Paride (greco: Πάρις; latino: Paris; detto anche Alessandro o Paride Alessandro) è una figura della mitologia greca, figlio secondogenito di Priamo, re di Troia, e di Ecuba.
Principe troiano, esposto ancora neonato sul monte Ida a causa delle profezie funeste che lo accompagnarono sin dalla nascita, visse da pastore fino a quando non fu scelto dagli dèi affinché desse il suo giudizio sulla più bella fra le dee Era, Atena e Afrodite.
Principe troiano, esposto ancora neonato sul monte Ida a causa delle profezie funeste che lo accompagnarono sin dalla nascita, visse da pastore fino a quando non fu scelto dagli dèi affinché desse il suo giudizio sulla più bella fra le dee Era, Atena e Afrodite.
Riconosciuto dal padre, rientrò a corte e partì in missione diplomatica per Sparta, dove conobbe Elena, moglie di Menelao, la donna più bella del mondo: Afrodite per rispettare la promessa fattagli per ottenere il pomo d’oro fece innamorare la donna perdutamente dell'eroe. Paride rapì quindi Elena e la portò con sé a Troia.
Nel corso della guerra che ne seguì, affrontò Menelao in duello e fu salvato dalla morte per intervento di Afrodite; in battaglia fu tra i peggiori; uccise Achille, non grazie alla propria abilità, ma perché il dio Apollo aveva guidato le sue mani mentre
Origini Mito
Origini Mito
Secondo la tradizione più accettata, Priamo, re di Troia, all’indomani della sua salita al trono, aveva cinquanta figli, la maggior parte dei quali illegittimi.[1] Come afferma lui stesso nell’Iliade, diciannove di essi erano frutto di una sola donna, riconosciuta come la regina Ecuba.
« Cinquanta ne avevo quando vennero i figli dei Danai. E diciannove venivano tutti da un seno, gli altri, altre donne me li partorirono in casa. » | |
Nei poemi successivi, Paride appare come il secondo e legittimo figlio del re e di Ecuba, sua moglie. Il troiano aveva dunque nove fratelli (il maggiore, Ettore, seguito da Deifobo, Eleno, Pammone, Polite, Antifo, Ipponoo, Polidoro e forse anche Troilo) e quattro sorelle (Creusa, Laodice, Polissena e la profetessa Cassandra).[2]
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