domenica 19 dicembre 2010

Domenica, 3 poesie

Domenica,
che nero subito, nella notte
mi perdo tra una radio e una telefonata.
La radio non mi ascolta, o forse mi contiene.
Il mezzo della tecnica mi riporta al numero.
Il numero all'assoluto, l'assoluto
al tempo che viene quando deve venire.
Forse non si è stati ascoltati in anticipo.
Comunque, la notte è nera,
e Dicembre ha questo di favoloso.
Che rovina sui banchi di scuola e barricate
e freddo polare.
-Ti vengo a vedere domani...
E io che farò, starò solo con Ursy
in quel di via Bandiera...



2
Svoltando l'angolo dell'infinito
m'è apparsa la grazia di certe inflessioni.
La grazia di certe serate d'alluminio,
col dito acceso contro il televisore.
E la lamada viola che cadrà per Natale.
Non tendo all'altro che quando sono solo.



3
L'amore del Pincio e delle barbarie romane,
mi rovina verso pensieri d'elezione, goethianamente avventurosi,
e invece sono il poeta di Palermo,
il vate dalle mille inflessioni.
Il discendente di D'Annunzio e Pascoli.
-ma la prendi la scossa certe volte,
o è tutto perfetto, e con altre persone ti è mai successo?
Che cosa, questa cosa, di prendere la corrente.
No, a me si.
Questo il dialogo di una presunzione
sana e assoluta
della chez neuve dedicata
all'amica ***.

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