martedì 5 ottobre 2010

Eravamo tutti costipati nella metro.
Eravamo scesi a Vittorio, dove la linea A si ricongiunge con la B.
Avevamo dei fogli in mano e l'I pod dentro le orecchie. A un tratto passano tre suore, poi un militare in divisa, tre ragazzi alticci.
La metro arriva puntualissima. Swooooooom, prima curva, swooooooom, seconda curva. La prossima stazione è Laurentina, poi Circo Massimo e ancora Spagna.
Siamo tutti costipati. A un tratto un signore dall'aria distinta si avvicina e comincia a scrutarmi.
Scusi, egregio signore, mi saprebbe dire l'ora?
Sono le otto e trenta, rispondo.
Lei ha un'aria simpatica.
Lusingato
Potrebbe darmi cento euro?
A questo punto trasalisco.
Non le ho, gli dico
Il signore comincia a guardarmi strano, non sembra sia armato. Scendo alla fermata successiva e il mio respiro comincia a farsi ansimante.
Svoltano l'angolo tre ragazze dall'aria annoiata. Sono tutte e tre vestite allo stesso modo, portano i capelli liscissimi.
Sembra siano la versione maschile degli Emo.

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