martedì 11 luglio 2017

L'ESPRESSIONISMO SELVAGGIO DI THOMAS LANGE




Fino al 10 Settembre si può visitare allo spazio Zac dei cantieri Culturali alla Zisa (h.9.30-19.00 mar-dom) la prima antologica dell'artista berlinese Thomas Lange.
L'artista (1957) fa parte del gruppo dei giovani selvaggi della scena berlinese del secondo dopoguerra.
In effetti dalla sessantina di tele esposte possiamo riscontrare il gesto violento, nevrotico e teso del pittore.
Su basi fotografiche di maschi per lo più, la tela viene vergata come in un amplesso.
Ne deriva uno scollamento bidimensionale che non ha un centro, anzi si rallegra dei mulinelli d'emozioni che i grumi di colori e le linee tracciano.
Artista genettiano nel senso puro, omosessuale, desangagè, libero di passare da verdi intensissimi a rossi accesi che penetrano la bascula.
Entrando sulla sinistra, v'è la prima tela, poi appese ai muri perimetrali gli altri, tranne due pannelli che segmentano lo spazio. Inoltrandosi una teoria di Veneri di Milo accatastate le une sulle altre e poi, arretrando tre letti di ferro completamente non colorati.
Si esce storditi dalla personale di Lange, piacevolmente storditi per quei suoi richiami all'espressionismo del Muro, quell'affastellamento di colori alla Pollock (da vecchia Europa) e con nelle nari l'odore della vernice fresca che dà alla visita il sapore della sinestesia.
Ingresso gratuito