martedì 5 ottobre 2010

piccola storia d'amore

Torno a casa. Incontro un melo. Lo osservo. La situazione al lavoro non è stata delle migliori. NErvosismi su nervosismi. La segretaria che se la prende con l'assistente tecnico e viceversa.
Cose che passano, mi dico, e intanto scappo. Accendo il motorino. Una brusca frenata fa si che non mi vada a spaccare la faccia contro un tir. Arrivo, dopo un'ora di traffico, a casa. Qui sono solo e prendo in mano il mio computer per scrivere sul blog.
Rita accusa momenti di malumore, anch'ella. E0 seduta sul divano e sta leggendo il suo amato Ungaretti.
Non esci stasera, mi fa
No, Palermo mi opprime, rispondo.
E allora?
Tutt'al più vado a fare una passeggiata allo Zen.
Ok, così mi piaci.
GRazie, Rita, oggi sei un vero schianto.
Ci sfioriamo le faccie, lei ha un leggiero velo di cipria che le copre l'epidermide. Le tocco ancora i capelli, poi i seni, poi le cosce. Lei fa altrettanto. Cadiamo a letto abbracciati.
L'altro ieri, nei tarocchi, m'è uscito l'innamorato.
Sto con lei per un'ora buona, senza tanti salamelecchi ma con una gran voglia di fare l'amore. Lo facciamo. Penetro la sua vagina con tatto e delicatezza.
Dopo un po' ci alziamo.
E adesso?, fa lei.
Andiamo a dormire, rispondo, domani ci aspetterà una giornata piena di lavoro.
Ma se non fai altro che scricare posta?
Non si sa mai, gli ordini certe volte arivano improvisi e perentori.
Hai ragione, ma a me d'andare a leto non va proprio. M'accendo una sigaretta piuttosto.
Sai, le dico, oggi a scuola è passato un corso per smettere di fumare.
Stronzate, non voglio smettere
Diventerai tutta una ruga.
Fanculo le rughe, mi rispondo, ho ben altro a cui pensare.

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