domenica 31 ottobre 2010


concerto per flauto e arpa di Mozart

Che bello questo concerto. Verrebbe voglia di mangiarselo. I due strumenti solisti si compenetrano a vicenda con una leggerezza e una grazia assolute. L'armonia è possente e pare investa questi due delicati strumenti.
Intanto si sta facendo ora d'andare a tavola. Sono ancora a Casa Professa. Come voleva mia nonna. Ora vado da mamma e mangio con lei e con Lorenzo.
L'allegro è maestoso. L'andante è struggente. Lo Scherzo è vivacissimo.
Il secondo tema del primo movimento è proprio una danza.
La cadenza è veramente ben fatta, anche se un po' scontata. Molto romantico ottocentesca.

Zacchèo

Sono andato a messa, ho ascoltato la parabola di Luca su Zaccheo, questo uomo basso di statura e ricchissimo che, scontento della sua vita, sale su un sicomoro per vedere Gesù. Non appena vistolo Gesu gli dice che andrà nella sua casa. Zacchèo lo accoglie donando metà dei suoi averi ai poveri e quattro volte tanto a chi ha derubato. Una parabola davvero bella. Io mi sento in colpa per aver fatto pagare a Lorenzo metà della casa. Se fossi stato infelice e puro come Zacchéo non l'avrei dovuto fare pagare. Ma sono in difficoltà economiche e ho duvuto farlo.
A bien tot
Silvano

casa nuova

Sono qui, coi miei post a casa nuova. Ho già scritto alcune righe del mio romanzo ora mi voglio prendere una vacanza bloggando. Ieri ho dormito tutto il giorno.
Oggi mi sento bene. Rinato. Penso di andare a messa a casa professa. La settimana che inizierà sarà fitta di prove e delle mie lezioni i inglese. La lingua che ho amato nei miei vent'anni e che ancora non sono riuscito a imparare del tutto.
Le lezioni saranno il lunedì e il mercoledì dalle diciotto alle diciannove e trenta.
Lorenzo dorme a casa mia, mi dà cento euro al mese e gli offro l'alloggio.
Cettina è ricoverata e Ursula ha preso un poco le distanza. Dovrò rafforzarle perché mi piace troppo.
Sono qui ma potrei essere a Milano, ad Amsterdam, sarebbe la stessa cosa. Un vago intorpidimento delle membra mi perseguita. E' come se avessi sempre sonno. Oggi ho finito Spaesamento di Vasta. Un libro bellino, che consiglio vivamente a tutti.
Ora devo finire le vie dei tarocchi di Jodorowsky e strutture antropologiche dell'immaginario di Durand.
Libri che mi consigliava il mio maestro Michele Perriera, morto da neanche un mese. Mi manca il suo umore un casino. Lo sentivo, per così dire, lo sentivo vicino nella Palermo umida e piovosa di ogni stagione.
Questo post è finito. Spero che verrà pubblicato e vi saluto caramente
Silvano Baldi Calcagno

sabato 30 ottobre 2010

poesia

Che giorno è, che mese è , ho perso il conto.
frasi senza senso
Chopin sottobraccio e ricordarsi dello Spui
- ad Amsterdam -
intruppato nel tram che mi faceva sorvolare la città. Ora mi trovo a Palermo
con le sue lunghe strade ortogonali e neanche un canale
a parte quelli delle tv, di cui tutti vanno pazzi.
Che giorno è, che mese è , ho perso il conto
vivo in una quotidianità assoluta.
Soltanto questi Sabati mattina
mi fan pensare al mio passato.
Vorrei continuare a fare viaggi come ho sempre fatto,
fare nuove conoscenze,
mangiare in posti nuovi.
Che giorno è, che mese è, ho perso il conto.
E' da Agosto che batto sui tasti del computer per trovare un senso
a una vita dura e fredda.

ottobre

Tempo di castagne e qui va tutto bene. Mi sono trasferito a casa nuova dove per ora dorme Lorenzo che ride sempre solo. E' una presenza un po' ingombrante cui devo fare da psichiatra. Ma la cosa mi piace. Mi ricordo delle mie sedute psicoanalitiche con Malde Vigneri ritta come un assioma di donna che analizzava tutto. La serietà di quella donna mi manca, come mi mancano le mie sbordate confessionali che le propinavo una volta alla settimana.
Sono poi impegnaato nella stesura di Manlio, un romanzo che manderò all'Einaudi per farlo pubblicare. Per il resto oggi mi sono svegliato con un leggero malditesta ma ho preso un cachet per farlo calmare. Ieri sera e stakmattina ho finito Spaesamento di Giorgio Vasta che mi è piaciuto molto. E' impietoso contro i palermitani, li reputa degli scarafaggi.

venerdì 29 ottobre 2010

Attaccati come siamo alla dimensione temporale per non dire di quella spaziale che ci fa smuovere l'innamoramento, che dire di pìù? Indagare la dimensione spaziale: io sono seduto sul balconcino di casa professa e ci sono due donne sotto di me che stanno l'una in braccia all'altra. Sono belle, vestite di lillà, coi jeans scurissimi. Mi piace la dimensione del vicolo. E' un po' scostata rispetto al ponticello ma ne riceve tutti gli umori. Finalmente ho capito il terzo spettacolo che devo fare. sarà l'uomo dal fiore in bocca e personae di silvano baldi. Ecco la dimensione temporale. Insomma è sempre spazio e tempo. ciao

giovedì 28 ottobre 2010

epigramma archilocheo

grandi promesse
attaccate al vento, purpuree rose
di nervosisimo e rassegnazione. Ci si arriva col tempo, ma
ritorneremo a rallegrarci della vita,
sebbene sia costosa
Sequoie, alberi secolari per un novembre ch'ha da venire. Triste come mese lo è però sa dare momenti di assoluto romanticismo. Le prove vanno bene, procedono con una lena inaudita. Oggi devo consegnare la lettera alla segreteria della facoltà di lettere per lo spettacolo da fare al teatro nuovo.
Poi dovrei comperare un modem e un telefono per casa nuova.
salut

mercoledì 27 ottobre 2010


per Massi C.

