sabato 11 settembre 2010
alla madre
Mi riconosco sovente in quell'incredulità da bambino che mi faceva adorare le cose statiche. Non voglio che mia madre stia male in silenzio. Ha la febbre, poverina. Lei che mi ha dato tanto, oltre che la vita, che mi ha dato il piacere del bello, del sano, del sublime. Lei che mi ha spinto verso i reami dell'arte con una nonchalanche mai vista, che mi ha dato il senso della musica comprandomi un disco di Rossini, che mi ha permesso di suonare il flauto. E' un'ode in vita alla mitica Dott. Ruvolo che ne ha passate tante.
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