domenica 26 luglio 2015

26 luglio

Giorni solitari,
di meningi frementi
parlare con gli dei
abbandonato dagli amici (orrore)
parlare con se stessi
contare il soldo
mamma in ospedale

giorni di caldo da svenire
invocare Ercole per non accasciarsi al suolo
giorni da incorniciare
mangiare lo stipendio in tre giorni
giorni di noia, sempre la stessa vista,
amici da buttare,
rimare e fare alto il nome della stirpe ottuagenaria.

giorni da filologo ed erudito, medico e etimologista
giorni da estate rovente di nuovi amori
un paio di tette inaudite
proprio ora dinanzi alla mia vista,
fremere per spillare un soldo al paparino e rovesciare
per un diniego,
abituarsi alla sobrietà,
tutto qua.

lunedì 6 luglio 2015

giorni

Giorni sdoppiati,
a pensare e ripensare, a dir Silvano e sentire cosa spunta,
telefonino muto
Talòst imprevedibile,
Dorian pure,
radio e tele quasi sempre spente,

mercoledì 1 luglio 2015

Genovesi, uomini diversi (estratto)

(estratto)

La mania del va a cagare era cominciata coi cinque stelle, un partito politico che non si fondava su nessuna ideologia ma era fondato su una sottile violenza, sul lascia campare, che in effetti mal si addiceva alle relazioni che i telefonini e i ripetitori trasmettevano. 
le onde trasportano pensieri quindi per forza ci si doveva accordare su qualcosa e si era scelto il cristianesimo con punte d’islamismo e di buddhismo. 
insomma a mali estremi estremi rimedi, non posso mandare ‘affanculo per viver meglio perché l’altro sente e soffre come un cane. quella fine di Giugno era stata veramente una catastrofe, soprattutto i risvegli.
a Guido lo attraeva solo l’ascolto dell’ambient e della musica contemporanea su cui avrebbe fatto un master al Santa Cecilia e smaniava per eseguire Sciarrino, Berio e Stockhausen.
Rosaura intanto aveva trovato lavoro  presso il bar di una banca ed era contenta di armeggiare con la macchina del caffè e smistar cornetti e supplì.

certo bramava per un posto di ricercatrice nella cattedra di anatomia e aveva già fatto domanda.