Annunci di carta
fiori al passaggio
gialli come limoni
e tu che non ritorni
mentre va avanti la vita
tra incomprensioni e soddisfazioni
la tua è passata come un volo di rondini
ma mi hai segnato tanto.

martedì 26 ottobre 2010

tempo

Giornata accetabile. Chiarite le incomprensioni sul lavoro, mi appresto a un pomeriggio di teatro puro.
Ho prove alle cinque. Un mio amico dice che il tempo non ci conosce. Io dico che siamo noi a non conoscerlo. Ci sfugge, ci scappa, ci insegue, ritorna, si ripete, sono tutte locuzioni usate per desidnare un concetto legato al tempo. Siamo noi a doverci fare i conti ogni giorno. Col tempo. Si, fare i conti col tempo che certe volte è fugace certe altre si attarda molto sulle nostre sensazioni.
Bisogna essere dentro il tempo. Tolta ogni paura e ogni depressione, bisogna farsi accompagnare dal tempo.
Ciao Silvano

lunedì 25 ottobre 2010

Vorrei stare in un mondo perfetto

Vorrei stare in un mondo perfetto
un mondo senza invidie e ipocrisie
senza fraintendimenti e soprusi
vorrei stare in un mondo perfetto
senza rancori e paure.
Ma è impossibile,
lo dicono anche i vangeli.
Le cose si rompono
le persone non si capiscono
e non tutti sono gentili.
Silvano Baldi

rassegnazione

Ma quando l'invidia si ci mette
a rovinare tutto, con la sua dose di fuggevole apparenza
e disinteresse, allora il mondo mi crolla addosso
quando il computer si rompe
mi sento vuoto dentro e non so a chi attaccarmi.
Forse la sola cosa che mi può salvare
è accettare l'altrui mossa
per rendermi conto di dove sbaglio.

sabato 23 ottobre 2010

Giunto or sono
alla casa verde, riempita di colore.
Ho emulato il mio maestro
dipingendo un quadro che fra poco vedrete postato.
E così me ne vado in quest'aura ottobrina,
tra un cartello arruginito, un urlo in siciliano,
e una parolaccia.
Quadro di Manet. Ho affidato le parti de "le bagage", atto unico scritto da me medesimo nel 2000.
Le protagoniste sono la giornalista e addolorata e discutono di bellezza, di apparenza, di quadri, di locali vuoti. Addolorata sarà l'ombra della giornalista.
L'atto unico vuole mettere in berlina la società dell'apparenza. La giornalista chiederà ad Addolorata i vestiti da indossare a seconda che andrà a Rai Uno, Rai Due, Canale Cinque eccetera.
Gli attori sono straordinari, Marzio e Claudio. Due giovani leve del teatro sei che hanno preso il progetto con entusiasmo. Oggi è sabato matina e non vado al lavoro. Sono rilassato a casa. Tranne qualche screzio con mamma la matinata sembra apparire bene, con tante promesse e tanti nuovi intendimenti.
Riguardo alle cose da fare. Be , avvicinerò in studio verso le undici e chissà che non vedrò Ursula.
Intanto sto stringendo i contatti col teatro Nuovo dell'università. Poi devo parlare con Alfio e poi devo ritelefonare a Mazzone per il maggio al Libero.
Vorrei un teatro tuto per me, ma questo è ancora presto.
Vi saluto
Silvano

giovedì 21 ottobre 2010

Palermo

Oh indiani di Palermo,
fatemi rileggere la depressione di Pirandello,
o neri amaranto di Palermo,
che passeggiate per la via
come due innamorati,
voglio ritornare a vedere
le oscurità dell'origini
le connessioni remote
della filosofia trascendentale,
voglio riconoscere un senso in un odore
vero, geniale, profumato,
voglio danzare lo Yoda
per un anno intero con Luisa
la ballerina del porto di Palermo.
Sono al laboratorio teatrale. Niente di che per il momento. Una prova da Perriera aspettando di provare le tre sorelle di Cechov (come lo scrivono sll'inglese). Certe volte mi immagino il mondo una scatola di latta, certe altre una tastiera di cartone, certe altre un rombo di metalloplastica. Fatto sta che ora sono a primo piano e posso mommiare la via (cosa che non mi è consentita al decimo dove abito). E' bello guardare i passanti di un vicolo. E' davvero interessante. Vi si inoltrano con fare incerto, peregrino e sono circospetti e guardano di qua e di là come se avessero contratto la peste.
Sono un po' giù stamane, perché ieri mi sono sentito male. Una pesantezza al petto indescrivibile. Oggi sto bene ma risento di ieri. La vita è così, è delicata. Delicata come un computer nuovo, una macchina fotografica nuova, un bracciale nuovo. Poi si va a finire sempre al venale. Comunque iniziammo col laboratorio teatrale. Ho conosciuto Giusy che mi ha fatto un'impressione buonissima. Gentile, cordiale e fattiva. E' laireanda al DAMS. Faremo grandi cose insieme.
Je vous salue
Silvano

martirio di santa caterina

E' in mostra per ora a Santo Stefano protomartire, a Palermo, un quadro di uno Pseudocaravaggio dal titolo "il martirio di Santa CAterina". E' un quadro meraviglioso. In primo piano il corpo di Santa Caterina, disteso a terra, con la testa mozzata da cui esce un rivo di sangue, le gambe tutte girate a sinistra . Il corpo non è composto come potrebbe essere quello di un'Ofelia, ma è ritratto nell'atto di morire con le convulsioni. Illuminato da una luce bianca accecnte, sulla sinistra, si trova il boia, un uomo stacciuto, con due grossi bicipiti. A destra una teoria di persone che guardano. La luce cade su una popolana che illumina anche la fonte di questa luce che proviene tutta da sinistra. Da vedere. costo 2 euro

mercoledì 20 ottobre 2010


poesia#9

In un mondo di tenebra e limone
mi sei apparsa tu,
col tuo sorriso viola e gli occhi da gigante,
recitasti la parte di Mommina,
e guardavo stanco gli occhi assonnati,
mentre la tua foga
ridava all'Assoluto un nuovo nome.

