Ieri sono andato a vedere , al Teatro Libero di Palermo "Sogno rosso " di Elisabetta Pogliani e Paola Zecca de "La Fionda teatro".
Un lavoro ben fatto, adattissimo per lo spazio del teatro Libero che è un camerone di duecento metriquadri.
All'inizio solo suoni, una danza macabra che fa intuire il sacrificio di Ifigenia da parte di Agamennone, poi la parola, urlata, sussurrata, detta a viva voce, cantata dai testi del grande Eschilo e di Pasolini.
Gli attori si muovono in uno quadrato di morte, i morti diventano fantasmi che appaiono di nuovo sulla scena anche da morti con gli occhi bassi. L'uccisione d'Agamennone è un delirante discorso amoroso tra Clitennestra e il re trionfante dalla guerra di Troia, fatto di salamelecchi e di odio feroce. A un certo punto si capisce che anche Agamennone è stato fatto fuori. Ora tocca ad Oreste, che si presenta con un secchio rosso colmo d'acqua per lavarsi le mani e i capelli (gesto fortemente simbolico). Vuole vendicare il padre ucciso per mano della madre. Alla fine anche Clitennestra muore per mano di Oreste mentre Elettra (che lo incita) si aggiusta i capelli in un angolo (il riferimento ai capelli anche in Eschilo è ben presente...) Il male genera altro male, si dice alla fine. E poi la povera Crisotemi l'unica sorella non coinvolta in questo sogno rosso, in questo bailamme di sangue e omicidi, si chiede in vestito e scarpette nere primo novecento, "ma perché proprio a me doveva capitare una famiglia così difficile e funestata da tanti lutti..." Lo spettacolo nella sua riattualizzazione per piani sequenza accompagnati dalla musica entra nell'inconscio dello spettatore che si fa vittima delle tragedie degli Atridi. Non è prevista alcuna catarsi, anzi è esposta, in quanto alla fine la famiglia brinda con uno champagne e Crisotemi appella il pubblico con un "ma ve ne volevate proprio andare?". Come se non sin reggesse più questa catena di sangue che è la saga di Agamennone e Clitennestra.
Al teatro Libero di Palermo fino al 15 dicembre ore 21.15
Silvano Baldi
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