
e come Amor l’envita,
or ride, or piange, or teme, or s’assecura:
e ‘l volto che lei segue ov’ella il mena
si turba e rasserena,
et in un esser picciol tempo dura;
onde a la vista uom di tal vita esperto
diria: — Questo arde, e di suo stato è incerto, —
Per alti monti e per selve aspre trovo
qualche riposo; ogni abitato loco
è nemico mortal de gli occhi miei.
A ciascun passo nasce un penser novo
de la mia donna, che sovente in gioco
gira ‘l tormento ch’i’ porto per lei;
et a pena vorrei
cangiar questo mio viver dolce amaro,
ch’i’ dico: — Forse ancor ti serva Amore
ad un tempo migliore;
forse, a te stesso vile, altrui se’ caro. —
Et in questa trapasso sospirando:
or porrebbe esser vero? or come? or quando?
Ove porge ombra un pino alto od un colle
talor m’arresto, e pur nel primo sasso
disegno co la mente il suo bel viso.
Poi ch’a me torno, trovo il petto molle
de la pietate; et alor dico: — Ahi, lasso,
dove se’ giunto! et onde se’ diviso! —
Ma mentre tener fiso
posso al primo pensier la mente vaga,
e mirar lei, et obliar me stesso,
sento Amor sì da presso
che del suo proprio error l’alma s’appaga:
in tante parti e sì bella la veggio,
che se l’error durasse, altro non cheggio.
I’ l’ho più volte (or chi fia che m’il creda?)
ne l’acqua chiara, e sopra l’erba verde
veduto viva, e nel troncon d’un faggio,
e ‘n bianca nube sì fatta che Leda
avria ben detto che sua figlia perde,
come stella che ‘l sol copre col raggio;
e quanto in più selvaggio
loco mi trovo e ‘n più deserto lido,
tanto più bella il mio pensier l’adombra.
Poi quando il vero sgombra
quel dolce error, pur lì medesmo assido
me freddo, pietra morta, in pietra viva,
in guisa d’uom che pensi e pianga e scriva.
Ove d’altra montagna ombra non tócchi
verso ‘l maggiore e ‘l più espedito giogo
tirar mi suol un desiderio intenso.
Indi i miei danni a misurar co gli occhi
comincio, e ‘n tanto lagrimando sfogo
di dolorosa nebbia il cor condenso,
alor ch’i’ miro e penso,
quanta aria dal bel viso mi diparte,
che sempre m’è sì presso e sì lontano;
poscia fra me pian piano:
— Che sai tu, lasso? Forse in quella parte
or di tua lontananza si sospira —;
et in questo penser l’alma respira.
Canzone, oltra quell’alpe,
là dove il ciel è più sereno e lieto,
mi rivedrai sovr’un ruscel corrente,
ove l’aura si sente
d’un fresco et odorifero laureto:
ivi è ‘l mio cor, e quella che ‘l m’invola;
qui veder pòi l’imagine mia sola.

Petrarca

Questa anima gentil che si diparte,
anzi tempo chiamata a l’altra vita,
se lassuso è quanto esser de’ gradita,
terrà del ciel la più beata parte.

S’ella riman fra ‘l terzo lume e Marte,
fia la vista del sole scolorita,
poi ch’a mirar sua bellezza infinita
l’anime degne intorno a lei fien sparte;

se si posasse sotto al quarto nido,
ciascuna de le tre saria men bella,
et essa sola avria la fama e ‘l grido;

nel quinto giro non abitrebbe ella;
ma se vola più alto, assai mi fido
che con Giove sia vinta ogni altra stella.

benzina

devo mettere benzina nel carro se voglio andare avanti. Benzina, costa un casino. Eppure per spostarmi da casa mia a via Napoli devo metterla per forza. Dovrò avere a che fare col benzinaio che in genere è cordiale e gentile.

chimere

Da tanto che non volto un angolo e vedo una chimera. Giornate stanche passate con pigrizia e inettitudine. Ho pensato a grandi cose nel tragitto dal paese di cuccagna a casa ma ora me le sono dimenticate tutte.
Sono un po' Zeno Cosini che va a letto alle sei del pomeriggio stanco dal lavoro.
Ascolto Billie Holiday da mane a sera, come Foscolo.
La brevità della vita mi spaventa. Come mi spaventano certe serate in cui ti si riversa addosso tutto il marcio che hai visto ascoltato sentito ingerito i giorni prima.
Ora sono contento di questo Sabato libero e bello, dove poter scorazzare per Palermo in assoluta serenità. Il lavoro da segretario è molto stancante.

venerdì 10 settembre 2010

soft jazz

Il jazz soft è una meraviglia. Sono di quelle musiche che si ascoltano nelle sale d'attesa, negli aeroporti, nelle cabine dell'ascensore. E' una musica rilassante e di questi tempi ne ho proprio bisogno.
Il soft jazz o smoothy jazz è splendido.
Si potrebbe paragonare all'arpa celtica, o al flauto di pan, ma queste canzoni le ascolterò dopo. Per il momento mi basta constatare che finalmente scrivo con sei dita.