Mi sei apparsa con gli occhi da cerbiatto
e i tuoi capelli amaranto
con la tua voce nasale e afona,
che mi davi comandi
in cagnesco.
Ma io mi abituo
il potere non mi spaventa
anzi lo desidero
come una sciatta mogliettina di provincia.
Nuovo post al sorbetto di limone. E' da un scco che non scrivo. L'omicidio Scazzi è disgustoso.
Viviamo in un mondo di tenebre e la famiglia tradizionale è in piena crisi.
PEr il resto va tuto bene. Oggi ho lo jodatraining, poi avrò le prove di "tre sorelle.org" alle sedici e poi a casa.
Je vous salue
Silvano

lunedì 18 ottobre 2010

LA COMPAGNIA TEATRALE "TEATRO SEI" DIRETTA DA SILVANO BALDI CERCA ATTORI E ATTRICI DA INSERIRE NEL PROPRIO ORGANICO.
PER FISSARE UN PROVINO TELEFONARE AL 3495300796
SILVANO BALDI, DIRECTOR
Oggi è il compleanno di mia sorella Alessandra e io devo archiviare un bel po' di cose. Sono stressatissimo. Civ grida come un pazzo. Sono venuto con lo scooter al lavoro e sta piovendo, insomma una giornata che non promette molto bene. Comunque, je vous salue...

domenica 17 ottobre 2010

poesia#8

Mi sento di metallo,
come una pietra pomice
che si muove
sul selciato
mi sento dada,
en verve...

personal

Aspetto d'andare da Cetty e sono con la Ventura a duemila per far passare la domenica.
Mamma è andata a Caltanissetta e mi ha abbandonato.
Papà manco a dirsi.
In any case c'è la Cetty che mi aspetta e la Ursy che m'ha invitato.
Procedo col lavoro a gonfie vele, coi due romanzi un po' meno, col pianoforte a gonfie vele, con lo Jodatraining un po' meno. BE, non si può fare tutto al meglio! Ora mi comincia pure l'inglese!
In any case, vorrei scrivere un post moderno, nuovo. Ho scaricato Tigre reale di Verga e la caccia di diana di Boccaccio. Oggi ho mangiato coi miei nipoti, li ho trovati fatti grandi e belli.
Beatrice è pazza per la letteratura!
JE vous salue
Silvano

poesia#7

Domenica insonne,
freccette in via Autonomia Siciliana,
sparsi qua e là piccioni morti,
sono più lenti,
monologo della milanese,
impeto distruttivo,
freddo che sale
e te che sei lontana,
illustre e malata di noia,
che mi aspetti in via Milano,
per dirmi ti amo.

sabato 16 ottobre 2010


Finalmente ritrovo il piacere di scrivere sul blog. Sto facendo un casino di cose. Due spettacoli teatrali e un progetto di romanzetto. Poi il lavoro va bene, faccio lo scrittore e il segretario e il regista. Ho fondato un nuovo teatro che ha nome di "teatro sei" in memoria de la stanza N° 6 di Anton Cecov. Grande novella del maestro russo.
Vi saluto e lasciate qualche commento!

martedì 12 ottobre 2010

teatro sei

Sono da Ulla, sto per andare al monolocale, al teatro sei, a Ballarò come volete chiamarlo chiamatelo, per ricevere i miei primi due attori de lo spettacolo tre sorelle.org che debutterà in dicembre al Palab.
Intanto sono emozionatissimo, di fare una cosa mia finalmente, e potermi così sbizzarrire a fare le mie cose.
salut
Silvano

lunedì 11 ottobre 2010

poesia #5

Palermo, scalzata tra un topo e una scaffa,
gotica e perpetua,
indaffarata e assente,
cialtrona e competente,
cercare una parola in via Dante,
ritrovarla in via Malaspina, tra un bistrot
e un gommista.
Palermo dai mille volti,
dalle mille movenze, che s'incunea
tra le esse dei suoi vicoli.
Palermo esterrefatta e stanca
tenera e pervicace,
coi calzolai e gli elettrauti,
i baristi e gli scrittori,
i fotografi e i compositori,
i commercianti travestiti.
Palermo, ultimo suono della campanella.

teatro

Il mio teatro si chiamerà "Teatro Ballarò" proprio perché immerso nel quartiere di Ballarò. Casa nuova è un amore. Ieri ho comperato due piante deliziose con Cetty.
Un alberello e una pianta rossa e verde. Siamo andati dal fioraio vicino il porto.
I miei due romanzi procedono. Sto iniziando anche un testo di teatro che s'intitolerà "sei " in omaggio alla numerologia di Jodorowsky che la trovo splendida.
A chi volesse intraprendere regia (io l'ho fatta col mio maestro Michele Perriera) consiglio: La via dei Tarocchi di Jodorowsky e strutture antropologiche dell'immaginario e i testi di Stanislasky.

