domenica 14 novembre 2010

Forse, un giorno, andando in un un'aura di vetro,
incontrerò te, che sei pianista e trobadorica.
Forse andando e sperperando la mia vita
incontrerò te, amore, che sei sempre dietro l'angolo
e ti fai accarezzare anche per molto tempo.
Andando per il mondo, conoscerò le scaturigini
di esso, le parvenze di una società postmoderna
e classista e benpensante. Non tutti devono essere per forza
depressi, ma nessuno ci dirà mai, perché certe mattine
è così difficile iniziare, cominciare a vivere
e ascoltare e provare emozioni e tentare di raccontarle.
Molti fanno arte e questa mi ciba si, mi riempie
le giornate, passate solo nel mio studiolo
di vicolo Casa Professa 10 a inventare storie,
a cercare di raccontarle, a farmi rapire dalla musica.
Si, perché nel mio studiolo ci ho anche una radiolina
comprata coi risparmi del mio lavoro che mi fa compagnia
tutte le sante ore del giorno, mi tiene compagnia
e mi rende meno inaccettabile lo scorrere del tempo,
e la coscienza che fra poco vedrò trasfigurati tutti i miei
amici, quelli giovani e quelli vecchi, senza distinzione.

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