domenica 27 aprile 2014

Aprile dolce dormire

Mi esaspera la lentezza di certe connessioni.
Dimanche carina con scambio di macchina con mammà, Sophie, Gianfrànc inkazzato e scinnuta in kimono a ballarò alle 22.30. Preso da Lara, indi telefonino e ipad fino ad ora.
Baci.

giovedì 24 aprile 2014

Riti

Riti di isteria collettiva,
Quelli connessi a rate,
Chi ricorda la Moana,
Chi la giostra,
Chi ricorda la Giovana,
Chi men tosta?

mercoledì 23 aprile 2014

Sophie

Con Sofi stravaccatinsul divano. Vuccirìa, Isola, Zen.


Amo i frutti proibiti, le nenie d'oltremare, vi auguro un 24 raggiante.

martedì 22 aprile 2014

Martedi di pasquetta

Sono in piacevole compagnia, con fra, gianlu e riccardo.

La calendula e l'opel corsa

Sto
In mezzo tra due desideri.
Il fiore magico e la macchina nuova.

Vivo di lettere, sto scrivendo psicanalisi e retorica e Siba Biar, la mia autobiografia.
Per svago telelogia (sui media) e grafologia sulla forma delle lettere.
Fino al 28 sto in vacanza e mi voglio muovere come Elisabetta II d'Anleterre
Salut

lunedì 21 aprile 2014

Resurrezione

Resurrezione dal buco, 
Dall'ago, dal sangue versato.
Resurrezione verso il naso che l'alcaloide non lo tolgo.
 Pranzetto con papy, dany, ale, mammy e io alla kuba con baccala
, pesce spada affumicato, salmone e tortellino. A buffer. 
Poi dolce con fragoline, uno al pistacchio e sigarette.
Carino. 
Giro di nuovo in fiesta. Aspettando si acquistare una corsa 2006 da Nicolicchia a rate.
Vstro per sempre
Silvano

lunedì 14 aprile 2014

Compleanno

Giorno a dir poco esuberante.
Drittissimo di mane, poi odorato il cane.
Con papy e mamy alla cuba.


Berlin



Zen


Casa



lunedì 7 aprile 2014

Così

Così combatti
Le quattro del mattino, dipingendo
L'ora sacra di battiti d'orologi
E culle di straniamento.
Ah la conoscenza, l'imbuto
Del sapere, il quattro volte noumeno
Distratto e disorientato
Dal quotidiano. Il tempo che si ripete
La storia della fine certa, l'attimo fuggente del cavo incanto.
Il tutto per tralasciare ai futuri
Un'ombra di te.

La televisione ci distrae dalle nostre azioni,
Ce le fa vedere, per telepatia,
La costruiamo noi,
Quelli che veramente se la ridono sono gli operatori,
Delle telecamere che scelgono l'inquadratura giusta
D'una morte apparente.

Ahi, le quattro, passate a nascondere la verità, ad adorare l'artefatto, il rossetto
Che luccica di sangue, la matita di merda,
Per una dimostrazione perenne che esiste l'al di là.

La chiesa puzza, puzza di marcio, vorrei
Una chiesa pulita e cordiale come la mia biblioteca,
Non meschina, non curiosa, non frustrante,
Ma libera, aperta, altalenante come una poesia segreta.

martedì 1 aprile 2014

Giorni indimenticabili

Un oggetto ha due facce, ogni cosa ha due facce, una maligna e l'altra benigna (in dialettica.)
Giornate piene di lavoro sul pensiero, punthanomai, non mi do mai, sono superbo, fiero, esterrefatto, mi bevo la morte, sul noùn, sul logos, sulla retorica, dialettica, paideia.
Studeo, ardo di passione. Niente v'è più interessante dello studio dell'uomo, dell'antropologia.
Basata però sul logos, sul linguaggio, sul verbo fatto carne.
Sull'etimo ovvero ancora sapere. Scavare nelle lingue antiche, passeggiare in macchina per riposarsi e allentare il pensiero, lo scorrere del pi, del raggio perfetto del cerchio. 
Guardare l'unuverso allargato, come se al di là del cielo ci fossero cieli, pianeti e Marte, corpi celesti, nuvole.
L'ultima di Vasco la trovo un tantino oscena.
Baises
Silvanó