Il testo che faremo sarà "tre sorelle.org" scritto da me medesimo credo tre o quattro anni fa. Si tratta di una rivisitazione in chiave psicoanalitica del capolavoro cecoviano. I personaggi da tredici diventano quattro. Si salvano soltanto le tre sorelle (Olga, Mascia e Irina) e l'ufficiale medico. L trama si svolge a casa delle tre sorelle ma si prendono del testo in esame soltanto l'incipit e l'explicit. Nel bel mezzo il plot è contaminato da incursioni letterarie care a me medesimo.
L'infanzia di Cecov è stata piena di sofferenze. Viveva nella miseria e aveva un padre violento. Lui stesso riporta in un suo racconto che il padre lo picchiava da quando si alzava a quando andava a letto. Ora io immagino che le tre sorelle siano violentate fisicamente da tutti i personaggi della guarnigione che prende stanza vicino casa delle tre sorelle. Violentate si, come Cecov da bambino. In effetti le atmosfere di Cecov (parlare del vano e dell'inutile, il rapporto col tempo che passa lento, la noia e l'abbrutimento, la volontà di cambiare vita) traspaiono tutte ma sono corroborate da questa confessione che fanno di essere state violentate a turno da tutti i componenti della famiglia.
Un ritorno del rimosso, per dirla con Francesco Orlando, in piena regola. E' come se dalle parole delle tre sorelle promanasse un sentore di violenze ancestrli, di botte prese da orbi, da un padre maledetto, e questo l'ho trasposto in scena!

domenica 10 ottobre 2010

domenica

Sto passando a prendere Cetty, andiamo nella casa nuova. Sarà bello. Vorrei potermi collegare anche da lì. Mi sa che oggi chiamo G*** per riuscire a connettermi.
Giornate piacevoli. Ho ripreso gusto a fare le cose che facevo da ragazzino cioè letteratura, musica e teatro. Le tre grandi mie passioni. Il teatro lo farò a vicolo Casa Professa. Mi aspetto di conoscere grandi attori con cui poter instaurare un rapporto di lavoro proficuo e stimolante.
Intanto continuo lo studio del pianoforte e dello Yodatraining.
Leggo Cecov, morto a 44 anni e penso sempre a Massi. A quanto avrebbe potuto ancora vivere.
Vi saluto
Silvano

sabato 9 ottobre 2010

Bach

Sto affrontando un'aria di Bach, veramente bella, l'aria sulla quarta corda trascritta per pianoforte. E' stato il compito del mio prof di pianoforte. E' incredibile costatare come le mani, studiate separatamente poi si uniscano in un suono meraviglioso.
Mi vengono in mente i miei morti. Margherita, Gigliola, Massimo, Lucio. Che ci posso fare?
Adesso su bearshare stanno mandando un pezzo di musica anglosassone che ho scaricato tempo addietro. Mi fa piacere che siate una ventina al giorno a leggermi.
ciao

trame

Finalmente l'ispirazione! Era da tampo che non scrivevo sul blog. Sono bloccato sul romanzo. Il personaggio del meccanico vedovo con la figlia innamorata di lui mi sta un po' stretto. Vorrei allargare il tiro. tipo meccanico che poi apre una concessionaria e lei trova in Attilio l'amore della sua vita. Ma la catastrofè, il rivolgimento? Be può essere un rivolgimento di siffatto tipo. Lei va a vivere a Parigi con Attilio e fanno una famiglia mentre lui muore di vecchiaia a Palermo.
Riguardo poi, il romanzo scritto con i personaggi come lettere dell'alfabeto devo cominciare ancora ad aprirlo. Per ora è tuto vi bacio
Silvano
Ho affittato casa nuova ma non mi prende il blog, sono inkazzatissimo. Per il resto è venuto Lollo e se n'è andato subito dopo. Ho avuto screzi con mamma, Cetty è in depressione. Insomma un vero disastro. Epuure capita. Bisogna tocare il fondo per rialzarsi (me lo dicevano tutti) e ora spero di riprendermi. Ciao

giovedì 7 ottobre 2010

a chi lo sa

Desinasti
è vero
con una foga da preraffaellita
i tuoi colori erano sbiaditi
come un Giotto in rovina
alzavi la mano e me la tendevi
in un turbinare bianco di oggetti,
una tenda, un peluche,
una palla di crinoline.

poesia#3

Lo squallore e l'ignoranza
di certe persone
hanno condizionato per un poco
la mia esistenza. Mi hanno
fatto azzuffare col mio maestro Michele,
poi la fine.
Ora sono circondato da persone belle
che mi giudicano per quel che sono
e me ne compiaccio.
C'è di nuovo Lollo, sono contentissimo.
siamo a casa mia. Oggi pomeriggio andremo da Ursulina, verso le tre.
ciao

sgruoat

Quello che vedete qui sotto è un quadro di Guttuso sul sacro, in mostra a Palermo all'albergo delle povere.
Le strade sono già piene di macchine e fumo. Mi appresto ad andare al lavoro.
Oggi devo andare in banca. Per il resto non ho sport.
Penso che studierò un po' il pianoforte e andrò con Lollo da Ursulina.
Stnotte Cetty ha dormito da me. E' stato bello svegliarsi con lei.

mercoledì 6 ottobre 2010

due trame di romanzo

Non scrivo post da secoli e ne sento la mancanza. Sto iniziando due romanzi.
Uno è incentrato sulla figura di Manlio, un impiegato in un negozio di pietre preziose che a un certo punto viene tradito dalla sua Sophie e diventa omosessuale. Poi viene mandato ad Amsterdam per acquistare un diamante e frequenta locali per gay e coffeshop per poi tornare a Roma per aprire un negozio tutto suo. Qui incontra Rita che gli offre momenti di straordinario amore. Negozio e amore trionfano ma a un certo punto viene contattato da Bob, un amico di Amsterdam che gli confessa di volersi suicidare per lui. torna ad Amsterdam e lo destituisce dal proposito. Qui sosta dinanzi l'hotel dove si suicidò chet Baker. Tornato a Roma, poiché lui e rita non possono avere figli si affida alla fecondazione in vitro e cresce una famiglia bellissima (il bambino si chiamerà Antonio) finché, un giorno, dopo aver chiuso il negozio viene investito da una Simca verde amaranto e muore.
L'altro è incentrato sulla figura di Renato, un elettricista vedovo con una figlia che adora, Ester, con la quale scorazza in lungo e in largo per Palermo. a un certo punto si scopre che ester è uscita da una poesia di Montale e che le sue sono solo fantasticherie. contuerà a descrivere Palermo solo, e gli altri lo crederanno matto. Quando finalmente si decide a comperare una macchina fotografica per fotografare la sua tanto amata città acquista fama. Lo chiamano a Parigi per una mostra e lui ci va contento e soddisfatto. A Parigi frequanta Bistrot, café literaires e trattorie. Vi incontra un certo Paul col quale inizierà una intensa relazione di amicizia. A un certo punto a paul viene diagnosticato un cancro al fegato. Lui decide di seguirlo nella malattia e mette su l'officina a Parigi in una traversa di Rue de Rivoli. Qui camperà fino a 88 anni.




