martedì 28 settembre 2010

bambini

Le movenze, la parlata del figlio di Ulla, tre anni, mi riportano indietro con la memoria. Mi fanno andare indietro come un matto. Ai miei tempi. Anch'io vedevo il mondo dal di sopra di un divano. Anch'io mi stupivo dei grandi e volevo imitare le loro movenze.
Ora sono da Ursulina, con Dante che mi fa una tenerezza terribile. Sta lallando, cioè dicendo delle cose senza senso. Anche Massi certe volte diceva, e scriveva, delle cose senza senso. Io, una volta, m'inventai persino una scrittura, una silvanoimide, senza senso. Erano parole inventate che fuoriuscivano dall'inconscio, forse per sopperire alla sovrabbondanza di stimoli che allora ci arrivavano. Era il momento del boom della televisione. Ancora l'avvento dei computer non s'era realizzato.
Ora osservo le lettere come da un'angolazione. Sono illuminate dal riflesso della luce del computer sui tasti. E' come se ci volessero dire, noi vi amiamo, vi condurremo al secolo successivo, senza tanti complimenti. Forse ho capito proprio ora perché abbia fatto lettere. Per quest'allucinazione della lettera in sé.
Chissà come sarà il secolo successivo. Se pieno d'arte o vuoto d'arte. noi non ci saremo e non potremo sapere.
In any case, je vous salue, anzi je vous donnerai une poeme dans quelques istant.
Silvain

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