domenica 29 agosto 2010

Il balcone

Molte volte ho pensato a un balcone e molte volte ho voluto farlo teatralmente, almeno nella scrittura. Così è nato Vucciria, che ha letto solo un mio amico, che è un rifacimento del balcone di Jean Genet.
Balcone come abbanniata, come anima siciliana al parossismo, come vita di fuori, come affezione.
Balcone come liberazione, come scossa adamantina alle tre del pomeriggio, come velocità di esecuzione. Dal balcone le nostre donne urlano i nomi dei loro mariti e dei loro figli, mettendovi una noia e una foga indescrivibili.
Di solito, metti che uno si chiama Salvo, la dizione è Saaaaaalvoooo.
Balcone come cultura settecentesca, illuminismo dei pensieri.

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