Sophie


Manlio

Le otto e otto, che bello indugiare sul da farsi. E' come uno stato di limbo e incoscienza. Dove i sogni si fanno più vivi, le notizie arivano in lontananza e si pensa al da farsi.
Penso che nei momenti morti scriverò.
Fisso sulla carta il pensiero di questi ultimi mesi. E' libero e bello come una fionda, come un arco teso.
Sto leggendo ancora V., certe volte è un po' noioso. Oggi pomeriggio andrò da Ursulina. Spero ci sia anche Cetty. Poi alle diciotto e trenta ho la lezione di danza. Yodatraining. Così la chiamano. E' uno stretching danzato.
Bisogna amare l'uomo per poterlo raccontare. Amarlo profondamente. Non gettarsi occhiate di odio in mezzo alla strada, ma di amore, amore complice, etero e omo sessuale. E invece certe mattine, Palermo sembra così aggressiva. Uno pensa al bene comune, e l'altro guarda subito in cagnesco, come se avessi indossato un burqua.
Il ritmo delle parole deve essere denso, sinuoso per una buona scrittura, corposo come quello di Ungaretti, leggero come quello di Tondelli, profondo come quello di Arbasino e Dostoevsky, solare come quello di Pirandello. Se no che stile è. Pieno di linguaggio parlato come quello di Camilleri e Cubito.
Le mie casse nuove sono proprio una figata. Ho afittato casa nuova.
Sono stato di pessimo umore ieri, forse perché ho pagato la caparra, e la realtà mi toglieva soldi che avrei potuto destinare al computer nuovo.
Sono un borghese viziato, prendetemi per quello che sono, non un altro. Uno con un lavoro stabile e bellissimo.
Manlio stava per grattarsi la schiena quando arrivò la padrona di casa.
devi darmi trecentotrenta euro, così è deciso.
Subito signora, le risposi.
E in sacocia mi rimanevano duecento euro dello stipendio. che fare? Comperare il computer nuovo o scorpacciare e mangiare e *** per due giorni. Per il resto di due giorni. E se quei due giorni si riducessero a uno, pensavo, non sarebbe la stessa cosa. E intanto avrei il computer e il vizio. Il bello e il brutto, come si dice.
Manlio è una persona a modo e decisa. Fa il commerciante di pietre preziose, un lavoro ereditato da quello di suo padre. Anche il padre di Manlio era commerciante di pietre preziose e questo lo rincuorava.
Di statura media, Manlio teneva i capelli corti come un pischello napoletano.
Certe volte andava a teatro con un'amica di nome Sophie e lì si scambiavano tenerezze infinite. Una volta si baciarono pure. Era il 1999.
Voglio continuare a legere le mie tesi di letteratura, una volta disse Manlio a Sophie.
E dacci un'occhiata, può darsi che ti venga qualche ispirazione.
Per l'ispirazione mi lego alla bieca realtà, quella che si incontra ogni momento del giorno.
Se per te va bene così!
Allora leggeremo quello che Ungaretti pensava di Valery. Ho deciso.
S'era fatto tardi. Il sole delle nove del mattino era completamente coperto da una nuvolaglia sottile e alta.
Monte Pellegrino aveva la nebbia sopra.
-come intitoleremo il nostro romanzo, fece a un tratto lei.
E io: Dispetto.
Va bene mi piace, ma di chi parlerà.
Parlerà di me e te, assieme come due innamorati.
Gli arcani saranno soltanto gli arcani dei tarocchi.
Va bene, mi piace, così metteremo a frutto le nostre conoscenze.
Ruota della fortuna, carro, stelle, luna, sole, e poi innamorati, papa, imperatore, imperatrice, appeso.
Che dire dell'appeso e del matto e del mago.
Il matto e il mago sono la stessa cosa
Hai ragione, Sophie, si chiamano il bateleur.
Sono gli arcani. L'appeso sarà lo sfigato, il limbo da cui non sappiamo districarci certe giornate, la dipendenza da qualisasi cosa. La ruota della vita, il quotidiano come amano dire oggi. Il quotidiano.
La ruota della fortuna sarano gli eventi che passano senza tanti complimenti. Senza tante attenzioni, per così dire. E la realtà stessa, il tempo in una parola.
Il mago sarà l'eroe. Anche l'imperatore può essere l'eroe, e l'imperatrice l'eroina.
Oppositori: il papa e la morte che per me sono due carte negative.
Il carro e la forza ci guideranno nella nostra impresa.
I rumore, in città, si facevano via via più presenti. Anhe la musica era cambiata. Si inneggiava al fare.
-voglio disfare, fece a un tratto Sophie, disfare qualsiasi cosa.
Meglio non fare, come diceva Nietsche. Non fare. stare in quello stato dell'essere che pensa se stesso.

alba

E' buio
brancolano il cane e l'uomo
appesi a un desiderio
E' poca luce
e il cane e l'uomo cominciano a osservarsi.
E' l'alba
la televisione accesa,
incidenti, fango, acqua potabile
tossici, morti, disastri ecologici.
Sono le otto, scendo.

