martedì 2 novembre 2010

canzone postmoderna

Ora ti rigiri
su la destra ardente
nel letto d'ospedale. Siamo
con la radio, attraversa
pensieri inauditi da latitudini
inaudite. La rupe della poesia
rifratta in un giardino
mi rivede padrone del mio logos.

Ora mormori che devo arrivare
dalle tue alture viola,
benedirò il mio essentire
per accudirti come vuoi.
E intanto sei leggera come una piuma
quando aspetti il falso
e lo rovini nella mente
per farne logos.

Ora esci, dalla scala
e ti muovi lenta come una lumaca
girando e rigirando il tuo cuscino
la lebbra l'ha l'infermiera,
questa puttana che puzza di sangue
e disonori il logos.

Ora ti rattristi, poesia
e corri dietro alle rosate spoglie
d'un fantasma impazzito.
Ti posso nominare come una
libellula o una capra.

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