Sono costipato nella fila nove, numero perfetto.
Il blog procede a meraviglia. Al Falcone il solito cantiere, pulito sì, ma scassacazzi e disordinato.
Quando vedremo luccicare le vetrine dei negozi più in della città nel nostro meraviglioso aeroporto? Quando al posto di panchine di metallo duro, scrostato e freddo ci saranno puff(s) bianchi e verde scuro, moquette beije e lampadari svarowsky?
Bar chiusi alle nove. Ci può stare.
Sono in volo, il cielo è nero. Le poltrone dell'aereo sono state progettate per un ometto di uno e sessanta. Per gli uomini o donne alti 1.80 cm sono scomode.
Comunque. Ho appena ordinato un chhesburger e una coca.
L'atmosfera è simpa. Finalmente mi sradico da Pale, bella, sì, ma certe volte sento voci tipo ma io t'ammazzo, brutto frocio che non mi vanno proprio a genio.
Ma tornando all'aeroporto. Esso dovrebbe avere una musica ambient per sottofondo. Una libreria ben fornita, una frullateria, una farmacia e una parafarmacia. Delle sale per bambini, una sala fumatori interna come al Leonardo da Vinci.
Sb
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