martedì 5 ottobre 2010

Eravamo tutti costipati nella metro.
Eravamo scesi a Vittorio, dove la linea A si ricongiunge con la B.
Avevamo dei fogli in mano e l'I pod dentro le orecchie. A un tratto passano tre suore, poi un militare in divisa, tre ragazzi alticci.
La metro arriva puntualissima. Swooooooom, prima curva, swooooooom, seconda curva. La prossima stazione è Laurentina, poi Circo Massimo e ancora Spagna.
Siamo tutti costipati. A un tratto un signore dall'aria distinta si avvicina e comincia a scrutarmi.
Scusi, egregio signore, mi saprebbe dire l'ora?
Sono le otto e trenta, rispondo.
Lei ha un'aria simpatica.
Lusingato
Potrebbe darmi cento euro?
A questo punto trasalisco.
Non le ho, gli dico
Il signore comincia a guardarmi strano, non sembra sia armato. Scendo alla fermata successiva e il mio respiro comincia a farsi ansimante.
Svoltano l'angolo tre ragazze dall'aria annoiata. Sono tutte e tre vestite allo stesso modo, portano i capelli liscissimi.
Sembra siano la versione maschile degli Emo.

Londra

Ancora due parole sul duca. Ellington. Un genio. La sua musica così avvolgente mi riporta indietro con la memoria. A quel lontano 94, nel bel mezzo di un affollatissimo ascensore per la metropolitana di Charing Cross. Ero a Londra e mi divertivo come un matto. Scoprivo una città vera, cosmopolita, non devastata come Palermo ma funzionante, efficiente.
Vi tornai poi ancora molte volte ma l'immagine di quell'ascensore pieno di gente con pacchi e pacchetti mi resterà sempre impressa nella memoria. Come un sogno, un miraggio, un'allucinazione.

piccola storia d'amore

Torno a casa. Incontro un melo. Lo osservo. La situazione al lavoro non è stata delle migliori. NErvosismi su nervosismi. La segretaria che se la prende con l'assistente tecnico e viceversa.
Cose che passano, mi dico, e intanto scappo. Accendo il motorino. Una brusca frenata fa si che non mi vada a spaccare la faccia contro un tir. Arrivo, dopo un'ora di traffico, a casa. Qui sono solo e prendo in mano il mio computer per scrivere sul blog.
Rita accusa momenti di malumore, anch'ella. E0 seduta sul divano e sta leggendo il suo amato Ungaretti.
Non esci stasera, mi fa
No, Palermo mi opprime, rispondo.
E allora?
Tutt'al più vado a fare una passeggiata allo Zen.
Ok, così mi piaci.
GRazie, Rita, oggi sei un vero schianto.
Ci sfioriamo le faccie, lei ha un leggiero velo di cipria che le copre l'epidermide. Le tocco ancora i capelli, poi i seni, poi le cosce. Lei fa altrettanto. Cadiamo a letto abbracciati.
L'altro ieri, nei tarocchi, m'è uscito l'innamorato.
Sto con lei per un'ora buona, senza tanti salamelecchi ma con una gran voglia di fare l'amore. Lo facciamo. Penetro la sua vagina con tatto e delicatezza.
Dopo un po' ci alziamo.
E adesso?, fa lei.
Andiamo a dormire, rispondo, domani ci aspetterà una giornata piena di lavoro.
Ma se non fai altro che scricare posta?
Non si sa mai, gli ordini certe volte arivano improvisi e perentori.
Hai ragione, ma a me d'andare a leto non va proprio. M'accendo una sigaretta piuttosto.
Sai, le dico, oggi a scuola è passato un corso per smettere di fumare.
Stronzate, non voglio smettere
Diventerai tutta una ruga.
Fanculo le rughe, mi rispondo, ho ben altro a cui pensare.

Anoressica si suicida, uomo senza lavoro si suicida, che inferno! E' possibile! Apro questa mattina del 5 Ottobre con queste due notizie disastrose. Intanto a Prato si contano due morti per il maltempo e la Liguria è sott'acqua.
Così si apre questa giornata. Sto per andare al lavoro dove scaricherò la posta per la preside e farò qualcos'altro.
In any case forse lo sciopero dell'8 lo faccio!
Ieri lezione di danza splendida, streaching pazzesco e qualche coreografia graziosissima. La maestra è un sogno, mi tiene molto sott'occhio. La lezione di piano, in vece, è stata un disastro, devo ripetere tutto tranne una cosa. Un arpeggio nuovo!
ciao

lunedì 4 ottobre 2010

tempo

Certe volte appaiono dei pensieri spappolati che non sai riprendere dalla memoria. Pensieri sfilacciati, che si accumulano in matasse informi, di cui a mala pena riesci a vedere il filo. Il filo, in questo caso, è come sempre il rapporto col tempo. Vasta ha pagine belle su questo argomento, io tenterò di descrivere la percezione del pensiero del tempo.
Vi si arriva quando la memoria si aggroviglia su se stessa ( e questo fu l'argomento del mio libello di teatro degli anni '90), non riesce a tirarsi su.
Bene. ma la matassa? Eravamo arrivati che è una nebulosa informe, che comprende tutte le incombenze che occorrono durante il penoso giorno. Quella che sbrigherò subito sarà quella di andare da Randazzo a vedere quanto costa un computer portatile per la mia casa nuova, poi andrò per via Notarbartolo e finalmente allo Stage per la lezione di danza.
Lo Stage è un locale molto carino sito in via Laurana, dove si balla. E io danzerò per voi sulle musiche di una danza africana, e mi ricorderò di voi, trentacinque lettori, che manzonianamente mi seguite, per queste vie erte e tortuose della scrittura creativa.
Baci

post

Nuovo post subito prima della lezione di pianoforte. Il trafico congestionante di palermo mi opprime. Comunque. La casa è un sogno. Coi vetri anti rumore e un balconcino delizioso che dà su un vicolo. La padrona di casa mi è sembrata una persona a modo, corretta e dolce.

