domenica 29 agosto 2010

Petrarca, Canzoniere LXXV

I begli occhi ond’i’ fui percosso in guisa

ch’ e’ medesmi porian saldar la piaga,

e non già vertù d’erbe, o d’arte maga,

o di pietra dal mar nostro divisa,

m’hanno la via sì d’altro amor precisa,

ch’un sol dolce penser l’anima appaga;

e se la lingua di seguirlo è vaga,

la scorta po' , non ella esser derisa.

Questi son que’ begli occhi che l’imprese

del mio signor vittoriose fanno

in ogni parte, e più sovra ‘l mio fianco;

questi son que’ begli occhi che mi stanno

sempre nel cor colle faville accese;

perch’io di lor parlando non mi stanco.

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