sabato 11 settembre 2010

Il viaggio riprende lento, in sordina
quasi non ce n'accorgiamo
io, Giuseppe e Tommy
dall'altra stanza muove un gatto
le arcuate del desiderio
egli volge all'assoluto
e mi sospendo,
come un'emulsione
dinanzi il riverbero d'uno spirito
insonne che gira
l'angolo d'una rarefatta realtà.
Tutto bianco, mi son chiesto
chi mai sarà ad accettarmi
per quel che sono, un drogato
uno spostato, un imberbe assoluto
dinanzi la coercizione del dubbio
che prende a sassate il non senso
e il sentimento dei saggi.

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