casa2

Sono a casa, finalmente. Dopo una giornata di lavoro mediocre (non vedevo l'ora che le ore passassero, soprattutto le ultime) ora devo fare una sporta di incombenze.
Lasciare il motore dal meccanico, vedere la casa, fare la lezione di pianoforte, andare a jodatraining. Spero di avere il tempo per passare da Ursulina.
Leggo ancora Vasta e mi piace la descrizione dei siciliani dall'alto di una amata Torino, dove vive.
Ascolto Lou Reed, la cui voce mi affascina e piace a tal punto che mi vien difficile spegnere Bearshare.
La signora della porta acanto russa, la sento. E la cameriera strascina i piedi, la sento.
Come vorrei esser sordo per oggi!
Silvano

cezanne

Cezanne come parossismo dei sensi, aggaddi al lavoro. Non parlate male di nessuno, vi prego, non lo sopporto. Parlano tutti male della ***, perché? Forse è la sindrome dell'impiegato.

domenica 3 ottobre 2010

Clof, clop, clock,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch... 5
È giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata; 10
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce, 15
un poco
si tace...
di nuovo
tossisce.
Mia povera 20
fontana,
il male
che hai
il core
mi preme. 25
Si tace,
non getta
più nulla.
Si tace,
non s'ode 30
romore
di sorta,
che forse
che forse
sia morta? 35
Orrore!
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce. 40
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch… 45
La tisi
l'uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno 50
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene, 55
ma tanto...
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate, 60
correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo 65
eterno
tossire!
Andate,
mettete
qualcosa 70
per farla
finire,
magari…
magari
morire. 75
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera 80
fontana,
col male
che hai,
finisci
vedrai, 85
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete, 90
clocchete,
chchch…

c

L'indolenza di C. mi disgusta. Aveva detto che veniva a casa per pranzare. Ha ritrattato tutto come una pentita. Il sole di Sicilia quest'oggi è davvero luminoso. Leggo Vasta ma dopo un po' mi rattrista. Penso che sia uno stile nichilista. La mia professoressa del liceo lo diceva sempre, tenetevi lontani dai nichilisti, dai cavalieri del nulla, come li chiamava un titolo di un libro, e a un tratto sento di apparentarmi con quest'ottica. La professoressa del liceo era una cristiana, la chiamavamo bigotta, ma era molto brava. Si atteneva al programma in maniera scrupolosa. Una volta mi fece stilare la lista di autori che avremmo dovuto portare agli esami.
Oggi alla tele danno tutti tanti consigli. Non ne seguirò neanche uno. Mi voglio gustare a fondo il tg uno dove parlano del papa a Palermo.
C. sta in una stanzetta al quarto piano di un palazzo fascista, nel pieno del centro storico della città.
Certe volte, il vuoto che percepiamo è un risultato di invidie, gelosie e presunzioni che l'essere umano genera nel corso della sua vita.

Lollo

Sento Lorenzo da Sciacca. Forse non viene più, forse starà una settimana a casa mia, nel mio nuovo monolocale.
Mi sento rincuorato perché sta venendo Cetty, per pranzare assieme. I rapporti con maman per ora sono disastrosi. Ne mette sempre una in mezzo.
Ho visto Palermo in televisione e mi ha fatto una certa emozione. Il blu accecante del cielo, il palco tutto bianco e i fedeli che accorevano numerosi da ogni parte della Sicilia.
Per ora sto leggendo Spaesamento di Giorgio Vasta, un libro bello, che mi sta prendendo e di cui ora vado a spulciare qualche pagina. Je vous salue
Silvano


Voglio andare a Parigi con Cetty. Con la Ryanair da Trapani. Sono indeciso se andarci a fine Ottobre o a fine Novembre. A secondo del costo dei biglietti!
Per il momento vi lascio una poesia ungarettiana:

Allodole di senso
voragini di allegria,
catacombe di noia,
com'è profonda la vita e
come sa essere superficiale.
A me piace quand'è profonda!

Papa

Ho chiamato Ulla, è a fare colazione col suo Dante. Oggi, a Palermo, c'è il Papa.
Le strade saranno tutte chiuse e il disagio sarà notevole. Ho visto La Cecla in televisione, su Rai Uno, e la cosa mi ha fatto molto piacere.
Ora sto con Maman che come sempre è inkazzata con me. Non so che farò per la domenica. Certamente andrò a casa di Cetty, strade permettendo e poi mangerò con Mamy.
Sono sempre stato molto riverente verso i miei genitori. Dal padre ho avuto soltanto mortificazioni, dalla madre amore e benevolenza vera.
Alla televisione danno un balletto sulle note del waka waka shakiriano, una cosa un po' tascia come dire, ma piacevole. Piacevole, per questa domenica mattina che si sta facendo sempre più foriera di cose belle.
Adoro il mio blog. E' come se mi facesse esercitare nella scrittura dando libero sfogo ai miei desideri scrittori.
Ho comperato le poesie di Giuseppe Ungaretti, sono d'una brevità fulminante e al contempo belle e sane. Scritte durante la prima e la seconda guerra mondiale, si vede che risentono delle ristrettezze della guerra.
Per ora vi saluto
Una bacio Silvano

sabato 2 ottobre 2010

casa

M'affitto una casa, finalmente. Sarà in via Casa Professa.


Sono in preda a parossisimi
di sensi. Che vorticano qua e là,
in un turbinare di voci riconosco la tua:
è roca, come d'amaranto.

rinchiusa, come un cinghiale matto,
nel tuo loft, via Milano,
starai aspettando la mia stola di piume bianche
che ti protegga dall'avvenire infausto
di certe giornate stanche.

un trovatore

Fortz chausa es que tot lo major dan
e·l major dol, las! qu’ieu anc mais agues,
e so don dei tostemps planher ploran,
m’aven a dir en chantan e retraire,
car selh qu’era de valor caps e paire,
lo rics valens Richartz, reys dels Engles,
es mortz; ai Dieus! quals perd’e quals dans es!
quant estrangz motz, quan salvatge a auzir!
Ben a dur cor totz hom qu’o pot suffrir.

II Mortz es lo reys, e son passat mil an
qu’anc tan pros hom no fo ni no·l vis res,
ni mais non er nulhs hom del sieu semblan,
tan larcs, tan pros, tan arditz, tals donaire;
qu’Alichandres, lo reys que venquet Daire,
no cre que tan dones ni tan mezes
ni anc Charles ni Artus tan valgues,
qu’a tot lo mon se fes, qui·n vol ver dir,
als us doptar et als autres grazir.

[I. Cosa dura è che tutto il maggior danno e il più grande dolore, ahimé, ch’io mai avessi, e ciò che dovrò sempre compiangere lacrimando, lo debba dire e divulgare cantando, perché quello che fu cima e padre di valore, il potente e valoroso Riccardo, re degli Inglesi, è morto; ahi Dio, che perdita e che danno! che parola strana, quanto aspra da udire! Certo ha il cuore duro chiunque riesce a sopportarlo. II. Morto è il re, e sono passati mille anni da quando è esistito o si sia visto un uomo così prode; e non ci sarà mai nessuno che gli assomigli, così generoso, prode, ardito, pronto a donare; non credo che Alessandro, il re che sconfisse Dario, elargisse e spendesse tanto, e nemmeno che Carlo (Magno) o Artù valessero tanto, perché in tutto il mondo, a dir la verità, si fece temere dagli uni e elogiare dagli altri.]


lettera

Roso dai tuoi sentimenti di fanciullo,
ancora mi accorgo di non trovare una strada maestra per l'avvenire. Sarà difficile, arduo? Intanto ho fatto molte cose, ma il poeta è quella che mi riesce meglio. Rincorro un idioma parlato e al contempo surreale. Universale ma al contempo particolare. Mi rivedo curvo su un quadernetto a studiare, anche se poi il riconoscimento-uomo sparì per sempre. Una domenica di Novembre dell''86.
Il cuoco l'ho fatto, il libraio, l'inventore, l'attore, il regista, il flautista, il professore, il segretario (ultima meta) è quello che mi si addiceva meglio. Conto i bambini che devono scolarizzarsi.
Intabulo lettere, raccolgo incipitari, controllo le assenze, parlo coi genitori. E' una cosa che mi riesce bene. Non so perchè. E intanto rincorro l'idea di un razzo che ci porti quando vogliamo nelle città più amate. Una domenica a Monaco e l'altra a Parigi, una a Londra e l'altra a Los Angeles.

poesia#3

ora siamo tre amici
che si rincorrono
tra pranzi e merende assolate
dai raggi di Palermo,
crocevia di culture.
Piazza Vigliena,
erbivendoli in livrea
occorrono alle mie giornate
piene di solitudine
e rancori
droghieri dall'aria stanca
occorrono alla disperazione
di una periferia calda
e importante, ma deserta
come deserto è il mondo
che ci stiamo costruendo.

Una nuvola, più in là,
occhieggia al meriggio incolore
e ancora vedo una casetta
stretta tra un negozio di pellami
e una chiesa che m'ha visto
comunicare con Dio

basterà a redimere
la nervosa incoscienza
di certe mattine
vuote di appoggi
e buie come gole
insanguinate?

poesia#2

Tremo di passione
a ricordare il sussulto insonne
dell'uggiosa Pasquetta
in via Castrofilippo.

Gomorra

Ieri ho visto finalmente Gomorra. Film crudo ma bello. Le movenze e gli atteggiamenti dei napoletani li ritrovo anche nella mia terra. Napoli e Palermo si somigliano molto in questo.
Ho trovato gli attori d'una bravura eccezionale. Intanto mi sto afittando un monovano dalle parti di Ballarò per scrivere lì in santa pace.

poesia#1

Mi ricordo il tuo sorriso
che m'ha aperto voragini di senso
mi trovavo a Parigi
in un loft scompigliato
con l'amico Francesco
che mi faceva vedere le
diapositive su Federico II.

venerdì 1 ottobre 2010

da Ulla

Sono da Ulla, sto per andare da Franz, il bello. Il mio personaggio di Him, lo spettacolo che feci per il grande e compianto Michele Perriera. Francesco è stato anche alunno di Michele Perriera. Era bravissimo. Le performance che faceva insieme con Clara sono restate memorabili.
Oggi un giorno strano.
Cominciato e finito senza la presenza di maman. Mi sento meglio, come ringiovanito e rinato.
La mattina, al lavoro, è stata una passeggiata. L'alba, prima del lavoro, sebben foriera di paure, è passata liscia come una mela.
Poi ho mangiato a casa con Carmela, ora sono da Ulla che è sempre così carina e simpatica. Una sua amica se ne sta andando, è bello vedere la casa piena di amici.
In fondo Palermo è piccola. Ulla mi parla dei personaggi che conosciamo entrambi, quelli della Vucciria. Oggi Mauro mi ha detto che va a parigi, sono contento per lui. E' bello constatare come i palermitani si muovano liberamente in giro per l'Europa.
Pietas sarà la parola del prossimo millennio, come d'altra parte lo è stata per i millenni che ci hanno preceduto e per quello in cui stiamo vivendo. la pietas del pius Aenes che va in lungo e in largo per l'Italia. Alle spalle non avrò mai un Anchise degno perché totalmente assente e menefreghista.

inizio

Primo ottobre, nuovo mese, e nuovi intendimenti.
Sto scrivendo da scuola. Ciao